La Corte di Cassazione ha recentemente ribadito che l’esenzione dall’IMU per la prima casa richiede la residenza anagrafica: i dettagli nell’ordinanza 19684/2024.


Il caso in esame nasce dal ricorso di un contribuente che si era visto negare l’esenzione dall’IMU per la sua abitazione, poiché la sua residenza anagrafica risultava diversa da quella della sua dimora abituale. In questa situazione, la compagna del contribuente aveva ottenuto l’esenzione per la propria abitazione, dove risiedeva insieme alla figlia.

Tuttavia, la richiesta del contribuente di ottenere lo stesso beneficio per la propria casa è stata respinta sia in primo grado che in appello, poiché non aveva fissato la sua residenza anagrafica nell’immobile per cui richiedeva l’esenzione.

Il contribuente ha quindi fatto ricorso alla Cassazione, sostenendo che la decisione della Corte d’appello fosse errata e in contrasto con le leggi vigenti.

Che cosa si intende per residenza anagrafica?

La residenza anagrafica è il luogo in cui una persona ha fissato ufficialmente la propria dimora e che risulta dai registri dell’anagrafe del comune. In altre parole, è l’indirizzo dichiarato alla pubblica amministrazione, dove una persona vive abitualmente e intende stabilire il proprio centro di interessi personali e familiari.

Caratteristiche principali

  • dichiarazione ufficiale: la residenza anagrafica deve essere dichiarata presso il comune, che provvede a registrarla nei propri registri. Questo processo implica un atto formale da parte del cittadino;
  • rilevanza legale: la residenza anagrafica è rilevante per molti aspetti giuridici, tra cui il diritto di voto, l’accesso ai servizi comunali, la determinazione della competenza territoriale di alcuni tribunali e la fiscalità, come nel caso dell’IMU;
  • modifiche: la residenza anagrafica può essere modificata, ma ogni cambiamento deve essere comunicato all’anagrafe del nuovo comune di residenza.

Qual è il significato di dimora abituale?

La dimora abituale è, invece, il luogo in cui una persona vive di fatto, anche se temporaneamente, ma in modo continuativo. È il posto dove una persona risiede con una certa stabilità, senza che vi sia necessariamente una registrazione formale presso il comune.

Caratteristiche principali

  • stabilità di fatto: La dimora abituale si riferisce al luogo in cui una persona abita effettivamente e stabilmente, indipendentemente dal fatto che vi abbia dichiarato la residenza anagrafica;
  • mancanza di formalità: a differenza della residenza anagrafica, non è necessaria alcuna dichiarazione ufficiale per stabilire una dimora abituale;
  • flessibilità: la dimora abituale può coincidere con la residenza anagrafica, ma può anche differire. Ad esempio, una persona può avere la residenza anagrafica in un comune ma dimorare abitualmente in un altro per motivi di lavoro o studio.

La residenza anagrafica è necessaria per esenzione IMU sulla prima casa

La Suprema Corte, però, ha confermato la decisione precedente, riaffermando che l’esenzione IMU è concessa solo se il contribuente ha sia la residenza anagrafica sia la dimora abituale nell’immobile in questione.

I giudici hanno sottolineato che anche in caso di residenze separate tra coniugi o uniti civilmente, entrambi possono beneficiare dell’agevolazione, a patto che ognuno abbia fissato la propria residenza anagrafica nell’immobile per cui richiede l’esenzione.

I giudici hanno richiamato una precedente sentenza della Corte Costituzionale (n. 209/2022), che ha dichiarato incostituzionale l’obbligo di coincidenza tra residenza e dimora abituale per l’intero nucleo familiare. Tuttavia, la Corte ha precisato che, per usufruire dell’agevolazione, il singolo contribuente deve comunque avere residenza anagrafica e dimora abituale nello stesso immobile.

Il testo della sentenza

Qui il documento completo.