Nella scuola italiana, c’è un problema di precariato, fenomeno in crescita negli ultimi anni, con troppe supplenze. Ecco cosa succede.


Il sistema scolastico italiano è in un periodo di crisi, a causa del precariato.

La precarietà, un fenomeno in costante crescita nel settore scuola, sta mettendo a dura prova la qualità dell’insegnamento e dell’organizzazione didattica.

Se, nell’anno scolastico 2015/2016, un docente su otto era precario, oggi siamo arrivati ad un docente su tre.

Una situazione che si è aggravata ulteriormente con l’ultimo concorso Pnrr.
Ecco cosa succede.

Precariato scuola italiana: il problema delle eccessive supplenze

L’anno scolastico 2023/2024 si è aperto con ben 20’000 posti non assegnati subito, in attesa dei vincitori del concorso Pnrr, che dovranno essere gestiti in modo flessibile fino a dicembre.

Questo apre uno scenario molto complicato, perché l’anno scolastico 2024/2025 si aprirà con posti accantonati e assegnati da graduatorie d’istituto fino all’avente diritto. Ma anche cattedre che potranno cambiare titolare, sulla base dei diversi turni di nomina decisi dagli Usr (Uffici scolastici regionali), seguendo le tempistiche di pubblicazione delle graduatorie di merito nelle varie realtà regionali.

Anche per i vincitori del concorso, la situazione non è delle più rosee: per ottenere un posto stabile dovranno attendere l’assegnazione di un incarico su un posto vacante nella stessa regione in cui hanno svolto il concorso e solo sulla classe di concorso per cui hanno raggiunto la stabilizzazione.

Precariato scuola italiana: le supplenze porteranno a numerosi spostamenti interni

La carenza di insegnanti specializzati, soprattutto al Nord, si aggiunge alle difficoltà legate alla gestione delle supplenze. Le scuole si troveranno a dover far fronte a un numero crescente di posti vacanti e a una continua rotazione del personale, con ripercussioni inevitabili sulla continuità didattica.

Al momento è ancora difficile fare una stima, ma si prevede che saranno circa 12’000 i posti vacanti, che renderanno difficoltoso garantire una copertura adeguata delle cattedre.

La situazione attuale richiede un intervento urgente da parte del governo. La stabilità del personale docente è un requisito fondamentale per garantire una scuola di qualità. Solo così sarà possibile offrire agli studenti un percorso formativo serio e continuativo e valorizzare il lavoro degli insegnanti.

Sbloccando la questione della precarietà e delle supplenze, si potranno raggiungere gli obiettivi del Ministero dell’Istruzione, come il contrasto alla dispersione scolastica e la personalizzazione degli apprendimenti.