L’Europa sta affrontando una crisi demografica senza precedenti, e la Grecia si trova in prima linea nel far fronte a questa sfida.
Il Paese ellenico presenta uno dei tassi di fertilità più bassi della regione, paragonabile a quello di nazioni come Cina e Giappone, e il Primo Ministro greco lo ha definito una “bomba a orologeria”. Questa emergenza si è acutizzata dopo il 2009, quando la Grecia è stata travolta dalla peggior crisi del debito sovrano della sua storia, scatenando una recessione anche nel settore demografico.
Le misure di austerità imposte dalla Troika hanno avuto un impatto devastante sulla sanità e sui servizi pubblici, aumentando il tasso di mortalità e riducendo la natalità.
I numeri della crisi demografica in Grecia
Le proiezioni indicano che entro il 2070, la popolazione greca potrebbe diminuire del 25%, ben al di sopra della media dell’Unione Europea che si attesta intorno al 4%. Nel 2022, la Grecia ha visto meno di 77.000 nascite, il numero più basso degli ultimi cento anni, mentre i decessi hanno raggiunto quasi il doppio, toccando quota 140.000. La tendenza sembra destinata a persistere.
Negli ultimi otto anni, il saldo tra nascite e decessi è stato costantemente negativo e, complice anche l’emigrazione, la popolazione greca si sta riducendo a uno dei ritmi più rapidi a livello globale, simile a quanto avviene nei Balcani. Il Primo Ministro Kyriakos Mitsotakis ha descritto il crollo demografico come una “sfida esistenziale” per il futuro del Paese. L’ultimo censimento del 2021 ha rivelato una diminuzione del 3,1% della popolazione in un decennio, portando il totale a 10,5 milioni di abitanti. I tassi di natalità continuano a calare, con il 2022 che ha registrato un minimo storico.
Dal 2009, la Grecia ha visto la chiusura di numerose scuole e asili. Tra il 2009 e il 2014, sono stati chiusi 1.705 istituti educativi, inclusi 509 asili, 796 scuole primarie e 400 secondarie. Nella regione dell’Attica, che comprende la capitale Atene, il governo ha deciso di chiudere 14 asili e 9 scuole primarie nel biennio 2019-2020, per via del calo degli iscritti.
Le previsioni indicano che entro il 2035, il numero di bambini iscritti nelle scuole dell’infanzia potrebbe ridursi ulteriormente del 29,2%.
La risposta del governo greco
Di fronte a questa emergenza, il governo greco ha recentemente annunciato una serie di misure per stimolare la natalità, tra cui sussidi per l’infanzia e agevolazioni fiscali per i genitori. Ogni anno, la Grecia spende circa un miliardo di euro per incentivare le nascite, offrendo indennità di maternità e sconti sugli articoli per l’infanzia. Tuttavia, questi sforzi rischiano di essere inefficaci senza un adeguato supporto economico, poiché la Grecia è il secondo Paese più povero dell’Unione Europea.
Per far fronte alla situazione, il governo ha previsto un aumento delle pensioni e del salario minimo a partire dal prossimo anno. Inoltre, nel 2023 è stato istituito il primo ministero dedicato specificamente alla crisi demografica, guidato da Sofia Zacharaki. Questo nuovo ministero ha introdotto ulteriori sgravi fiscali e aumenti degli assegni statali per i neonati, con l’obiettivo di incentivare un incremento della natalità.
La Grecia è quindi in una corsa contro il tempo per arginare il declino demografico e garantire un futuro sostenibile per le prossime generazioni.