Un tragico evento ha scosso la comunità del Palabek Refugee Settlement, nel nord-ovest dell’Uganda, dove un fulmine ha colpito un gruppo di rifugiati, provocando la morte di 14 bambini e ferendo 34 persone.
L’incidente è avvenuto durante una cerimonia religiosa all’interno del campo, che accoglie decine di migliaia di rifugiati e richiedenti asilo, in gran parte provenienti dal Sud Sudan.
Le autorità locali hanno confermato che le condizioni meteorologiche nella zona erano estremamente avverse: la regione è stata recentemente colpita da forti piogge, accompagnate da violenti temporali, rendendo il fenomeno atmosferico particolarmente pericoloso per chi si trovava all’aperto.
Tragedia in Uganda: fulmine si abbatte su campo profughi Palabek Refugee Settlement
Il Palabek Refugee Settlement rappresenta una delle principali strutture di accoglienza per le persone in fuga dal conflitto e dall’instabilità del Sud Sudan, una nazione ancora profondamente segnata da anni di guerra civile e crisi umanitaria.
Questa catastrofe naturale, che ha falciato 14 giovani vite già provate da situazioni difficili, evidenzia ancora una volta le difficoltà e i rischi che i rifugiati affrontano quotidianamente, anche in contesti di protezione.
Al momento, i feriti sono stati trasferiti presso le strutture sanitarie più vicine, dove stanno ricevendo le cure necessarie. La polizia ha confermato che sono in corso ulteriori indagini per comprendere meglio le dinamiche di questo tragico incidente. La comunità internazionale ha espresso cordoglio e solidarietà, mentre si rafforzano gli appelli per migliorare le misure di sicurezza nei campi profughi, molti dei quali mancano di strutture adeguate per proteggere gli abitanti dalle emergenze ambientali.
La crisi in Sud Sudan e l’esodo dei rifugiati verso l’Uganda
Il Sud Sudan è stato devastato da anni di conflitto armato e instabilità politica, che hanno causato una grave crisi umanitaria. La guerra civile, iniziata nel 2013, ha visto coinvolti i principali gruppi etnici e politici del paese, con pesanti conseguenze per la popolazione civile. Le violenze, i massacri, le atrocità e la distruzione delle infrastrutture hanno costretto milioni di persone a fuggire dalle loro case, cercando rifugio nei paesi vicini.
L’Uganda, che condivide un lungo confine con il Sud Sudan, è diventata uno dei principali destinatari di questa diaspora. La sua accoglienza nei confronti dei rifugiati sudsudanesi è stata storicamente generosa, grazie anche alla sua politica di porte aperte, che consente ai fuggitivi di entrare senza restrizioni severe.
La vicinanza geografica e la relativa stabilità politica rispetto ad altri paesi della regione fanno dell’Uganda una destinazione privilegiata per chi scappa dalla guerra e dalle persecuzioni nel proprio paese d’origine.
Nonostante le difficoltà interne, come il sovraffollamento nei campi e la scarsità di risorse, l’Uganda continua ad essere un punto di approdo per chi cerca salvezza e speranza in un contesto segnata dalla sofferenza e dall’incertezza.