Il Tar del Lazio ha emesso una pronuncia decisiva per l’istruzione nella scuola primaria: gli alunni devono essere tutti promossi, la bocciatura va utilizzata solo in casi estremi.


Il Tar del Lazio ha emesso una sentenza decisiva per l’istruzione primaria, accogliendo il ricorso dei genitori di uno studente bocciato e ordinando il riesame della sua situazione scolastica. Il tribunale, con la sentenza n. 16248/24, ha annullato il giudizio di non ammissione alla classe successiva e ha imposto all’Istituto di convocare urgentemente il consiglio di classe per riesaminare il caso.

Il ricorso è stato presentato dai genitori di un alunno che, dopo una presunta valutazione finale, era stato bocciato a maggioranza. Tuttavia, il Tar ha rilevato un grave difetto di motivazione nel processo di bocciatura.

Alla scuola primaria tutti promossi (quasi sempre): lo sostiene il TAR

La decisione del tribunale si basa sulla normativa vigente che stabilisce chiaramente che, nella scuola primaria, la promozione è la regola e la bocciatura deve essere giustificata da una motivazione dettagliata e adeguata.

nella scuola primaria, la promozione alla classe successiva rappresenta la regola generale, mentre la bocciatura deve essere considerata un’eccezione giustificata da motivazioni precise e ben documentate.

Principio della promozione

Nella scuola primaria, l’approccio educativo è orientato verso il supporto e il progresso continuo degli studenti. L’obiettivo principale è garantire che ogni bambino raggiunga le competenze basilari necessarie per proseguire con successo il proprio percorso educativo. Pertanto, la promozione alla classe successiva è considerata la norma, poiché riflette un sistema educativo che privilegia l’accompagnamento e il rafforzamento delle competenze piuttosto che il fallimento.

Questo orientamento è radicato nella convinzione che ogni studente, anche se presenta delle difficoltà, meriti l’opportunità di continuare a crescere e a migliorare. L’idea è che il percorso educativo debba essere flessibile e supportivo, piuttosto che rigido e punitivo.

Necessità di motivazione dettagliata

Quando si tratta di bocciatura, la normativa prevede che tale decisione non possa essere presa alla leggera. La bocciatura nella scuola primaria deve essere giustificata da una motivazione dettagliata e adeguata, che dimostri chiaramente perché il bambino non ha raggiunto i requisiti necessari per passare alla classe successiva.

Questa motivazione deve essere basata su una valutazione completa e oggettiva del rendimento dello studente, che tenga conto non solo dei risultati accademici, ma anche del suo progresso complessivo e delle difficoltà eventualmente incontrate. È necessario che la decisione di bocciatura sia supportata da evidenze concrete e da un’analisi approfondita dei fattori che hanno contribuito al rendimento dello studente.

La valutazione collegiale

Inoltre la bocciatura di uno studente deve essere il risultato di una valutazione collegiale, e non può essere decisa da un consiglio di interclasse. Questo principio è stabilito chiaramente dall’articolo 2, comma 3, del decreto legislativo n. 62 del 2017, che disciplina le modalità di valutazione nella scuola italiana.

Secondo la normativa, il processo di valutazione deve essere effettuato dal consiglio di classe, composto dai docenti titolari che seguono quotidianamente gli studenti. Questo consiglio ha il compito di esaminare il progresso e il livello di apprendimento degli alunni, fornendo una valutazione che tenga conto non solo dei risultati accademici ma anche del percorso formativo complessivo.

La legge richiede che la valutazione sia integrata da una descrizione dettagliata dello sviluppo degli apprendimenti e delle competenze raggiunte, garantendo così una visione completa e giustificata del rendimento dello studente.

Il dirigente scolastico o un suo delegato presiede le operazioni di scrutinio, assicurando che il processo sia condotto con rigore e imparzialità. Questa figura ha il compito di garantire che le decisioni siano prese seguendo le normative e le procedure stabilite, e di intervenire in caso di discrepanze o problemi.