Cosa sta accadendo a Gibellina, in Sicilia, e perché in molti sostengono che il Cretto di Burri, famosa opera di land art, sia minacciato dall’invasione del fotovoltaico?


In Sicilia, la rapida espansione del fotovoltaico sta trasformando il volto dell’Isola, generando preoccupazioni su impatti ambientali e culturali: un caso emblematico è Gibellina (Trapani), dove l’installazione di un impianto agrovoltaico a ridosso del celebre “Cretto di Burri” ha acceso il dibattito pubblico.

Gli agricoltori, pressati dalla crisi idrica e dalle difficoltà economiche, stanno infatti cedendo sempre più frequentemente le loro terre alle multinazionali dell’energia per l’installazione di pannelli solari.

E questo rischia di compromettere il paesaggio e la nostra cultura: scopriamone i motivi.

L’origine delle polemiche

Il crescente interesse per il fotovoltaico in Sicilia ha portato a un fenomeno preoccupante: la trasformazione di ampie aree agricole in siti per la produzione di energia solare. Questa transizione, sebbene motivata da necessità ecologiche e da un urgente bisogno di fonti di energia rinnovabile, presenta rischi significativi per l’agricoltura locale e per la sicurezza alimentare dell’Isola. Secondo stime recenti, la perdita potenziale di terre coltivabili potrebbe raggiungere il 30% dei campi di grano, un dato che mette in allerta agricoltori e abitanti delle zone interessate.

Tra le aziende più attive in questa espansione c’è la Tozzi Green, che ha messo in campo una serie di progetti volti a installare impianti fotovoltaici su terreni agricoli. Il progetto più controverso è senza dubbio quello di Gibellina, dove è previsto un impianto di 48 megawatt su una superficie di 50 ettari. 

Questo grosso gruppo societario ha in corso anche altre operazioni simili sul territorio siciliano. Una a Catania, in località Passo Cavaliere per 58,4 MWp; altra operazione simile della potenza nominale pari a 40 MWp, è in corso nel Comune di Centuripe (EN), in località “Piana di Mazza”, con il coinvolgimento, per le per le opere ed infrastrutture necessarie, dei comuni di Adrano (CT) e Biancavilla (CT).

Questi interventi hanno suscitato forte opposizione da parte delle autorità locali, dei sindaci e di vari gruppi ambientalisti, che esprimono preoccupazioni non solo per la perdita di suolo agricolo, ma anche per l’impatto estetico e culturale che questi impianti possono avere sul paesaggio.

La Sicilia “invasa” dal fotovoltaico: il caso di Gibellina e del Cretto di Burri

Gibellina, una cittadina che ha conosciuto la devastazione a causa del terremoto del 1968, è emersa dalle macerie grazie a una visione artistica e culturale che ha trasformato il dolore in bellezza. Questa rinascita è stata guidata da figure come Ludovico Corrao, il sindaco visionario che ha promosso un ambizioso programma di ricostruzione, puntando non solo a ripristinare la città, ma a farne un centro di arte contemporanea. Il risultato è un patrimonio culturale unico, che si è arricchito di opere d’arte, installazioni e progetti che celebrano l’identità e la storia della comunità.

Uno degli elementi più emblematici di questa trasformazione è il “Cretto di Burri“, un’opera monumentale realizzata dall’artista Alberto Burri tra il 1984 e il 1989. Questo progetto di land art consiste in una vasta distesa di cemento bianco che copre le rovine del vecchio paese, distrutto dal sisma. Il “Cretto” non è solo un’opera d’arte, ma un memoriale che racconta la storia di una comunità che ha subito un trauma collettivo. Esso simboleggia la capacità di resistere e di ricostruirsi, rappresentando un legame profondo tra il passato e il presente.

Il riconoscimento internazionale del “Cretto di Burri” ha reso Gibellina un punto di riferimento per artisti e turisti, attirando visitatori da tutto il mondo. Questa importanza culturale è stata recentemente messa in discussione dalla proposta di installare un ampio parco fotovoltaico nelle vicinanze.

Le critiche dei sindaci di Gibellina e di Santa Ninfa [VIDEO]

Il sindaco di Gibellina Salvatore Sutera ha espresso preoccupazione per l’impatto devastante che l’impianto fotovoltaico potrebbe avere. Secondo Sutera, l’installazione di pannelli solari nelle vicinanze del “Cretto” non solo deturperebbe il paesaggio, ma minerebbe anche l’identità culturale della città. “Così facendo si elimina completamente il paesaggio fonte di ispirazione di Mario Schifano per il suo ciclo della natura“. Gibellina è infatti una comunità che ha lottato per preservare la sua storia e il suo patrimonio, e l’impatto di un progetto industriale di queste dimensioni sarebbe percepito come una violazione della sua essenza.

