Lo prevede il nuovo decreto Salva Infrazioni 2024: in arrivo un’indennità per i dipendenti della Pa che si sono trovati di fronte a un abuso di contratti a termine.


Il Governo italiano ha trovato una soluzione per risolvere la disputa con l’Unione Europea sull’abuso di contratti a termine nel settore pubblico, grazie al nuovo decreto-legge “Salva-Infrazioni”, approvato il 4 settembre dal Consiglio dei Ministri. Il provvedimento introduce infatti un risarcimento per i lavoratori danneggiati dall’uso improprio e reiterato di contratti a tempo determinato, una pratica vietata dalle normative comunitarie.

Il contesto: la procedura di infrazione dell’UE nei confronti dell’Italia

La Commissione europea ha deciso all’inizio del 2023 di inviare un parere motivato all’Italia (INFR(2014)4231) per il recepimento non corretto nell’ordinamento nazionale della direttiva 1999/70/CE del Consiglio, che vieta discriminazioni a danno dei lavoratori a tempo determinato e obbliga gli Stati membri a disporre di misure atte a prevenire e sanzionare l’utilizzo abusivo di contratti o rapporti di lavoro a tempo determinato.

La normativa italiana  secondo la Commissione non previene né sanziona in misura sufficiente l’utilizzo abusivo di una successione di contratti a tempo determinato per diverse categorie di lavoratori del settore pubblico in Italia.

Tra questi:

  • dipendenti degli enti locali
  • insegnanti e personale amministrativo
  • tecnico e ausiliario della scuola pubblica
  • operatori sanitari
  • lavoratori del settore dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica e del settore operistico
  • personale degli istituti pubblici di ricerca
  • lavoratori forestali e volontari dei vigili del fuoco nazionali.

Nel comunicato fra l’altro si legge che alcuni di questi lavoratori hanno anche condizioni di lavoro meno favorevoli rispetto ai lavoratori a tempo indeterminato, situazione che costituisce una discriminazione e contravviene al diritto dell’Unione.

Indennità per chi ha subito l’abuso di contratti a termine nella Pa

Il decreto-legge “Salva-Infrazioni” introduce una misura che prevede un’indennità economica per i lavoratori della Pubblica Amministrazione che sono stati soggetti all’abuso di contratti a termine.

La modifica legislativa introdotta riguarda l’articolo 36, comma 5, del Decreto Legislativo n. 165/2001, che regola il pubblico impiego. Con la nuova disposizione, il giudice sarà chiamato a intervenire nelle situazioni in cui venga riconosciuto l’abuso dei contratti a termine, stabilendo il giusto indennizzo per il lavoratore.

Tale indennità si colloca in un range che varia da un minimo di quattro a un massimo di ventiquattro mensilità dell’ultima retribuzione percepita. Nello specifico si considera quella utilizzata come riferimento per il trattamento di fine rapporto (TFR), ovvero l’importo che il lavoratore riceve alla conclusione del contratto.

La determinazione della somma specifica dipenderà da due fattori principali: la gravità della violazione e la durata complessiva del rapporto di lavoro.

Gravità della violazione

Si farà riferimento all’intensità e alla sistematicità con cui l’ente pubblico ha utilizzato contratti a termine in violazione delle norme, soprattutto quelle imposte dalle direttive europee. Più l’abuso risulta reiterato e senza giustificazione, maggiore sarà l’importo dell’indennità. Questo sistema è stato studiato per scoraggiare pratiche che consistono nel prolungare in maniera illegittima contratti a tempo determinato, evitando di offrire stabilità ai lavoratori.

Durata del rapporto di lavoro

Anche la lunghezza complessiva del periodo durante il quale il lavoratore è stato soggetto a tali contratti influirà sull’importo finale dell’indennità. Se la persona ha lavorato per un lungo periodo con contratti a termine consecutivi, la somma da riconoscere sarà maggiore rispetto a chi è stato coinvolto per un tempo inferiore.

Nessuna conversione automatica dei contratti in tempo indeterminato

Nonostante la previsione di un risarcimento economico, la norma non consente la conversione automatica dei contratti a termine in contratti a tempo indeterminato. Questo punto è particolarmente rilevante poiché l’Unione Europea ha a lungo sottolineato che una delle soluzioni ideali per evitare l’abuso di contratti a tempo determinato sarebbe proprio quella di offrire una stabilizzazione ai lavoratori coinvolti. Tuttavia, il legislatore italiano ha optato per un approccio che prevede solo un risarcimento monetario, senza stabilizzare i lavoratori attraverso la trasformazione dei contratti. Decisione che farà discutere e non mette completamente al sicuro da procedure future dell’UE.