Continua il programma di aiuti alimentari “Food for Gaza,” con l’annuncio di nuovi invii proclamati dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani: ma secondo la denuncia dell’associazione umanitaria Oxfam Italia si tratta di misure insufficienti per la popolazione.


Nuovi aiuti alimentari da “Food for Gaza” promosso dall’Italia per sostenere la popolazione della Striscia di Gaza, con l’appoggio delle autorità palestinesi, israeliane e in collaborazione con la Giordania.

A presentare l’iniziativa è stato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, durante un evento organizzato a Napoli, in occasione del 50° anniversario del Corpo Consolare della città. Tajani ha sottolineato come, grazie alla cooperazione con il World Food Programme delle Nazioni Unite, siano stati organizzati nuovi trasporti di aiuti diretti in Israele, tra cui un convoglio di 15 camion in partenza da Genova e un carico di materiali sanitari e alimentari spedito per via aerea. L’iniziativa italiana sembra promettente, ma gli esperti la considerano limitata rispetto alle reali necessità del territorio.

Aiuti a Gaza da parte dell’Italia sono insufficienti: “una goccia nel mare”

Oxfam Italia, tra le principali organizzazioni umanitarie operanti nella regione, ha descritto gli aiuti come una “goccia nel mare.” Secondo Paolo Pezzati, responsabile umanitario di Oxfam Italia recentemente intervistato sul quotidiano Il Manifesto, l’Unrwa (l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e il lavoro con i rifugiati palestinesi) è il pilastro fondamentale del sistema di aiuti all’interno della Striscia di Gaza. La recente decisione di limitare l’attività dell’Unrwa, che potrebbe essere ostacolata da leggi israeliane, desta forte preoccupazione. “Se l’Unrwa viene meno,” ha spiegato Pezzati nell’intervista, “si indebolisce l’intera risposta umanitaria.

L’Unrwa gestisce numerosi centri di distribuzione e collabora con altre organizzazioni internazionali e locali, assicurando assistenza diretta a milioni di persone in condizioni di estrema vulnerabilità. Il timore di Oxfam è che un indebolimento dell’agenzia comprometta ulteriormente l’intero sistema di supporto.

Inoltre la quantità di aiuti che arriva a Gaza ha subito un drastico calo. Rispetto ai 500 camion che, fino a pochi mesi fa, fornivano quotidianamente beni essenziali e commerciali, oggi ne entrano solo una ventina al giorno, con accordi mediati direttamente dai governi. Oxfam Italia ha evidenziato che il programma “Food for Gaza” non coinvolge direttamente le organizzazioni non governative italiane, né la società civile, e si affida unicamente a intese diplomatiche per motivi di sicurezza.

L’assenza di un coinvolgimento delle ONG italiane, che operano da anni sul campo, viene considerata da Oxfam un limite significativo. La gestione centralizzata degli aiuti, pur garantendo una maggiore sicurezza, riduce l’efficienza dell’intervento, escludendo risorse umane ed esperienze preziose già presenti nella Striscia. Pezzati ha concluso con una riflessione critica: “50 tonnellate di aiuti sono pur sempre qualcosa, ma sono insufficienti per far fronte alla catastrofe umanitaria in corso.