Il sindacato UIL-FPL ha recentemente denunciato l’inadeguatezza delle risorse stanziate dal governo: gli aumenti di stipendio per i dipendenti pubblici che arriveranno con il rinnovo dei CCNL non sono sufficienti.


Il rinnovo dei contratti per il settore pubblico continua a essere una questione spinosa, soprattutto per quanto riguarda gli aumenti salariali. Tra le OO. SS. quindi continua a serpeggiare molto malumore.

Un dissenso che emerge in modo particolare con le ultime rilevazioni fornite dalla UIL-FPL, il sindacato che si occupa del pubblico impiego, che ha recentemente denunciato l’inadeguatezza delle risorse stanziate dal governo.

Gli aumenti di stipendio nel rinnovo dei CCNL dei dipendenti pubblici sono insufficienti

Attraverso i dati messi sul tavolo negli ultimi confronti avvenuti tra l’organizzazione sindacale e l’Aran si capisce bene che la mancanza di risorse potrebbe impattare negativamente su molti comparti della nostra Pa.

Un rischio che potrebbe diventare concreto, non fornendo le coperture adeguate al personale e paralizzando le attività di settori nevralgici del nostro sistema amministrativo nazionale e locale.

Va anche detto che i dati Istat indicano che nel triennio 2022-2024 l’inflazione potrebbe superare il 17%, spinta anche dal crescente costo dell’energia. Per mantenere il potere d’acquisto, gli stipendi dei dipendenti pubblici dovrebbero dunque essere significativamente più alti.

Si sottolinea per questo motivo che con i fondi attuali non sarà possibile garantire un contratto dignitoso che risponda alle aspettative dei lavoratori, in particolare nel comparto sanitario e degli enti locali.

Scopriamo le criticità più nel dettaglio.

I problemi per il comparto della sanità

Secondo i dati forniti, per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) della Sanità, il governo ha destinato 1,5 miliardi di euro. Tuttavia, di questa somma, circa 836 milioni sono già stati distribuiti sotto forma di Indennità di Vacanza Contrattuale (IVC), lasciando così a disposizione solo 664 milioni per l’intero rinnovo, ai quali si aggiungono 140 milioni specificamente destinati al personale del pronto soccorso.

L’Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni (Aran) ha proposto di utilizzare il 5,2% delle risorse stanziate per aumentare le retribuzioni tabellari, ma di questo incremento, ben il 3% è già stato erogato tramite l’IVC. Di conseguenza, rimane solo il 2,2% per l’effettivo aumento dei salari, che corrisponde a una cifra esigua. A conti fatti, resterebbe solo lo 0,58% per coprire le indennità ferme da anni, gli incarichi, le premialità e altre voci contrattuali. Per fare un esempio concreto, questo significa che i lavoratori della sanità vedranno un aumento di circa 14 euro al mese, una somma considerata insufficiente per compensare anni di stagnazione salariale.

La UIL-FPL ha avanzato proposte per migliorare la situazione, come l’innalzamento della retribuzione per le prestazioni straordinarie e un aumento delle indennità per il personale sanitario. Ad esempio, il sindacato chiede che le indennità per il personale del pronto soccorso passino da 40 a 60 euro. Tuttavia, molte delle richieste, come quella di esentare il personale sanitario dalle reperibilità notturne a partire dai 60 anni, non risultano accolte.

La situazione critica non riguarda soltanto il settore sanitario, ma coinvolge anche i dipendenti degli enti locali, che si trovano ad affrontare problematiche analoghe.

I problemi per il comparto degli enti locali

Anche in questo comparto, le risorse previste per il rinnovo contrattuale risultano fortemente limitate, e gran parte di esse è già stata distribuita sotto forma di Indennità di Vacanza Contrattuale (IVC).

Questo strumento, introdotto per compensare i lavoratori durante i periodi di sospensione delle negoziazioni contrattuali, ha assorbito oltre il 60% delle risorse destinate ai rinnovi, rendendo estremamente difficoltosa la possibilità di firmare un nuovo contratto che possa realmente rispondere alle esigenze dei dipendenti pubblici. I salari attuali dei dipendenti degli enti locali non riflettono adeguatamente l’evoluzione economica e l’aumento delle spese, rendendo indispensabile un intervento finanziario aggiuntivo da parte del governo.

Oltre alla questione salariale, la UIL-FPL pone l’accento su altri aspetti fondamentali del rinnovo contrattuale, tra cui la revisione dei criteri che regolano la mobilità interna tra servizi, uffici e aree. In un contesto di lavoro che è cambiato radicalmente negli ultimi anni, anche a causa della digitalizzazione e delle nuove esigenze organizzative, i meccanismi di mobilità devono essere aggiornati per garantire una maggiore flessibilità e rispondere alle esigenze sia dei lavoratori sia degli enti.

Un altro tema su cui il sindacato insiste è la gestione dei fondi e la trasparenza nell’utilizzo delle risorse. La proposta prevede di inserire la verifica della costituzione del Fondo del precedente anno tra le materie di confronto nelle negoziazioni, un passaggio ritenuto essenziale per garantire una distribuzione equa e una maggiore chiarezza nella gestione delle risorse economiche destinate ai dipendenti.

Infine, la UIL-FPL chiede una revisione dei piani di fabbisogno del personale, con l’obiettivo di pianificare in maniera più accurata le esigenze future degli enti locali e garantire una forza lavoro adeguata in termini numerici e di competenze. Questa revisione permetterebbe di adattare meglio le risorse umane alle esigenze reali degli enti e migliorare la qualità dei servizi offerti alla cittadinanza.

Le conclusioni del sindacato

Senza nuove risorse, il sindacato ritiene che non sarà possibile recuperare il potere d’acquisto perso negli ultimi anni, specialmente alla luce del già citato aumento dell’inflazione e del costo della vita.

Tuttavia, resta da vedere se arriverà l’ok alle rivendicazioni o se i dipendenti pubblici continueranno a ricevere solo “briciole” rispetto a quanto sperato.

I report degli ultimi tavoli di confronto