L’indagine annuale di Legambiente sulla sicurezza e la riqualificazione degli edifici scolastici in Italia mostra un quadro preoccupante sullo stato di salute delle scuole italiane. La metà delle strutture non dispone dei certificati di sicurezza necessari. Tra questi, il certificato di agibilità, di collaudo statico e di prevenzione dagli incendi. Persistono i divari tra le diverse aree del Paese ma i ritardi negli interventi di manutenzione e messa in sicurezza, aggravati dai continui rinvii delle scadenze, sono cronici ovunque. Ecco i dati contenuti nel rapporto nazionale “Ecosistema scuola 2024” elaborato annualmente dall’Associazione Legambiente, giunto oggi alla XXIII edizione.
Edilizia scolastica: 1 scuola su 2 non ha le certificazioni di sicurezza
Il dossier di Legambiente definisce un quadro allarmante sullo “stato di salute” di 6.343 edifici scolastici italiani, frequentati da oltre 1,2 milioni di studenti. Hanno partecipato all’indagine 95 Comuni capoluogo di provincia su 110 esistenti, dunque circa 85% del totale.
I dati sulle certificazioni di sicurezza sono preoccupanti: ad oggi solo un edificio su due dispone del certificato di agibilità (52,9%), di collaudo statico (49,5%) e di prevenzione incendi (51,6%).
Persistono i divari tra le diverse aree del Paese. Le strutture scolastiche situate nelle regioni del Sud, nelle Isole e nelle aree del Centro Italia colpite dal sisma del 2016 necessitano di numero più elevato di interventi di manutenzione classificati come urgenti e di certificati di agibilità. In Sicilia e Calabria una scuola su tre ha bisogno immediato di questo tipo di lavori. In queste regioni negli ultimi 5 anni non è stata costruita nessuna scuola nuova e nel 65% delle strutture oggetto dell’indagine non è stata effettuata la verifica di vulnerabilità sismica.
Ma l’obiettivo di messa in sicurezza delle scuole è ancora lontano in più della metà degli edifici scolastici di tutto il paese. I continui rinvii delle scadenze delle opere di adeguamento e riqualificazione e il blocco alla fase iniziale degli interventi stanziati con i fondi del PNRR incidono in modo significativo sui ritardi cronici di messa in sicurezza. Il DM 26/08/92 che definisce la normativa in tema di sicurezza e prevenzione degli incendi nelle scuole stabiliva, nel 1992, un periodo massimo di adeguamento alla normativa di 5 anni. Il termine è stato continuamente rinviato negli anni: l’ultima proroga è avvenuta nel febbraio 2023 ed ha fissato la scadenza al 31 dicembre 2024. Ma ad oggi solo il 29% degli immobili presenti nelle Isole possiede il certificato di prevenzione.
Fonte: Ecosistema scuola 2024, XXIII Rapporto nazionale sulla qualità degli edifici e dei servizi elaborato da Legambiente
Edilizia scolastica e rischio sismico
Nelle zone a maggior rischio sismico che comprendono oltre 3.000 comuni italiani le amministrazioni che hanno realizzato la verifica di vulnerabilità sismica in tutti gli edifici scolastici di loro competenza sono solo il 13,9%.
Le strutture scolastiche presenti in zona sismica 1 (in cui rientrano i Comuni di Belluno, Benevento, Isernia, Ragusa, Siracusa e Vibo Valentia) sono 150: di queste solo 40 sono state progettate o successivamente adeguate alla normativa antisismica in vigore. Le scuole situate nella zona sismica 2 sono in totale 1.511, di cui solo 178 risultano essere a norma.
La verifica della vulnerabilità sismica rappresenta oggi uno dei più importanti ed efficaci strumenti di analisi dello stato di salute degli impianti scolastici e del terreno su cui sono costruiti. Nonostante ciò, in entrambe le zone, considerate ad elevato rischio sismico, solo il 25,7% delle amministrazioni ha effettuato questo tipo di controlli nelle strutture scolastiche e negli ambienti adibiti a scuola.
Fonte: Ecosistema scuola 2024, XXIII Rapporto nazionale sulla qualità degli edifici e dei servizi- Legambiente
La versione integrale del Rapporto nazionale sulla qualità degli edifici e dei servizi scolastici realizzato da Legambiente è disponibile e scaricabile in formato pdf al seguente link: XXIII Rapporto nazionale Ecosistema scuola 2024-Legambiente
Fonte: articolo di Martina Pietrograzia