I rinnovi dei contratti dei dipendenti statali hanno influito anche sull’aumento del potere d’acquisto degli italiani: ecco come.


Nel primo trimestre del 2024, è stato riscontrato un aumento del potere d’acquisto per le famiglie italiane.
Secondo i dati Ocse, infatti, in Italia è stato registrato un aumento maggiore rispetto agli altri Paesi del G7.

Un dato che è stato commentato anche dalla premier Giorgia Meloni:

“Finalmente i redditi in Italia stanno crescendo più dell’inflazione, dopo anni di perdita di potere d’acquisto delle famiglie. Questo risultato, ben superiore alla media Ocse dello 0,9%, è anche frutto delle politiche del governo che ha utilizzato gran parte delle risorse disponibili per il rinnovo dei contratti, per aumentare le pensioni, per sostenere i salari attraverso il taglio del cuneo e per rafforzare i trasferimenti sociali in natura”.

Vediamo nel dettaglio.

Aumenta il potere d’acquisto degli italiani: i dati Ocse

Secondo i dati Ocse, l’organizzazione con base a Parigi, il potere d’acquisto degli italiani è aumentato del 3,4% nei primi tre mesi del 2024.
Nell’area Ocse, invece, il reddito reale delle famiglie è cresciuto dello 0,9% nel primo trimestre, rispetto allo 0,3% del trimestre precedente.

A livello europeo, la Polonia è il Paese che ha fatto meglio, con un aumento del 10,2%. I motivi sono diversi, come l’aumento della retribuzione dei dipendenti e delle prestazioni sociali.
Aumenti anche in Germania, dove si registra una crescita dell’1,4% del potere d’acquisto.

La Francia, invece, si ferma allo 0,4%, il Regno Unito allo 0,3% e gli Stati Uniti allo 0,2%.

Il problema dell’inflazione

La crescita del reddito è dovuta soprattutto ad un tasso di inflazione che è stato tenuto sotto controllo quest’anno e che è rimasto sotto l’1% per diversi mesi nel 2024.
Nel mese di giugno l’inflazione era allo 0,8%. Una percentuale che, però, si è rialzata nel mese di luglio, aumentando dello 0,4%.

Sull’aumento del potere d’acquisto, è intervenuto anche il Codacons:

“L’incremento del reddito disponibile delle famiglie, del potere d’acquisto e della propensione al risparmio, sono tutti segnali positivi che dimostrano come la frenata dell’inflazione e il ridimensionamento dei prezzi al dettaglio influiscano sugli indicatori economici delle famiglie, migliorando le condizioni economiche degli italiani. Occorre però prestare attenzione a fenomeni che potrebbero compromettere il quadro positivo del primo trimestre, a partire dalla raffica di rincari che sta interessando in queste settimane tutto il comparto turistico, e che potrebbe incidere negativamente sui bilanci familiari”.