La patente a punti diventa un obbligo per i cantieri, a partire dal 1° ottobre 2024: ecco di cosa si tratta e come funziona.


Con la circolare n°4 del 23 settembre 2024, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro ha definito i criteri applicativi relativi alla patente a punti nei cantieri, che entrerà in vigore dal 1° ottobre 2024.

Nelle ultime settimane, però, si vociferava un possibile rinvio del provvedimento, dopo la presentazione di tre emendamenti della maggioranza al decreto Omnibus, che proponevano di posporre direttamente al 1° gennaio 2025 che, però, sono stati ritirati.

La circolare, infatti, ha confermato che il nuovo strumento entrerà in vigore dal mese di ottobre.

Vediamo di cosa si tratta.

Patente a punti nei cantieri: in vigore dal 1° ottobre 2024

La patente a punti per i cantieri è uno strumento pensato per rafforzare la sicurezza sul lavoro e contrastare il rischio degli infortuni.
Si potrà arrivare fino a 100 punti, ma la dotazione iniziale della patente è pari a 30 crediti, attribuiti al momento del rilascio.

Altri 30 punti saranno attribuiti a seconda della storicità dell’azienda. Mentre, altri 40 eventuali crediti sono legati a investimenti o formazione in tema di salute e sicurezza sul lavoro.
Per poter operare nei cantieri, bisognerà essere in possesso di almeno 15 crediti.

Ci sono anche diversi modi per perdere punti:

  • 20 crediti in meno, in caso di infortunio mortale (che possono arrivare a 40 se ci sono più morti);
  • 15 crediti in meno in caso di incidente che porta ad inabilità permanente al lavoro;
  • 10 crediti in meno, in caso di malattia professionale.

Col decreto attuativo, inoltre, scatta l’obbligatorietà (e non più la possibilità, come si paventava inizialmente) della sospensione fino a 12 mesi della patente, in caso di infortunio mortale per “colpa grave” dell’impresa.

Sarà rafforzato anche il ruolo di Rls e Rlst, ovvero i Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza territoriali.

Le reazioni dei sindacati e i numeri degli incidenti sul lavoro

Come sottolineato dal Ministero del Lavoro, il provvedimento “ha accolto e fatto sintesi delle sollecitazioni emerse dalle associazioni sindacali e datoriali che hanno partecipato al tavolo”.
Tuttavia, la nuova misura non piace a Cgil e Uil. Mentre, per la Cisl, si tratta di un “percorso positivo”.

Ad essere interessate saranno 832’500 imprese, secondo l’Ufficio studi della Cgia di Mestre. Tra queste, oltre 320mila (circa il 40%) sono costituite da artigiani, molti dei quali stranieri, che non hanno dipendenti.

Del totale, il 54,9% sono imprese individuali, il 32,9% società di capitali e il 9,3% società di persone.
Si tratta comunque di una misura che cerca di arrestare il fenomeno negativo delle morti sul lavoro in Italia, un vero e proprio allarme per il nostro Paese.

In Italia, infatti, ci sono oltre mille morti sul lavoro e quasi 600mila infortuni all’anno, in particolare nei cantieri, a causa dei maggiori pericoli.
Tra gennaio e luglio, ci sono stati 577 decessi, 18 in più rispetto al 2023.