Durante una conferenza stampa, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha spiegato i dettagli della manovra 2025 e del Documento programmatico di bilancio (Dpb) dell’Italia inviato alla Commissione Europea. Ma da opposizione e associazioni piovono critiche.


Il documento, parte integrante della procedura di sorveglianza economica dell’Unione Europea, serve a presentare a Bruxelles i propri piani di bilancio per l’anno successivo.

Il Dpb, insieme al bilancio di previsione, fornisce una visione completa delle misure che il governo intende adottare per promuovere la crescita economica e mantenere la sostenibilità delle finanze pubbliche. Tuttavia, il Piano strutturale di bilancio (Psb), che dovrebbe delineare gli interventi di medio-lungo termine per l’aggiustamento dei conti, non è stato ancora presentato.

Questo documento sarà fondamentale per mostrare come l’Italia intende rispettare gli impegni europei in materia di deficit e debito.

Il ministro Giorgetti presenta in Conferenza Stampa la Manovra e il DPB 2025

Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha illustrato i dettagli delle misure previste nella manovra e ha sottolineato come il governo italiano abbia raggiunto un accordo con la Commissione Europea per estendere a sette anni il periodo di aggiustamento strutturale del bilancio.

Si tratta di un compromesso che riconosce le difficoltà economiche causate dal contesto globale, tra cui la guerra in Ucraina e l’aggravarsi della crisi in Medio Oriente, che stanno influenzando negativamente le prospettive di crescita economica.

Il governo ha ribadito il suo impegno a mantenere la spesa netta entro un sentiero di crescita programmato per i prossimi tre anni. Questo significa che l’esecutivo intende tenere sotto controllo la crescita della spesa pubblica, evitando sforamenti che potrebbero compromettere l’equilibrio di bilancio. In questo quadro, la sfida sarà trovare un equilibrio tra la necessità di sostenere l’economia e le famiglie italiane e quella di rispettare i vincoli fiscali imposti dall’Unione Europea.

Qui di seguito potete rivedere la conferenza stampa del Ministro Giorgetti.

Ma come vedremo più avanti è già guerra aperta tra la maggioranza e l’opposizione.

Il contenuto del Documento Programmatico di Bilancio 2025

Uno degli obiettivi principali è la riduzione del rapporto deficit/Pil, con l’obiettivo di farlo scendere dal 3,8% previsto per il 2024 al 3,3% nel 2025. La riduzione del deficit sarebbe  importante non solo per garantire la sostenibilità del debito pubblico, che rimane uno dei più alti in Europa, ma anche per preservare la fiducia dei mercati internazionali e degli investitori, elementi fondamentali per la stabilità economica del Paese.

La riduzione del deficit, insieme a un controllo più rigoroso della spesa pubblica, rientra in una più ampia strategia volta a garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche italiane. In particolare, il governo ha indicato che ogni linea di intervento sarà accompagnata da obiettivi misurabili e indicatori chiari per monitorare i progressi nel tempo, in linea con le Raccomandazioni Specifiche del Consiglio UE e con le priorità comuni dell’Unione Europea.

Qui il Documento Programmatico di Bilancio 2025.

Qui l’Appendice VI al Piano Strutturale di Bilancio.

I dettagli sulla Manovra 2025

Con uno stanziamento di circa 30 miliardi di euro per il 2025, che aumenterà progressivamente fino a oltre 40 miliardi nel 2027, il governo mira a intervenire in settori chiave come la riduzione delle imposte, il rafforzamento del sistema sanitario e il sostegno alle famiglie, oltre a promuovere l’occupazione, soprattutto nel Mezzogiorno.

Taglio della pressione fiscale

Uno degli aspetti centrali della manovra è il taglio della pressione fiscale, un provvedimento che punta ad alleggerire il carico sulle fasce più vulnerabili della popolazione, ossia lavoratori dipendenti e pensionati con redditi medio-bassi. Questo intervento, che si pone in linea con le precedenti manovre del governo, prevede un’ulteriore riduzione del cuneo fiscale, già introdotta in parte nel 2024, e l’accorpamento delle aliquote IRPEF su tre scaglioni.

