Il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL) ha presentato la Relazione 2024 sui servizi pubblici, con particolare attenzione alla sanità italiana, evidenziando le profonde criticità che caratterizzano il sistema pubblico italiano.
La sanità è stata definita come un settore “emblematico” delle difficoltà strutturali che affliggono la Pubblica Amministrazione, e questo non solo per la mancanza di risorse, ma anche per il mancato raggiungimento degli obiettivi strategici fissati.
I problemi della sanità italiana evidenziati dalla relazione 2024 del CNEL
Secondo il CNEL, uno dei principali problemi è il livello insufficiente di investimenti pubblici, che risulta ben al di sotto rispetto a quello dei principali paesi europei con cui l’Italia si confronta. Tale gap finanziario si riflette non solo nella sanità, ma anche in molti altri settori dei servizi pubblici. Nonostante un leggero aumento della spesa sanitaria pubblica dal 2020 in poi, questa rimane tra le più basse d’Europa, coprendo solo il 75,6% del totale delle spese. A fronte di questo, la spesa privata sostenuta dai cittadini è in costante crescita, con un incremento del 5% nell’ultimo anno.
Questo squilibrio economico ha pesanti ripercussioni sull’accessibilità e l’efficienza dei servizi sanitari. Le liste d’attesa si allungano, rendendo sempre più difficile ottenere cure nei tempi necessari e, spesso, costringendo i cittadini a rinunciare ai trattamenti per ragioni economiche. Nel 2023, il 7,6% della popolazione ha dichiarato di aver dovuto rinunciare a cure mediche necessarie per motivi legati a costi e organizzazione, mentre l’1,6% delle famiglie ha subito un impoverimento legato a problemi di salute.
Divario nelle regioni
Un altro aspetto evidenziato dal CNEL è il divario di prestazioni tra le diverse regioni italiane. Secondo l’analisi di CREA Sanità, la qualità delle cure varia notevolmente, con alcune regioni del centro-nord che raggiungono il 60% di valutazioni positive, contro il 26% di alcune regioni del sud. Questo divario penalizza soprattutto i cittadini con maggiori difficoltà economiche e sociali, aumentando le disuguaglianze.
Carenza di personale
La relazione sottolinea anche la carenza di personale nel settore sanitario, una problematica che si è aggravata negli ultimi anni. In particolare, il rapporto evidenzia una crisi legata all’invecchiamento del personale, alla mancanza di ricambio generazionale e alla crescente fuga di professionisti dalla sanità pubblica, con molti che scelgono di trasferirsi all’estero o di abbandonare il settore pubblico per il privato. Le aree più colpite da questa carenza di personale sono il pronto soccorso, la medicina di base e il comparto infermieristico, settori strategici per garantire un servizio efficiente.
In conclusione, il CNEL lancia un chiaro messaggio sulla necessità di intervenire urgentemente con maggiori investimenti e un miglioramento delle condizioni di lavoro nel settore sanitario, per evitare un ulteriore peggioramento delle disuguaglianze e garantire un accesso equo alle cure per tutti i cittadini.