A fargli da spalla il sindaco di Santa Ninfa Carlo Ferreri. “Mi appello al Presidente della Regione Renato Schifani, a tutti gli artisti e a tutte le donne e gli uomini che hanno a cuore la bellezza e il destino di Gibellina, affinché non si perpetri questa violenza inaudita sulla città e su tutto il territorio del Belìce“.

Pertanto le autorità locali si sono mobilitate per tutelare il loro patrimonio, sottolineando che il progetto di Tozzi Green minaccia di alterare in modo irreversibile il paesaggio storico e culturale della zona. I sindaci di Gibellina e Santa Ninfa hanno firmato appelli e richieste di revisione, chiedendo un’attenta valutazione degli impatti a lungo termine.

Quando agricoltura e cultura si uniscono sotto la stessa bandiera

Nel dibattito acceso riguardo all’installazione del parco fotovoltaico a Gibellina, due entità si sono distinte per il loro impegno attivo nella salvaguardia del patrimonio culturale e agricolo della zona: l’Associazione Culturale Articolo 9 e Coldiretti.

Insieme, Articolo 9 e Coldiretti stanno alzando la voce contro la prospettiva di un futuro in cui il paesaggio e la cultura siciliana potrebbero essere sacrificati sull’altare dell’industrializzazione. La loro mobilitazione rappresenta una richiesta di un approccio più equilibrato e rispettoso, capace di integrare le necessità energetiche con la conservazione della storia e delle tradizioni che caratterizzano l’identità di Gibellina e della Sicilia nel suo complesso.

Associazione Culturale Articolo 9

L’Associazione Culturale Articolo 9, guidata dal presidente Fabio Granata, ha lanciato un appello forte e chiaro contro l’impianto proposto dalla Tozzi Green. Questo gruppo si pone come custode della bellezza e della storia di Gibellina, mobilitandosi per difendere il paesaggio culturale minacciato dalla progettazione industriale. Granata e i membri dell’associazione sottolineano l’importanza di proteggere non solo il “Cretto di Burri”, ma anche l’intera area circostante, considerata un patrimonio di valore inestimabile per la comunità e per la Sicilia intera.

Articolo 9 mette in evidenza il legame indissolubile tra cultura, natura e identità locale. La loro battaglia non è solo contro l’industrializzazione del territorio, ma a favore di un modello di sviluppo che rispetti le peculiarità del paesaggio siciliano. L’associazione invita a riflettere sulla necessità di conciliare le esigenze di energia rinnovabile con la preservazione delle risorse culturali e storiche, sostenendo che il rispetto per il territorio deve essere prioritario in ogni intervento.

Coldiretti

Dall’altra parte, Coldiretti, la principale organizzazione degli agricoltori in Italia, ha espresso preoccupazioni incisive riguardo alla realizzazione del parco fotovoltaico a Gibellina. La confederazione ha denunciato come la proposta di installare un “parco fotovoltaico sterminato e sconvolgente” minacci la tradizione agricola locale e la sicurezza alimentare della Sicilia. Coldiretti avverte che la perdita di suolo agricolo per l’installazione di pannelli solari non solo impoverirebbe il panorama agricolo, ma comprometterebbe anche l’economia rurale, già in difficoltà.

L’organizzazione ha messo in evidenza come Gibellina sia un simbolo della resilienza agricola e culturale dell’Isola. La presenza di impianti fotovoltaici in aree dedicate all’agricoltura potrebbe minare gli sforzi per valorizzare il territorio e promuovere un’agricoltura sostenibile. Coldiretti sottolinea l’importanza di tutelare il patrimonio agricolo siciliano, esortando le istituzioni a trovare soluzioni che permettano lo sviluppo di energie rinnovabili senza compromettere l’agricoltura.

Tutelare l’eredità della memoria

Le preoccupazioni non riguardano dunque solo la bellezza del luogo, ma anche l’eredità culturale che il “Cretto di Burri” rappresenta. Questo monumento non è solo una testimonianza del passato, ma un simbolo di speranza e resilienza, che ricorda la capacità della comunità di affrontare e superare le avversità. La proposta di un parco fotovoltaico, per quanto possa apparire necessaria in un contesto di transizione energetica, rischia di compromettere questo patrimonio, minando il legame emotivo tra gli abitanti e il loro territorio.

In questo contesto, le voci contrarie al progetto non si limitano ai soli politici. Artisti, storici e attivisti culturali si stanno unendo per proteggere il “Cretto” e l’intera area circostante. Il dibattito si sposta così su come bilanciare l’urgente necessità di sviluppare energie rinnovabili con la protezione del patrimonio culturale e naturale, una questione cruciale non solo per Gibellina, ma per tutta la Sicilia.