Ombre sulla Capitale alla vigilia del Giubileo 2025: Roma si ritrova al centro di un’inchiesta per corruzione che solleva gravi interrogativi sulla gestione degli appalti pubblici e sulla trasparenza delle opere in corso.
La Guardia di Finanza ha condotto un’importante attività di perquisizione negli uffici del Dipartimento dei Lavori Pubblici del Comune di Roma e nella sede di Astral (Azienda strade Lazio Spa), la società regionale incaricata della gestione delle strade nel Lazio, nel quadro di un’indagine della Procura capitolina per i reati di corruzione, turbativa d’asta e frode in pubbliche forniture. In particolare, l’attenzione degli inquirenti si è concentrata sugli appalti per il rifacimento del manto stradale, nonché sull’erogazione di alcuni fondi per il Giubileo.
Il programma “Caput Mundi”, parte integrante degli interventi finanziati attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), si è posto come obiettivo il rilancio del patrimonio archeologico e culturale di Roma, in previsione degli eventi del Giubileo, che rappresentano un’occasione unica di promozione internazionale per la Capitale. Tuttavia, la recente indagine cui abbiamo accennato ha gettato pesanti ombre sulla gestione dei fondi destinati alla manutenzione delle infrastrutture urbane e ai lavori pubblici previsti per il miglioramento della viabilità romana, in vista dell’arrivo di milioni di pellegrini. Al centro delle indagini si trova Mirko Pellegrini, noto imprenditore romano, indagato per corruzione e frode per aver manipolato appalti pubblici legati alla manutenzione del manto stradale e ad altri interventi infrastrutturali finanziati dal PNRR.
Corruzione e appalti: Roma nell’ombra alla vigilia del Giubileo 2025
L’indagine, avviata dal pubblico ministero Lorenzo Del Giudice, è partita da alcune intercettazioni telefoniche avvenute tra il Pellegrini e alcuni funzionari pubblici, che hanno rivelato dettagli preoccupanti su possibili irregolarità nella gestione degli appalti pubblici legati al Giubileo e non solo. Le conversazioni facevano riferimento a investimenti, ma anche a strategie per ottenere vantaggi illeciti attraverso la manipolazione dei processi di aggiudicazione e il ricorso a pratiche corruttive per ottenere i contratti di manutenzione stradale. Durante le perquisizioni effettuate dalla Guardia di Finanza sono stati rinvenuti una serie di documenti, che hanno evidenziato la presenza di un sofisticato sistema di corruzione volto a favorire le aziende legate agli indagati, al cui centro però si pone proprio il Pellegrini.
Un presunto giro di “mazzette”
Un altro aspetto particolarmente grave emerso dalle indagini è la scoperta di “mazzette”, il cui ammontare oscillerebbe tra i 10.000 e i 15.000 euro, che sarebbero state pagate per favorire la concessione degli appalti. Le somme sono state rinvenute durante le perquisizioni nelle abitazioni e negli uffici di alcuni funzionari pubblici coinvolti nella vicenda e anche nello stesso ufficio dell’imprenditore Pellegrini, il che suggerisce l’esistenza di un vero e proprio sistema corruttivo che avrebbe coinvolto più soggetti e che avrebbe avuto come obiettivo il controllo degli appalti pubblici. Allo stato, le persone indagate sono 15, mentre le gare sotto osservazione del pm Del Giudice e dell’aggiunto Cascini sono 95 in totale (di cui 42 di competenza di Roma Capitale) per un totale di 92 milioni di euro, 72 dei quali spesi dal Comune anche grazie ai fondi del Giubileo.
Ma chi è Mirko Pellegrini, identificato quale “dominus” di tale sistema corruttivo?
Imprenditore, 46 anni, nato a Roma e residente a Frascati. Secondo gli inquirenti, controllava di fatto 15 società intestate a vari prestanome, con le quali si aggiudicava le gare d’appalto. L’indagato avrebbe pagato, in contanti o sotto forma di orologi, viaggi, cene, auto a noleggio, alcuni funzionari pubblici per “pilotare” una serie di appalti. Addirittura, secondo la ricostruzione della Procura, il Pellegrini avrebbe avuto una sorta di “accordo” con due agenti della polizia stradale, i quali avrebbero permesso ai camion della sua impresa di circolare senza il rischio di sanzioni, anche quando superavano abbondantemente i limiti di peso per il trasporto di materiali edili.
Inoltre, secondo la tesi dei pm, alcuni dipendenti dell’Astral e del Dipartimento dei Lavori Pubblici del Comune di Roma avrebbero agevolato il sistema corruttivo, garantendo che i lavori venissero assegnati alle imprese legate al Pellegrini, in cambio di tangenti o di altri benefici. L’inchiesta ha portato alla luce la manipolazione di gare d’appalto, con la concessione di contratti pubblici a ditte che, pur non essendo in grado di garantire lavori di qualità, venivano comunque favorite. Questo tipo di pratiche ha inevitabilmente minato la qualità dei lavori eseguiti, in particolare per quanto riguarda la manutenzione stradale, che è stata eseguita utilizzando materiali scadenti, di quantità notevolmente inferiore rispetto a quelle previste dai contratti, comportando un rapido deterioramento delle strade e un significativo aumento dei costi per la manutenzione delle medesime.
