È stata depositata alla Camera una nuova proposta di legge sul diritto alla disconnessione: ecco di cosa si tratta.


Possibili novità in arrivo per chi lavora da casa: un gruppo di parlamentarti del Partito Democratico ha presentato una proposta di legge sul diritto alla disconnessione.

Il tema, quindi arriva anche in Italia, dopo l’emanazione di diverse leggi nell’Unione Europea e negli altri Paesi.

A beneficiare della proposta sarebbero soprattutto lavoratori autonomi e professionisti. Nel caso in cui la proposta fosse accettata, gli ordini e le associazioni professionali sarebbero tenuti ad adeguare i propri codici deontologici entro sei mesi.

Per “diritto alla disconnessione”, parliamo del diritto del lavoratore di non essere costantemente reperibile. Ciò intende la libertà di non rispondere alle comunicazioni di lavoro durante i periodi di riposo, senza che ci siano conseguenze sulla situazione lavorativa.

Vediamo allora cosa prevede la proposta di legge.

Proposta di legge diritto alla disconnessione: ecco il contenuto

Un gruppo di parlamentari del Partito Democratico, in collaborazione con “L’asSociata” (realtà giovanile attiva sui temi del lavoro e dei diritti) ha presentato una proposta di legge, alla Camera, sul diritto alla disconnessione, nell’ambito del progetto “Lavoro, poi stacco”.

La proposta prevede l’inclusione di questo diritto anche in Italia.
Nel nostro Paese, infatti, il diritto alla disconnessione non è definito come negli altri Paesi.

L’unico riferimento legislativo è contenuto nella legge 81/2017 sul lavoro agile, che prevede che “nel rispetto degli obiettivi concordati e delle relative modalità di esecuzione del lavoro autorizzate dal medico del lavoro, nonché delle eventuali fasce di reperibilità, il lavoratore ha diritto alla disconnessione dalle strumentazioni tecnologiche e dalle piattaforme informatiche di lavoro senza che questo possa comportare, di per sé, effetti sulla prosecuzione del rapporto di lavoro o sui trattamenti retributivi”.

Ma questo diritto non viene definito a livello di legge quadro. Perciò, si lascia la definizione ai vari accordi collettivi.

Questa proposta di legge vuole colmare il vuoto normativo e definisce comunicazione “qualsiasi forma di contratto tra datori di lavoro e lavoratori o tra lavoratori effettuata tramite telefono, mail, servizi di messaggistica istantanea o piattaforme di collaborazione”.

L’obiettivo è quello di permettere ai lavoratori di non ricevere alcuna comunicazione dal datore di lavoro o dal personale, fuori dall’orario di lavoro o comunque per un periodo minimo di 12 ore dalla fine del turno lavorativo.

Le eventuali comunicazioni effettuate fuori dalle fasce orarie di lavoro non sarebbero obbligatorie per i lavoratori, a meno che non siano urgenti o necessarie. In questo caso, però, il lavoratore avrebbe il dovere di leggerle e di adempiere agli obblighi soltanto alla ripresa dell’orario di lavoro.

Nel caso in cui non venga rispettato il diritto alla disconnessione, è prevista una sanzione amministrativa che può andare dai 500 ai 3mila euro.