L’Italia non è un Paese per single: questo potrebbe essere, in pillole, il compendio dei dati presentati in questi giorni da Coldiretti su spesa e risparmi per i cittadini, in occasione proprio della Festa dei Single, che è caduta lo scorso 11 novembre.
E già perché il fatto che storicamente e socialmente il nostro sia un Paese che è sopravvissuto anche ai momenti più duri della propria storia grazie ad un tessuto sociale fitto, basato sulle strutture familiari ha fatto si che tutto, proprio tutto, dalle porzioni del cibo al supermercato al costo di una stanza in hotel, sia modulato su una dimensione almeno di coppia.
Single, le spese raddoppiano spese per chi vive solo
Una mappatura che vede la maggiore concentrazione a Nordovest e al Centro del Paese piuttosto che al Sud – rapporto Eurostat 2022 – uno su due è under 65, fenomeno definito dei single di ‘ritorno’, che avevano scelto la vita di coppia ma che separati e divorziati ritornano a vivere da soli. Questa tipologia rappresenta rispettivamente il 23% che sommata al 37% composta da vedovi non risposati ed il restante 40% single propriamente detti, più o meno per scelta, che non vivono in coppia, possiamo avere un ritratto più chiaro di chi è questa parte della popolazione Italiana.
Una differenza di costo della vita che è emersa con chiarezza dall’analisi presentata di Coldiretti, che ha stimato per gli 8,8 milioni di persone che vivono da sole in Italia un costo della vita quasi raddoppiato, rispetto a quello delle famiglie stimato, in media in un +80% rispetto a quanto spende un membro di una famiglia media di tre persone nel nostro Paese. In altre cifre, Il 14% della popolazione italiana che vive da sola, ha una spesa mensile superiore di 571 euro in più delle coppie secondo una ricerca effettuata da Moneyfarm, società di consulenza finanziaria indipendente.
Le porzioni
Seppure negli ultimi anni qualche piccolo mutamento si è osservato, nelle porzioni per esempio di surgelati, prodotti pronti, ancora la maggior parte della grande distribuzione presenta dosi ‘per due persone’, dalla pasta fresca, a pesti e sughi pronti, yogurt e tantissimi altri prodotti. Prediligono le porzioni per due anche i prodotti alimentari della IV gamma la frutta, la verdura e, in generale, gli ortaggi freschi, a elevato contenuto di servizio, confezionati e pronti per il consumo, pronti all’uso che proprio nella platea di chi vive da solo avrebbero il proprio target principale, visto che si tratta principalmente di professionisti o di anziani, secondo l’ultima rilevazioni Eurostat diffusa, del 2022 l’età media per i più giovani che vanno via di casa si è innalzata a 29,9 anni e coincide con l’avvio professionale, contro i 26,5 anni della media europea. Per il resto quel 14% della popolazione italiana che vive da sola è suddivisa in single, separati e vedovi che hanno scelto di non risposarsi.
Costi per i consumi alimentari
La ricerca di Coldiretti propone una serie di dati, a partire proprio dai consumi alimentari, difficilmente controvertibili. In media per alimenti e bevande un single spende 337 euro al mese, il 53% in più di quanto spende ogni singolo componente di una famiglia standard di tre persone, che invece raggiunge circa 220 euro. Mancanza di formati adeguati, poiché in gran parte porzionati sulla ‘coppia’, laddove presenti in porzioni diverse ma con costi più elevati, maggiore rischio di sprechi se si vuole ‘dimezzare’ una confezione per due, che comunque, una volta aperta, riduce notevolmente la propria durata e conservazione ottimale. Minore tempo da dedicare alla preparazione dei piatti, nel caso di professionisti, difficoltà a organizzarsi e ridotta manualità nel caso dei più anziani, i single ricorrono poi più spesso a pasti pronti, take away, e alle moderne consegne a domicilio, anche qui con un dispendio economico maggiore di quello legato all’autoproduzione di food.
Costo dei trasporti, salute e bollette
Altro dato davvero pesante sul bilancio dei solitari è la voce rappresentata dal costo dei trasporti dove si registra un +16% e nel tema della salute con un rincaro significativo che si attesta al +87%. Schizzano ulteriormente in alto i costi per i single in merito a bollette consumi, arrivando a raggiungere più del doppio (156%) rispetto alla media pro capite di una famiglia tipo.
In questo caso anche il comune sentire ci fa comprendere come sia in caso di acquisto che di affitto che di consumi, oppure di utilizzo di un’automobile i costi lievitino palesemente se non si possono dividere con nessuno.
Minori possibilità di risparmio e poche agevolazioni
Maggiori costi, equivalgono a minore capacità di risparmio per le persone sole secondo una stima dell’osservatorio, chi va a convivere a 45 anni, a 50 anni avrà risparmiato 34.260 euro, chi a 35 anni, a 50 avrà risparmiato 102.780 euro, chi va a convivere a 25 anni, a 50 anni avrà risparmiato ben 171.300 euro.
A differenza di altri Paesi, come avviene ad esempio in Irlanda, dove è stato introdotto il voucher “Living alone”, un vero e proprio bonus per chi vive da solo, in Italia non sono previsti sostegni specifici per questa fetta di popolazione, come anche segnalato da Coldiretti, che ha sottolineato come la scelta di vivere da soli non sia sempre volontaria, e vada anche letta come conseguenza dell’invecchiamento della popolazione, dove un numero sempre crescente di anziani, non sempre del tutto autosufficienti, si ritrovano soli in casa e fanno fatica a far fronte alle spese di ogni mese.
L’ultimo provvedimento del governo, la Social card, del valore di 382,50 euro da spendere per l’acquisto di generi alimentari contro il carovita ha come destinatari nuclei familiari composti da almeno tre persone, con Isee non superiore ai 15.000 euro, per un totale di circa un milione e 300 mila nuclei familiari esclude i single e i single con un figlio a carico. Sembra, dunque che dall’alto si siano già intraprese scelte che vanno in tutt’altra direzione, con agevolazioni alle famiglie numerose, per ammortizzare le spese legate al sostentamento dei figli con bonus e detassazioni e nessun sostegno, ad oggi, a queste altre categorie di cittadini che, come i dati dimostrano chiaramente, possono essere una categoria a reale rischio povertà.