Documenti falsi e “moltiplicazione” delle società
Secondo la procura, l’imprenditore si aggiudicava le gare d’appalto fornendo documenti falsi e presentando offerte con più società riconducibili a lui, in modo tale da assicurarsi più probabilità di ottenere l’assegnazione.
Una delle società intestata da Pellegrini a prestanome, la Road 95, si è aggiudicata un appalto (ancora in corso) di tre anni per la segnaletica in via della Magliana. Nella lista rientrano anche i lavori a piazzale De Bosis (al Foro Italico) e a Castel Sant’Angelo. Un altro cantiere sotto indagine è quello per il raddoppio di via Marco Simone, finalizzato ad un miglioramento della circolazione in occasione della Ryder Cup, un torneo internazionale di golf tenutosi nella Capitale nel 2023, presso il Marco Simone Golf & Country Club. In occasione di tale appalto, una delle società riconducibili al Pellegrini avrebbe vinto l’appalto presentando un’offerta al ribasso: 3,3 milioni di euro sui 4,9 milioni di euro posti a base d’asta.
Gli appalti legati al settore stradale
Tra gli appalti vinti dalla Lap strade, un’altra delle società del Pellegrini, vi è il rifacimento di Piazzale Clodio, finanziato con fondi del Pnrr. Tuttavia, gli appalti non venivano aggiudicati solo dal Comune di Roma. Gli inquirenti, infatti, stanno indagando anche sui lavori di messa in sicurezza delle facciate, coperture e infissi esterni della scuola interforze della polizia in via di Priscilla, un appalto aggiudicato dal Viminale.
Ancora, sotto la lente d’ingrandimento vi sono alcune commesse con Anas, come quelle relative alla segnaletica marginale sulla A90 e sulla A91 e Atac, per la manutenzione della segnaletica orizzontale e verticale. Nella lista rientrano anche alcuni appalti relativi agli aeroporti di Fiumicino e Ciampino, in particolare per la realizzazione di segnaletica e di nuovi portali stradali.
Le indagini poi si estendono anche ad un bando da 44mila euro dell’Atac per il rifacimento della segnaletica, un bando da 1 milione e 300mila euro per il rifacimento dell’Auditorium Albergotti e, infine (ma non meno importanti) appalti dello stato maggiore della Difesa.
In una nota rilasciata dalla Procura di Roma, si legge che “Le vicende riguardano presunti episodi corruttivi e fraudolenti posti in essere in fase di aggiudicazione ed esecuzione di appalti banditi nel settore della manutenzione e rifacimento del manto stradale, da Roma Capitale e Astral – Azienda Strade Lazio Spa”. La Guardia di Finanza “ha dato esecuzione a decreti di perquisizione locale, domiciliare e di contestuale sequestro nei confronti di diversi soggetti indagati, a vario titolo, per le ipotesi di associazione per delinquere, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio e autoriciclaggio”.
Le dichiarazioni di condanna del sindaco di Roma
Nel frattempo, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha espresso la sua ferma condanna per quanto emerso dall’inchiesta, pur sottolineando che l’amministrazione non ha alcun coinvolgimento diretto nelle pratiche corruttive. Gualtieri ha avviato un’inchiesta interna e ha nominato una commissione ispettiva tecnica composta da esperti di lavori pubblici per verificare la corretta esecuzione delle opere, nonché il corretto operato dei funzionari coinvolti e per rafforzare i controlli sui futuri appalti pubblici, al fine di evitare il ripetersi di simili irregolarità. Queste le parole del Sindaco: “Voglio ribadire la mia gratitudine alla magistratura per il prezioso lavoro a tutela della legalità e l’indignazione per la possibilità che qualcuno abbia commesso irregolarità che non devono sporcare il lavoro per il rilancio di Roma.”
Le rivelazioni sull’intreccio corruttivo che coinvolge imprenditori e funzionari pubblici mettono in discussione la capacità della Capitale di prepararsi adeguatamente al Giubileo, un evento di portata mondiale. Gli episodi di corruzione non solo compromettono la qualità delle opere pubbliche, ma alimentano il senso di sfiducia verso le istituzioni, proprio in un momento in cui Roma avrebbe dovuto dimostrare trasparenza e rigore. È imperativo interrogarsi su come i meccanismi di controllo possano essere così facilmente aggirati e su quali misure preventive si possano adottare per garantire che i fondi pubblici siano gestiti nell’interesse collettivo. La lotta alla corruzione, ancora una volta, si rivela cruciale per il futuro della città e per il rilancio della sua immagine internazionale.