Rinnovo contratti pubblici

Il rinnovo dei contratti pubblici è un’altra delle priorità. Le risorse necessarie per finanziare i contratti del triennio 2025-2027 saranno disponibili sin da subito, con l’obiettivo di garantire aumenti salariali adeguati per i dipendenti del settore pubblico.

Sanità

Si punta anche a sostenere il sistema sanitario nazionale, un settore che continua a essere al centro delle preoccupazioni del governo, soprattutto alla luce delle criticità emerse negli ultimi anni. Lo stanziamento per il rinnovo dei contratti del personale sanitario verrà incrementato in linea con la crescita del PIL nominale, assicurando che il settore possa continuare a funzionare efficacemente e a rispondere alle esigenze della popolazione.

Famiglie

Il sostegno alle famiglie è un altro pilastro della manovra. Tra le misure principali c’è la conferma e il rafforzamento dei bonus per la natalità, inclusa una “Carta per i nuovi nati” che garantisce un contributo di 1.000 euro alle famiglie con un ISEE inferiore a 40.000 euro. Inoltre, i bonus per gli asili nido saranno potenziati, con l’esclusione dell’assegno unico universale dal calcolo dell’ISEE, per rendere i benefici ancora più accessibili.

Occupazione

Anche l’occupazione nel Mezzogiorno riceve un’attenzione particolare, con il rinnovo degli incentivi per l’assunzione di giovani e donne nelle regioni meridionali. Tali incentivi, previsti anche per il biennio 2026-2027, si inseriscono in una più ampia strategia per ridurre il divario economico tra Nord e Sud. Inoltre, il governo conferma la decontribuzione per le imprese localizzate nelle Zone economiche speciali (ZES), oltre a ulteriori agevolazioni per incoraggiare l’impiego nei settori strategici come la transizione digitale ed ecologica.

Pensioni

Sul fronte delle pensioni, la manovra mantiene le disposizioni già introdotte nella legge di bilancio 2024, con incentivi per quei lavoratori che, pur avendo raggiunto l’età pensionabile, scelgono di continuare a lavorare. Questo tipo di misure è pensato per favorire una maggiore flessibilità nel mondo del lavoro e incentivare la permanenza dei lavoratori più esperti.

Investimenti pubblici

Per quanto riguarda gli investimenti pubblici, il governo intende assicurare la continuità della spesa anche dopo la conclusione del PNRR. Particolare attenzione è riservata al potenziamento degli investimenti nel settore della difesa, con lo scopo di garantire la sicurezza nazionale e rispettare gli impegni internazionali. Nel contesto del nuovo quadro di regole europee, sarà fondamentale mantenere un approccio equilibrato che favorisca sia la crescita economica sia la sostenibilità finanziaria a lungo termine.

Le critiche delle opposizioni

Adesso, dopo aver sintetizzato tutte le misure previste passiamo al lato “critico”, con le opposizioni che sono già sul piede di guerra.

Bugie sulla sanità

Le critiche più accese sulla Legge di Bilancio 2025 riguardano i fondi destinati alla sanità, un settore già in affanno a causa di tagli pregressi e carenze strutturali. Il governo ha annunciato uno stanziamento di 3,7 miliardi di euro per il settore sanitario, ma l’opposizione, guidata da Elly Schlein del Partito Democratico, ha sollevato dubbi sulla reale consistenza di queste risorse. Secondo Schlein, i fondi effettivamente disponibili per il 2025 si riducono a soli 900 milioni di euro, una cifra molto inferiore a quanto dichiarato pubblicamente dal governo. Questa discrepanza ha portato Schlein ad accusare l’esecutivo di fare “propaganda”, sottolineando che la cifra promessa non corrisponde alle risorse effettive, creando aspettative che non saranno soddisfatte.

