L’Anac ha recentemente introdotto nuove linee guida per contrastare il fenomeno del “pantouflage”: un meccanismo di potenziale conflitto d’interessi che riguarda il passaggio di funzionari pubblici dal settore pubblico a quello privato e viceversa.
Questo fenomeno assume rilievo poiché può portare a un uso improprio delle competenze e delle conoscenze acquisite dai funzionari durante il loro servizio pubblico, ora messe al servizio di aziende private.
Il documento rappresenta un passo significativo in avanti per rendere più chiara e operativa la normativa in materia di pantouflage, limitando i rischi connessi alla “porta girevole” tra pubblico e privato. L’Autorità, pur sottolineando l’importanza di un intervento legislativo ulteriore, prosegue nell’impegno di prevenire la corruzione, preservando l’integrità e l’imparzialità delle amministrazioni pubbliche italiane.
Settori e ambiti sotto la lente
Tra i campi più esposti al pantouflage spiccano sanità, finanza, agricoltura, difesa ed energia, dove il passaggio di figure chiave può generare rischi di influenze indebite. Il divieto di pantouflage scatta quando un funzionario lascia l’incarico nella pubblica amministrazione: le nuove linee guida specificano, infatti, i criteri di incompatibilità che vietano il passaggio immediato verso incarichi in ambiti privati legati alle precedenti funzioni pubbliche. Queste regole si affiancano alle misure di inconferibilità e incompatibilità già delineate nel decreto legislativo n. 39/2013, con lo scopo di prevenire conflitti di interesse e garantire l’imparzialità delle funzioni pubbliche.
La Delibera 493/2024
Con la delibera n. 493 del 25 settembre 2024, Anac ha aggiornato e ampliato le indicazioni già presenti nel Piano Nazionale Anticorruzione del 2022, fornendo una guida operativa alle amministrazioni per applicare il divieto di pantouflage. Queste direttive chiariscono i ruoli e le responsabilità degli enti nell’identificare i dipendenti soggetti al divieto, con particolare attenzione agli incarichi che potrebbero generare conflitti di interesse.
La necessità di un chiarimento legislativo
Anac possiede poteri di vigilanza e regolamentazione in materia, e le nuove linee guida servono anche a colmare un vuoto normativo sull’applicazione delle sanzioni. Tuttavia, resta necessario un intervento normativo che definisca in modo più chiaro l’autorità incaricata dell’applicazione delle sanzioni per violazioni del divieto di pantouflage, elemento cruciale per garantire che le misure previste siano efficaci e applicabili.
Uno dei problemi principali riscontrati riguarda la difficoltà di delineare i concetti di “ente di provenienza” e “ente di destinazione.” Questi termini sono fondamentali per comprendere chi rientra nel divieto, ovvero da quale ente il dipendente pubblico si sposta e verso quale destinazione. Anac ha evidenziato la necessità di chiarimenti normativi su questi concetti, per facilitare l’applicazione delle regole e garantire una maggiore trasparenza.
Categorie e soggetti interessati
Il divieto riguarda specifiche categorie di dipendenti pubblici e dirigenti con incarichi di responsabilità. Anac ha individuato vari tipi di enti e soggetti per i quali si applicano le misure contro il pantouflage:
- Pubbliche amministrazioni: enti come ministeri, regioni, comuni, istituzioni educative, e altri enti statali.
- Enti pubblici economici: soggetti non direttamente territoriali ma comunque sotto vigilanza statale, dove la normativa estende l’applicazione del divieto anche agli incarichi di vertice.
- Enti privati a controllo pubblico: anche per questi enti, sotto il controllo statale, si applica il divieto, per assicurare che i dipendenti con passati incarichi pubblici non sfruttino la loro esperienza per agevolare attività private in conflitto con i loro precedenti ruoli.