Il Consiglio dei Ministri ha approvato un nuovo decreto-legge volto a risolvere alcune delle procedure di infrazione e pre-infrazione dell’UE pendenti ancora nel 2024 contro l’Italia, il cosiddetto Salva Infrazioni: ecco quali sono le novità.


Questo provvedimento rappresenta un passo decisivo nella gestione dei contenziosi aperti con l’Unione Europea, consentendo di archiviare numerosi casi e migliorare la posizione del Paese rispetto al rispetto delle normative comunitarie.

Tutte le novità approvate dal CdM nel Decreto Salva Infrazioni 2024

L’obiettivo è dunque quello di allineare l’Italia agli standard europei, risolvendo alcune delle principali criticità emerse nei rapporti con Bruxelles. La chiusura di numerose procedure di infrazione consentirà al Paese di evitare sanzioni e di rafforzare il proprio impegno nel rispettare le normative comunitarie. La collaborazione tra Roma e Bruxelles dimostra come sia possibile trovare soluzioni equilibrate in grado di tutelare sia gli interessi nazionali sia quelli dell’Unione Europea.

Scopriamo dunque nello specifico quali sono le nuove misure adottate con l’introduzione di questo nuovo testo.

Riduzione delle procedure di infrazione

Il recente decreto-legge approvato dal Consiglio dei Ministri rappresenta una svolta cruciale per la gestione delle infrazioni europee aperte nei confronti dell’Italia. L’obiettivo principale è facilitare la chiusura di 16 procedure di infrazione e di una procedura di pre-infrazione, nota come EU Pilot, che riguardano il mancato rispetto di normative comunitarie in diversi settori. La Commissione Europea ha infatti avviato una serie di procedimenti contro il nostro Paese per la mancata attuazione o l’errata applicazione di direttive e regolamenti europei. Questi procedimenti possono portare, se non risolti, a pesanti sanzioni economiche e danni reputazionali.

Il decreto introduce misure specifiche per risolvere rapidamente alcune delle controversie più urgenti. In almeno sei dei 16 casi, le nuove normative permetteranno di archiviare immediatamente le infrazioni, non appena la Commissione completerà la revisione delle disposizioni adottate dall’Italia. Per i restanti undici casi, le nuove norme costituiranno la base per giungere a una risoluzione nei tempi più brevi possibili, garantendo comunque il rispetto delle scadenze tecniche previste dall’Unione Europea.

Le questioni principali affrontate

Tra le questioni affrontate dal decreto, rivestono particolare importanza le concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali destinate a scopi turistici e ricreativi, da anni oggetto di tensioni con Bruxelles. La riforma delle concessioni balneari è stata spesso al centro del dibattito politico, poiché l’Unione Europea chiede di garantire una maggiore concorrenza nel settore, mentre molti concessionari italiani temono di perdere i propri diritti storici. Il compromesso trovato prevede un’estensione delle concessioni attuali fino a settembre 2027, con l’obbligo di avviare le gare entro giugno dello stesso anno. La durata delle nuove concessioni, variabile tra cinque e vent’anni, è stata studiata per permettere ai nuovi concessionari di ammortizzare gli investimenti necessari per la gestione delle strutture.

Inoltre, il decreto pone grande attenzione alla tutela dei lavoratori già impiegati nelle concessioni balneari. Tra i criteri di valutazione delle nuove offerte, infatti, sarà centrale l’assunzione dei lavoratori già presenti, per garantire continuità occupazionale a chi, per anni, ha tratto il proprio reddito da queste attività. Un altro punto focale è l’indennizzo previsto per i concessionari uscenti, che dovranno essere risarciti per gli investimenti non ancora ammortizzati.

Oltre le concessioni: altre procedure di infrazione sanate

Le concessioni balneari rappresentano solo una delle tante problematiche affrontate dal decreto. Il provvedimento interviene anche su altre questioni di grande rilevanza:

  • trattamento previdenziale dei magistrati onorari: il mancato adeguamento delle norme italiane al diritto comunitario ha portato all’apertura di una procedura d’infrazione già nel 2016. Con il decreto, l’Italia adotta misure che sanano le disparità di trattamento nei confronti dei magistrati onorari, riconoscendo loro i diritti previdenziali previsti dalla normativa europea;
  • aicurezza delle gallerie stradali: in linea con gli standard previsti dalla rete stradale transeuropea (TEN-T), il decreto introduce nuove misure per garantire una maggiore sicurezza nelle gallerie stradali italiane, rispondendo così alle critiche mosse dalla Commissione Europea;
  • distacco dei lavoratori nel settore dei trasporti: un’altra infrazione riguardava il controllo su strada dei lavoratori distaccati, ossia quei lavoratori inviati temporaneamente a operare in un altro Stato membro. L’Italia recepisce correttamente la direttiva sul distacco dei lavoratori, introducendo sistemi di controllo più rigidi e conformi alle disposizioni europee;
  • aumento della dotazione organica del Ministero della Giustizia: una delle problematiche emerse riguardava i lunghi tempi di pagamento dei debiti commerciali del Ministero e il ritardo nei servizi di intercettazione nelle indagini penali. Il decreto interviene potenziando il personale, al fine di accelerare le procedure e garantire una maggiore efficienza nel settore giustizia.

Contratti a termine nel settore pubblico

Il decreto-legge affronta anche una questione particolarmente spinosa, ovvero labuso dei contratti a tempo determinato nel settore pubblico. L’Italia era stata messa sotto accusa dall’Unione Europea per l’utilizzo reiterato di contratti a termine senza che venissero rispettate le norme comunitarie, che vietano tale pratica. La nuova norma prevede un’indennità per i lavoratori danneggiati, calcolata tra un minimo di quattro e un massimo di ventiquattro mensilità dell’ultima retribuzione percepita. Questo risarcimento tiene conto della gravità della violazione e della durata complessiva del rapporto di lavoro, ma non permette la conversione automatica del contratto a tempo determinato in uno a tempo indeterminato.

Con questa disposizione, il governo mira a chiudere una procedura d’infrazione avviata nel 2019, evitando ulteriori sanzioni e rispettando gli obblighi imposti dall’Unione Europea.