Il Senato italiano ha approvato definitivamente la norma per il raddoppio dell’indennizzo destinato ai lavoratori precari della Pa, tra cui insegnanti e personale scolastico, con almeno 36 mesi di servizio a tempo determinato.


La misura è rivolta a quei dipendenti che hanno subito un abuso nell’uso di contratti a termine, una pratica che viola le direttive europee e ha portato l’Unione Europea a intraprendere un’azione legale contro l’Italia per insufficiente protezione contro il precariato. Con il voto favorevole del Senato, che ha contato 100 voti a favore, 63 contrari e 2 astenuti, la proposta è ora legge.

Dettagli sul raddoppio dell’indennizzo per i precari della Pa approvato dal Senato

Secondo la nuova normativa, l’indennizzo varia da un minimo di quattro a un massimo di ventiquattro mensilità, calcolate sull’ultima retribuzione. Tale cifra sarà determinata da un giudice e modulata in base alla gravità dell’abuso, alla frequenza dei contratti temporanei stipulati e alla durata complessiva del rapporto di lavoro. Rimane, inoltre, la possibilità per il lavoratore di presentare ulteriori richieste di risarcimento per danni aggiuntivi.

La riforma per evitare sanzioni dall’Unione Europea

La misura si inserisce in un quadro di adeguamento della legislazione italiana agli standard europei, per evitare ulteriori sanzioni e chiudere la procedura di infrazione aperta nel 2019 dalla Commissione Europea. Bruxelles aveva infatti criticato la normativa italiana, ritenendola inadeguata nel contrastare l’abuso dei contratti a termine nel settore pubblico, e accusando l’Italia di discriminazione verso il personale precario.

Il Parere del sindacato Anief

Marcello Pacifico, presidente del sindacato Anief, ha commentato positivamente l’approvazione della norma, pur sottolineando la necessità di ulteriori interventi per arginare definitivamente il fenomeno del precariato nella scuola. Pacifico ha evidenziato che negli ultimi dieci anni il precariato scolastico è aumentato del 200%, proprio perché le autorità non hanno attuato misure preventive, come l’introduzione di un doppio canale di reclutamento e la stabilizzazione degli idonei ai concorsi e dei precari iscritti nelle Graduatorie provinciali per le supplenze.

Per Pacifico, questo intervento normativo rappresenta solo un primo passo: per risolvere completamente il problema, secondo il sindacalista, occorre stanziare risorse per il rinnovo dei contratti collettivi nazionali del lavoro (CCNL), in modo da garantire parità di trattamento economico e giuridico tra precari e dipendenti di ruolo. Solo così si potrà rispettare il principio di non discriminazione sancito dalla direttiva UE 1999/70. Inoltre, il sindacato sottolinea la necessità di inserire l’indennizzo direttamente nei contratti collettivi, evitando che i lavoratori debbano ricorrere in tribunale.

La norma di riferimento: modifiche al Decreto Legislativo 165/2001

Il testo approvato modifica l’articolo 36 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, stabilendo che, in caso di violazione relativa all’uso ripetuto di contratti a termine, il giudice potrà fissare un risarcimento proporzionato alla gravità dell’abuso e al numero di contratti utilizzati. Tale norma rappresenta un importante passo avanti per la tutela dei lavoratori precari, ma non risolve del tutto il problema del precariato pubblico, che continua a interessare una vasta platea di dipendenti, stimata in circa 450.000 persone tra docenti e personale ATA con oltre 36 mesi di servizio.

Uno strumento per la tutela dei diritti

La nuova legge offre ai lavoratori che hanno subìto contratti a termine ripetuti la possibilità di ottenere un risarcimento economico, purché si rivolgano a un giudice per ottenere il riconoscimento del danno subito. L’iniziativa del Senato rappresenta quindi una risposta concreta alle critiche dell’Unione Europea, ma l’efficacia di tale misura dipenderà dalla sua attuazione e dall’eventuale stanziamento di fondi per il rinnovo contrattuale, richiesto dai sindacati per eliminare le disparità di trattamento tra personale precario e di ruolo.