Vediamo se i cittadini che percepiscono una pensione d’invalidità civile possono comunque lavorare, senza perdere il sussidio.
Come sappiamo, per “invalidità” s’intende una riduzione della capacità lavorativa, da non confondere con “l’handicap”, che si riferisce ad uno svantaggio sociale o lavorativo, causato da un’infermità o menomazione.
Coloro a cui è stata riconosciuta un’invalidità civile possono usufruire di una serie di misure di sostegno, anche in ambito lavorativo.
Ma questi soggetti possono comunque lavorare, senza perdere questa prestazione economica?
Vediamolo insieme.
Cos’è l’invalidità civile?
L’invalidità civile, come anticipato, è una riduzione parziale della capacità lavorativa.
Viene espressa in termini di percentuali, rispetto alla riduzione della capacità lavorativa o, se si è minorenni, rispetto alla difficoltà/impossibilità di svolgere le attività quotidiane.
Secondo la legge 118 del 1971: “sono invalidi civili i cittadini affetti da minorazioni congenite o acquisite, anche a carattere progressivo, compresi gli irregolari psichici per oligofrenie di carattere organico o dismetabolico, insufficienze mentali derivanti da difetti sensoriali e funzionali che abbiano subito una riduzione permanente della capacità lavorativa non inferiore a un terzo o, se minori di anni 18, che abbiano difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni proprie della loro età”.
Coloro che rientrano nella categoria degli invalidi civili possono ricevere la pensione d’invalidità civile o assegno di assistenza per invalidi civili parziali.
Si tratta di una prestazione dell’Inps, che spetta a chi rispetta i seguenti requisiti:
- Avere un’età compresa tra i 18 e i 67 anni, con una riduzione della capacità lavorativa compresa tra il 74% e il 99%;
- Essere cittadini italiani, europei o extracomunitari in possesso del permesso di soggiorno di lungo periodo;
- Avere un reddito inferiore a 5725,46 euro;
- Essere in stato di disoccupazione.
Pensione d’invalidità civile: si può comunque lavorare?
Come abbiamo visto, uno dei requisiti per poter ricevere la pensione d’invalidità civile è lo stato di disoccupazione.
Lo stato di disoccupazione, però, si mantiene anche se si lavora. Ma è importante non superare gli 8500 euro di reddito su base annua, se l’attività esercitata è di lavoro dipendente o co.co.co. oppure non superare i 5500 euro, su base annua, se l’attività è di lavoro autonomo.
La possibilità di lavorare dipende anche dal grado di invalidità riconosciuto. Chi ha un’invalidità del 100% e un’inabilità totale e permanente a qualsiasi lavoro non può svolgere alcuna attività. In questo caso, infatti, si parla di pensione di inabilità, una prestazione di natura previdenziale.
Per tutti gli altri casi, invece, lavorare è possibile, anche se si è stati dichiarati inabili alle proprie mansioni. In quest’ultima situazione, però, il datore di lavoro potrebbe procedere al licenziamento se non riesce a trovare un’altra mansione adatta alle proprie capacità residue.
Vi pongo il quesito, l’avere una attività che consenta la permanenza dello stato di disoccupazione, causa o può causare comunque il venir meno del requisito del reddito?
È specificato che tra le condizioni per ottenere l’invalidità civile occorre “avere un reddito inferiore a 5725,46 euro”, ma se si ammette la possibilità di lavorare, pur mantenendo lo stato di disoccupazione, occorre forse specificare che non si può comunque superare il reddito consentito di euro 5725,46. Oppure, in caso di sussistenza di lavoro, il requisito del reddito viene meno?
Grazie per la risposta.
Dr. Loredana Bagnato