Dopo la sospensiva del TAR del Lazio relativa alla graduatoria del Concorso per Dirigenti Scolastici, che blocca di fatto le assunzioni, il MIM (Ministero dell’Istruzione e del Merito) è pronto a impugnare il provvedimento.


Il decreto cautelare 3778/2024, emesso il 14 agosto dal Presidente della Sezione Terza Bis del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) per il Lazio, ha sospeso l’efficacia della graduatoria del concorso riservato per dirigenti scolastici.

La decisione, presa in base all’articolo 56 del Codice del processo amministrativo, arriva a seguito del ricorso presentato da alcuni aspiranti docenti del concorso ordinario, i quali contestano l’assegnazione del 100% dei posti disponibili ai candidati del concorso riservato, a loro parere ingiusta.

Il braccio di ferro tra MIM e TAR sulla graduatoria del Concorso Dirigenti Scolastici

Al centro della controversia vi è la deroga alla divisione dei posti, che di norma prevede il 60% delle posizioni per il concorso ordinario e il 40% per quello riservato. La recente decisione di attribuire tutti i posti disponibili ai partecipanti del concorso riservato ha scatenato il ricorso dei docenti dell’ordinario, preoccupati che questa scelta comprometta le future possibilità di assunzione dei dirigenti scolastici. Il concorso ordinario, infatti, è ancora in corso, mentre quello riservato si è già concluso con la pubblicazione delle graduatorie, recentemente rettificate.

In risposta al decreto del TAR, il Ministero dell’Istruzione e del Merito, rappresentato dall’Avvocatura dello Stato, intende impugnare la sospensiva per ripristinare le assunzioni dei dirigenti scolastici. L’obiettivo è evitare un vuoto gestionale nelle scuole, che potrebbe portare a un aumento delle reggenze, ossia la gestione di più istituti da parte dello stesso dirigente, fino a coinvolgere oltre 800 scuole.

La denuncia dell’Associazione Nazionale dei Presidi

Anche l’Associazione Nazionale Presidi (ANP) si è espressa in merito, sottolineando il rispetto per le decisioni della magistratura, ma ricordando che il decreto del TAR ha natura cautelare e che il 5 settembre è prevista la valutazione collegiale della questione. L’Associazione ha evidenziato l’importanza di garantire un regolare avvio dell’anno scolastico, sottolineando che l’assegnazione di un numero così elevato di reggenze sarebbe un onere insostenibile per i dirigenti.

La situazione attuale non è un caso isolato. Da decenni, ogni concorso per dirigenti scolastici è accompagnato da polemiche e ricorsi, con la creazione di fazioni contrapposte e un clima di tensione che frammenta ulteriormente la categoria. Questa frammentazione è controproducente, in quanto i dirigenti scolastici, essendo un gruppo numericamente ristretto, dovrebbero perseguire l’unità per migliorare le proprie condizioni di lavoro.

L’ANP ha infine sottolineato come la questione della selettività dei diversi percorsi di reclutamento rischi di creare un’ingiustificata differenziazione tra i colleghi, indebolendo la categoria dal punto di vista politico-sindacale. Ogni dirigente scolastico ha superato un percorso assunzionale previsto dalla legge, e come tali, devono essere considerati uguali. Il ricorso che il Ministero intende presentare verrà valutato e, in base a esso, si deciderà come agire. L’associazione, che da tempo propone modifiche alle procedure concorsuali, si dice pronta a utilizzare tutti gli strumenti a disposizione per garantire i diritti della categoria.