La questione dei fondi per la sanità ha toccato un nervo scoperto, poiché il sistema sanitario nazionale è già sotto pressione, con lunghe liste d’attesa e pronto soccorso sovraffollati. Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, ha espresso forte preoccupazione per la situazione critica dei pronto soccorso e per i tempi di attesa per gli esami diagnostici, sollecitando il ministro della Salute, Orazio Schillaci, a ottenere finanziamenti adeguati per rispondere a queste emergenze. La sanità è uno dei temi che più preoccupa l’opinione pubblica, e l’assenza di fondi sufficienti rischia di aggravare ulteriormente i problemi già esistenti, compromettendo l’accesso dei cittadini a cure tempestive e di qualità.

Le banche non saranno “toccate”?

Oltre alla questione sanitaria, un altro punto centrale di critica riguarda la tanto discussa tassa sulle banche. Sia Schlein che Conte hanno accusato il governo di aver introdotto una misura insufficiente, definendola un “imbroglio” o addirittura un “prestito” che i contribuenti dovranno restituire tra il 2027 e il 2029. La misura, che era stata presentata come un intervento strutturale per tassare gli extra-profitti del settore bancario, si è rivelata meno incisiva di quanto annunciato. La possibilità di restituzione dei fondi raccolti entro pochi anni ha portato le opposizioni a considerare l’intervento come un palliativo temporaneo, più che una vera riforma fiscale. Questa percezione di scarsa incisività ha alimentato il malcontento nei confronti di un governo accusato di proteggere gli interessi delle grandi aziende e dei settori finanziari a scapito delle esigenze dei cittadini.

Anche Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana) e Angelo Bonelli (Verdi) hanno espresso dure critiche, definendo la misura una vera e propria “truffa”. Le loro accuse si sono concentrate su Giorgia Meloni, che secondo i due esponenti dell’opposizione avrebbe fatto promesse in aula che non trovano riscontro nelle misure reali del bilancio. Le dichiarazioni di Meloni sono state percepite come poco trasparenti, aggravando la sfiducia nei confronti di un governo che sembra, agli occhi delle opposizioni, più orientato a mantenere equilibri politici interni che a risolvere concretamente i problemi del Paese.

Riduzione del welfare

Un ulteriore elemento di criticità riguarda i tagli previsti ai ministeri nel Documento programmatico di bilancio (Dbp) inviato alla Commissione Europea. Per il 2025, il governo ha annunciato tagli complessivi tra i 2,3 e i 2,4 miliardi di euro, escludendo però il settore sanitario da queste riduzioni.

Tuttavia, gli altri ministeri, inclusi quelli della cultura, dell’istruzione, dell’università e dei trasporti, dovranno affrontare tagli lineari medi del 5%. Questo significa che molte delle risorse destinate a servizi essenziali per i cittadini, come la scuola e la cultura, saranno ridotte, alimentando la preoccupazione di un ulteriore impoverimento del eelfare già sottofinanziato.

Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha giustificato questi tagli spiegando che le risorse risparmiate serviranno a finanziare interventi a beneficio di imprese e cittadini, tra cui i “18 miliardi” destinati a coprire il taglio del cuneo fiscale per i prossimi cinque anni. Tuttavia, anche qui l’opposizione ha denunciato quella che definisce una presa in giro: il segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari, ha spiegato che la riduzione del cuneo fiscale, tanto celebrata dal governo, sarà in realtà finanziata dall’aumento delle tasse pagate da lavoratori e pensionati.

Ferrari ha evidenziato come, tra gennaio e agosto 2024, i contribuenti abbiano già versato oltre 10 miliardi di euro in più di Irpef, creando un “tesoretto” che ora verrà usato per ridurre il costo del lavoro. In pratica, i benefici derivanti dalla decontribuzione e dall’accorpamento delle prime due aliquote Irpef sarebbero pagati quasi interamente dai lavoratori stessi, che non vedrebbero quindi un vero alleggerimento della pressione fiscale.