La riforma del Codice della strada ha ottenuto l’approvazione definitiva anche dal Senato, e si prospettano diverse novità per biciclette e ciclisti, che fanno discutere e che rientrano in un più ampio bilancio critico.


Nelle scorse settimane l’iter istruttorio ha subito una robusta accelerata in virtù di un accordo trovato nella maggioranza e la volontà espressa di procedere all’approvazione del testo licenziato a marzo alla Camera senza ulteriori modifiche.

Questa semplificazione del percorso ha quindi favorito l’ok definitivo alla legge. Tutti i principali rilievi e le osservazioni raccolti al passaggio in Commissione Ambiente e Lavori Pubblici di Palazzo Madama risultano adattati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti mediante la decretazione delegata prevista dall’articolo 35 del Ddl di riforma del Codice, evitando il ritorno nell’altro ramo del Parlamento.

Nuovo Codice della Strada: le novità per i ciclisti

Il Codice della Strada così riformato contiene alcune norme che interessano i ciclisti. Analizziamo in breve quali saranno le novità previste.

Distanza di sicurezza e zone di circolazione

La prima e più importante novità riguarda l’introduzione dell’obbligo, per gli automobilisti, a mantenere una distanza di sicurezza, identificata in 1,5 metri dal ciclista, laddove si trovino a sorpassare una bicicletta, ma soltanto in quei casi “ove le condizioni della strada lo consentano”. Per i ciclisti in città, un’altra importante novità è rappresentata dalla zona di attestamento ciclabile, una linea di arresto al semaforo che dovrà essere posta in una posizione più avanzata per le biciclette rispetto alle automobili e che dovrebbe consentire di ripartire più agevolmente e con più sicurezza quando scatta il verde. La novità non vale per tutte le strade cittadine ma solo su quelle con un’unica corsia per senso di marcia e in presenza di una pista ciclabile.

Non è consentito in nessun caso l’uso del marciapiede per la circolazione delle biciclette, aspetto invariato rispetto al codice della strada in vigore, a meno che ovviamente non vi sia una pista ciclabile o non si tratti di una zona ciclopedonale.

Divieto di traino

Divieto per i ciclisti di trainare animali come spesso accade, o di trasportare persone di dietro, salvo che la bici non sia stata appositamente costruita e attrezzata per tale uso. Nel caso in cui si voglia trasportare un bambino si dovrà fissare un seggiolino omologato nella parte posteriore della bicicletta importante che il supporto non ostacoli in alcun modo la libertà di movimento e la visuale del guidatore della bicicletta.

Se si violano le suddette disposizioni si rischia di incorrere in multe e sanzioni. La somma da pagare è variabile e va da un minimo di 26 ad un massimo di 102 euro. La sanzione aumenta da 42 a 176 euro nel caso in cui la bici preveda il trasporto di più persone.

Dispositivi catarifrangenti

Per quanto riguarda i dispositivi catarifrangenti, sempre in base al Codice della strada attualmente in vigore, nella versione aggiornata nel 2022, sono obbligatori nelle gallerie o dopo il tramonto se si circola in zone fuori dal centro abitato. Le biciclette per circolare su strada devono infatti avere un impianto luminoso posteriore di colore rosso e uno anteriore di colore bianco, essere fornite di campanello, che risulta un elemento indispensabile su ogni modello. Solamente i veicoli che presentino tutti questi elementi possono essere considerati idonei per la guida su strada. Il ciclista dovrà indossare il giubbotto o le bretelle catarifrangenti, oltre ad avere le luci posteriori e anteriori del mezzo funzionanti. Le luci dovranno essere accese da mezz’ora dopo il tramonto fino a mezz’ora prima del suo sorgere, in galleria, e in caso di pioggia, nebbia o neve.

Divieto assoluto di cellulare, alcool e stupefacenti

L’unica vera grande novità, che ci si augura sarà in grado di garantire più sicurezza ai ciclisti, in strada, e non solo ai ciclisti è che il nuovo Codice della Strada all’esame del Parlamento introduce una importante stretta per chi guida usando il cellulare, ed anche pene molto severe per chi si metterà alla guida sotto l’effetto di alcool o stupefacenti e prevede un aumento delle sanzioni per eccesso di velocità.

Le proteste delle associazioni di ciclisti

Contestata da diverse associazioni di ciclisti la mancata modifica dei limiti di velocità nei centri urbani che invece rimangono invariati. La proposta avanzata da più parti di portare il limite a 30 km/h nei centri urbani, per ridurre il rischio di incidenti, come si sta sperimentando in alcune città in Emilia Romagna, ad esempio, dove la tradizione della mobilità urbana in bici è molto diffusa, non è stata presa in considerazione. Altra misura su cui si sono avanzati dubbi, contenuta nel precedente codice della strada e su cui non si è intervenuti con modifiche, ritenuto pericoloso, è la norma che vede i ciclisti tenuti a procedere in fila indiana e non appaiati, in tutti i casi in cui le condizioni della circolazione lo richiedano, sia sulle strade urbane che extraurbane.

Per chi utilizza la bicicletta come mezzo di trasporto, niente obbligo di casco, che però è una misura fortemente consigliata sia nei tratti urbani che extraurbani. Rimane invariato l’obbligo di “condurre il veicolo a mano quando, per le condizioni della circolazione, siano di intralcio o di pericolo per i pedoni. In tal caso sono assimilati ai pedoni e devono usare la comune diligenza e la comune prudenza”.

Questa parte del Codice della strada è anche il riferimento centrale di una recente sentenza, la Corte di cassazione penale, sez. quarta, nella sentenza n. 37113 dell’8/10/2024, che ha visto assolto dall’accusa di omicidio colposo un autista di un autobus di linea che aveva investito un ciclista sulle strisce pedonali. A tutelare l’autista, seppur nel tragico accadimento, il fatto che il conducente del mezzo pubblico aveva la precedenza, mentre l’autobus aveva già completato la propria manovra di svolta.

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