Il Disegno di Legge di Bilancio per il 2025, attualmente in discussione, introduce diverse misure che avranno un impatto significativo sui bilanci dei comuni italiani: prima nota dell’Anci che avverte il pericolo che corrono gli enti locali con i tagli in arrivo.
L’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani ha diffuso una nota dettagliata per fare luce sugli impatti concreti del disegno di legge di bilancio 2025 sulle amministrazioni locali.
Questo documento evidenzia come le misure proposte possano influire direttamente sulle capacità operative e di spesa dei Comuni, molti dei quali già affrontano difficoltà finanziarie. Il dibattito sul Disegno di Legge di Bilancio è ovviamente ancora in corso, e l’Anci continua a chiedere modifiche che garantiscano maggior sostegno agli enti locali e tutelino la loro capacità di programmazione e investimento a lungo termine.
- Tagli alla spesa pubblica
- Contenimento della spesa pubblica
- Riduzione dei fondi per investimenti
- Un pareggio di bilancio più rigoroso
- Sostegno parziale per spese di affidamento di minori
- Aumento dei fondi per la perequazione
- Maggiori risorse per Città Metropolitane e Province
- La preoccupazione delle municipalità per i tagli alla spesa pubblica
- Legge di Bilancio 2025, le novità per i comuni nella nota Anci
Tagli alla spesa pubblica
Uno degli interventi più rilevanti riguarda i tagli alla spesa pubblica: a partire dal 2024, infatti, il bilancio statale prevede una riduzione progressiva delle risorse destinate ai Comuni. Nello specifico, è stata stabilita una riduzione di 300 milioni di euro all’anno per il biennio 2024-2025, seguita da un’ulteriore contrazione di 200 milioni di euro annui nel triennio 2026-2028.
Questi tagli, secondo l’Anci, rappresentano un onere significativo per le amministrazioni comunali, soprattutto considerando l’importanza di tali fondi per finanziare servizi essenziali alla cittadinanza, quali la manutenzione delle infrastrutture, l’assistenza sociale e la gestione dei rifiuti.
Contenimento della spesa pubblica
L’articolo 104 del disegno di legge introduce inoltre un accantonamento obbligatorio sui bilanci comunali, vincolando parte delle risorse correnti a essere spese solo l’anno successivo per investimenti o per la riduzione del debito. L’accantonamento, che sarà progressivo, prevede importi crescenti fino a raggiungere i 440 milioni di euro entro il 2029, imponendo una gestione più restrittiva delle spese.
Riduzione dei fondi per investimenti
Le risorse destinate agli investimenti, come piccoli progetti infrastrutturali e programmi di rigenerazione urbana, subiranno una riduzione del 20-30% nei prossimi cinque anni. Un taglio significativo riguarda anche i fondi che le Regioni erano obbligate a trasferire ai Comuni per investimenti, eliminando un vincolo che riservava il 70% di tali risorse alle amministrazioni comunali.
Un pareggio di bilancio più rigoroso
Il disegno di legge impone ai Comuni un saldo di bilancio più stringente rispetto al tradizionale pareggio. Questo vincolo include anche gli avanzi di bilancio e gli accantonamenti, ed è pensato per essere valutato inizialmente a livello complessivo. In caso di sforamenti, solo i Comuni non in regola subiranno sanzioni. Ad oggi, circa 600 enti locali risultano non rispettare gli standard.
Sostegno parziale per spese di affidamento di minori
Per coprire parte delle spese legate all’affidamento di minori e alle famiglie in difficoltà, verrà creato un fondo pluriennale di 100 milioni di euro annui per il periodo 2025-27. Tuttavia, l’Anci ha richiesto di incrementare questi fondi a 250 milioni per far fronte alle esigenze crescenti. La distribuzione dei fondi sarà rivolta principalmente agli enti con una maggiore incidenza di spesa per affidamenti rispetto al totale delle spese sociali.
Aumento dei fondi per la perequazione
Per supportare i Comuni nel raggiungimento degli obiettivi di perequazione delle risorse entro il 2030, il Fondo di Solidarietà Comunale (FSC) riceverà stanziamenti aggiuntivi che aumenteranno progressivamente fino a 310 milioni di euro nel 2030. Questo provvedimento mira a dimezzare l’impatto finanziario della perequazione, e il primo riparto delle risorse sarà definito entro gennaio 2025.
Maggiori risorse per Città Metropolitane e Province
Il provvedimento prevede anche un incremento dei finanziamenti per le Città Metropolitane e le Province, che riceveranno 50 milioni di euro aggiuntivi ogni anno dal 2025 al 2030, con una dotazione stabile di 600 milioni di euro annui a partire dal 2031.
Turnover limitato per il personale comunale
La normativa proposta reintroduce, per il 2025, un limite al turnover per le assunzioni a tempo indeterminato nei Comuni e nelle Città Metropolitane con oltre 20 dipendenti, fissandolo al 75%. Questa disposizione rischia di compromettere i piani triennali di assunzione già avviati e i processi di mobilità interna tra enti, con potenziali ricadute legali in caso di annullamento delle selezioni in corso. L’Anci sottolinea come questa misura contraddica il principio di sostenibilità finanziaria introdotto nel 2020 e potrebbe mettere a rischio l’attuazione della riforma prevista dal PNRR, il cui obiettivo è proprio quello di rafforzare la capacità amministrativa degli enti locali.
La preoccupazione delle municipalità per i tagli alla spesa pubblica
La misura della spending review ha sollevato preoccupazioni in relazione alle prospettive di investimento: i Comuni, privati di risorse cruciali, potrebbero dover rinunciare a progetti di sviluppo o rivedere le proprie priorità di spesa. Questa riduzione dei finanziamenti arriva in un momento in cui molti enti locali stanno tentando di adattarsi ai vincoli introdotti dalle recenti riforme fiscali e amministrative, che richiedono una maggiore efficienza gestionale e una sostenibilità finanziaria a lungo termine. Secondo l’Anci, senza risorse adeguate, sarà sempre più complesso mantenere i servizi di base e, al contempo, investire in progetti di innovazione e sviluppo urbano.
I tagli previsti rappresentano dunque una sfida per le amministrazioni locali, già alle prese con crescenti obblighi di contenimento della spesa e con l’esigenza di rispettare nuovi obiettivi di bilancio, come il rafforzamento della perequazione tra i Comuni e il rispetto del pareggio di bilancio. In questo contesto, l’Anci sta cercando di sensibilizzare il governo affinché si possa trovare un compromesso che permetta ai Comuni di garantire servizi essenziali senza compromettere il proprio equilibrio economico e operativo.