L’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac) ha diffuso i dati aggiornati sulla qualificazione delle stazioni appaltanti e delle centrali di committenza: ecco il numero totale secondo l’ultimo report.
Si fa così il punto sull’implementazione del sistema introdotto il 1° luglio 2023 per migliorare la gestione degli appalti pubblici. Questo sistema di qualificazione, che monitora costantemente le istanze ricevute tramite piattaforme digitali, si propone di potenziare le capacità tecniche delle amministrazioni italiane nel settore degli acquisti pubblici, proseguendo un percorso di consolidamento previsto dal legislatore.
Il 1° luglio 2024 ha segnato una fase “a regime” del sistema, durante la quale sono scaduti alcuni criteri transitori: si è concluso il periodo in cui venivano assegnati punteggi agevolati per la qualificazione, e non è più possibile la qualificazione con riserva, eccezion fatta per specifici casi previsti dall’art. 63, comma 13 del decreto legislativo 36/2023. Quest’ultima forma di qualificazione con riserva, ammessa per situazioni straordinarie, consente alle stazioni appaltanti e alle centrali di committenza di acquisire le competenze tecniche necessarie, previa presentazione di un’istanza PEC all’Anac.
Il numero delle stazioni appaltanti e delle centrali di commitenza qualificate in Italia
Al 30 settembre 2024, il numero delle stazioni appaltanti qualificate in Italia è di 4.554, mentre le centrali di committenza sono 518. Inoltre, 8.056 amministrazioni italiane hanno convenzioni con le centrali di committenza. Di queste centrali, circa il 75% è collegato a oltre una dozzina di amministrazioni, evidenziando il ruolo crescente di queste strutture nel coordinamento degli appalti.
Delle amministrazioni che hanno presentato domanda di qualificazione, il 75% ha ottenuto la certificazione, mentre l’11% non è soggetto al processo di qualificazione. Circa il 13% delle richieste non ha ottenuto la qualificazione e solo lo 0,7% ha ricevuto la qualificazione con riserva.
Settori di qualificazione: lavori e servizi
La maggioranza delle stazioni appaltanti qualificate (60%) ha ottenuto la certificazione in entrambi i settori (Lavori e Servizi/Forniture) e una percentuale simile ha raggiunto il livello massimo di qualificazione. Entrando nel dettaglio, 3.235 stazioni appaltanti sono qualificate nel settore Lavori, e tra queste, 1.225 hanno anche la certificazione per il Partenariato Pubblico-Privato (PPP). Tuttavia, solo 311 di queste sono centrali di committenza. Per quanto riguarda il settore Servizi e Forniture, 4.091 amministrazioni risultano qualificate, delle quali 1.470 anche per il PPP, mentre solo 304 ricoprono anche il ruolo di centrale di committenza.
Il numero totale di centrali di committenza qualificate in uno o entrambi i settori è di 518 unità, con 388 certificate in entrambi. Tra queste, 464 sono qualificate per il settore Lavori e 442 per Servizi e Forniture, con una prevalenza (circa 75%) di centrali che collaborano con oltre 12 amministrazioni.
Distribuzione geografica delle amministrazioni qualificate
Analizzando i dati regionali, la Lombardia, il Lazio e la Campania emergono come le aree con il maggior numero di amministrazioni qualificate in termini assoluti. Tuttavia, in proporzione al numero totale di amministrazioni iscritte all’Anagrafe Unica delle Stazioni Appaltanti (AUSA), è la Sardegna a registrare la percentuale più alta di amministrazioni qualificate, seguita da Friuli-Venezia Giulia e, limitatamente al settore Lavori, dall’Abruzzo. Per le centrali di committenza, invece, Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio e Toscana ospitano il numero più alto, con un’incidenza percentuale maggiore rispetto alle amministrazioni presenti in AUSA nelle regioni Sardegna, Emilia-Romagna e Abruzzo.
Formazione e competenze
Uno dei temi chiave del report Anac riguarda la formazione del personale nelle amministrazioni appaltanti. Esistono differenze significative tra chi ha ottenuto il livello massimo di qualificazione e chi non ha superato il processo di certificazione. Le amministrazioni qualificate ai livelli più elevati mostrano un investimento consistente in formazione specialistica e avanzata, con un numero maggiore di dipendenti qualificati e con esperienza. Al contrario, le amministrazioni con qualificazione intermedia o minima e le non qualificate presentano profili simili per quanto riguarda le competenze del personale e il numero di dipendenti formati, con alcune differenze marginali.
Le conclusioni dell’Autorità
In definitiva, l’Anac evidenzia come il sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti e delle centrali di committenza stia gradualmente consolidando un nuovo assetto organizzativo nel settore degli appalti pubblici in Italia. Questo processo, sostenuto da una formazione specifica e da una maggiore collaborazione tra amministrazioni, rappresenta un passo avanti verso una gestione più efficiente e trasparente degli appalti, come richiesto dal legislatore.
Il dossier
Qui il testo completo del documento curato dall’Anac.