Tensioni in Libano, l’ONU condanna l’attacco israeliano alle forze di pace Unifil e scoppia il caso diplomatico con l’Italia: i nostri soldati avrebbero rischiato conseguenze molto gravi.


Le recenti azioni dell’esercito israeliano contro le forze di pace dell’ONU nel Libano meridionale hanno suscitato la condanna del segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che ha evidenziato la gravità di queste violazioni del diritto umanitario internazionale. La situazione si complica ulteriormente con il coinvolgimento delle truppe italiane della missione Unifil, già da anni impegnate nella stabilizzazione della regione. Le reazioni da parte delle autorità italiane non si sono fatte attendere, rinnovando l’impegno a garantire la sicurezza dei propri militari.

La rabbia di Gutierres

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha definito gli attacchi dell’esercito israeliano contro le forze di pace ONU in Libano come “una violazione del diritto umanitario internazionale“. Le dichiarazioni di Guterres giungono dopo che le forze israeliane hanno aperto il fuoco su una delle basi italiane della missione Unifil, causando feriti tra i soldati. Questa azione è stata giudicata “intollerabile” e si è accompagnata a un appello affinché simili eventi non si ripetano.

I fatti si sono verificati il 10 ottobre, quando l’esercito israeliano ha colpito la base UNP 1-31 situata sulla collina di Labbune, nell’area di responsabilità del contingente italiano. Fonti dell’intelligence libanese hanno riferito che i colpi sono stati sparati dopo che un drone israeliano ha sorvolato ripetutamente la zona. I proiettili hanno preso di mira l’ingresso di un bunker dove i soldati italiani si erano rifugiati, sollevando preoccupazioni sulla loro sicurezza.

Attacco israeliano all’ONU nel Libano: scoppia caso diplomatico con Italia

La premier Giorgia Meloni ha espresso forte sostegno ai militari italiani in Libano, sottolineando l’importanza del loro operato nella stabilizzazione della regione, in linea con il mandato delle Nazioni Unite. La nota ufficiale del governo ha messo in evidenza il valore del contributo italiano, sia nella missione Unifil sia in quella bilaterale Mibil, che mira a formare l’esercito libanese.

Dopo un incontro con l’ambasciatore israeliano, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha dichiarato che gli attacchi sono inaccettabili e ha protestato formalmente sia con il ministro della Difesa israeliano sia con l’ambasciatore a Roma. Crosetto ha inoltre inviato una comunicazione alle Nazioni Unite per esprimere la ferma opposizione dell’Italia agli eventi in corso nel sud del Libano, ribadendo l’impegno del governo a garantire la sicurezza dei caschi blu italiani.

Unifil vuole presidiare le zone per garantire la pace

L’azione israeliana, che rischiava di avere gravi conseguenze per i soldati italiani, ha sollevato interrogativi sul ruolo di Israele e Hezbollah nella regione. Dal 2006, infatti, le forze di pace italiane hanno svolto un ruolo cruciale nel mantenere la tregua tra i due gruppi. Tuttavia, attaccare una missione internazionale dell’ONU è considerato un crimine di guerra.

In risposta all’incidente, l’ambasciatore israeliano all’ONU, Danny Danon, ha suggerito di spostare le truppe di Unifil cinque chilometri a nord per evitare ulteriori pericoli, ma questa proposta è stata respinta. Andrea Tenenti, portavoce di Unifil, ha chiarito che le forze israeliane avevano già richiesto in passato di ritirarsi da alcune posizioni, ma l’agenzia ha scelto di rimanere per garantire la presenza della bandiera ONU nel sud del Libano.

Tenenti ha affermato che attaccare le forze di pace rappresenta una violazione grave, non solo della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza dell’ONU, ma anche del diritto umanitario internazionale. La situazione rimane critica, mentre le tensioni lungo la Linea Blu continuano a crescere a causa delle aggressioni di Hezbollah.