L’assunzione nel settore pubblico avviene, di norma, mediante concorso. Il superamento delle prove d’esame previste dal bando consente di verificare conoscenze e abilità dei candidati e di selezionare quelli più idonei a ricoprire i posti di lavoro messi a disposizione dalla Pubblica amministrazione.
In alcuni specifici casi è possibile però ottenere un impiego pubblico senza dover prendere parte alle procedure concorsuali. Ecco nel dettaglio i casi e le modalità previste dalla legge.
Impiego pubblico senza concorso: cosa dice la legge
L’Art. 97 della Costituzione stabilisce che “agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge”.
L’assunzione tramite selezione pubblica è considerata dalla Corte Costituzionale e dal legislatore ordinario come il miglior metodo di reclutamento del personale nel settore del pubblico impiego. Le procedure concorsuali devono avvenire nel rispetto dei principi di trasparenza, equità e imparzialità. Le prove d’esame previste dal bando hanno come unico e fondamentale scopo quello di verificare le conoscenze e le abilità dei candidati nelle specifiche materie previste dal bando e di selezionare quelli più idonei al posto da ricoprire. Il principio del concorso pubblico vale sia per le nuove assunzioni dall’esterno, sia nell’attribuzione di un inquadramento di livello superiore al personale già in servizio presso la PA.
La regola generale dell’assunzione tramite selezione pubblica non è però assoluta.
In alcuni casi stabiliti dalla legge è possibile essere assunti senza concorso. “Peculiari e straordinarie esigenze di interesse pubblico – consentono al legislatore di derogare al principio costituzionale del concorso pubblico”. Vediamo nel dettaglio in quali casi e modalità è possibile essere assunti senza dover partecipare e superare il concorso pubblico.
Assunzione pubblica senza concorso: casi e modalità previste dalla legge
È possibile essere assunti senza concorso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni nei seguenti casi e modalità previsti dall’ Art. 35 Decreto Lgs. 165/2001 – Testo unico del pubblico impiego:
- tramite “avviamento degli iscritti negli elenchi anagrafici (le vecchie liste di collocamento) per le qualifiche e i profili per i quali è richiesto il solo requisito della scuola dell’obbligo”;
- mediante chiamata numerica, nei seguenti casi: invalidi civili con riduzione della capacità lavorativa superiore al 45%, invalidi del lavoro con grado di invalidità superiore al 33%, persone cieche o sorde e invalidi che percepiscono l’assegno ordinario d’invalidità, L. 68/1999 (legge sul collocamento mirato). In questi casi l’assunzione è subordinata alla preventiva verifica della compatibilità dell’invalidità con le mansioni da svolgere;
- mediante chiamata diretta nominativa per le categorie protette individuate dalla Legge 407/1998 ovvero: vittime del terrorismo e della criminalità organizzata, vittime del dovere, coniugi e figli superstiti dei morti sul lavoro sul lavoro, testimoni di giustizia.
Infine, secondo quanto stabilito dal Decreto L. n. 44/2023, le Pubbliche amministrazioni possono, fino 31 dicembre 2026, assumere giovani laureati fino al 10% delle proprie capacità assunzionali. La percentuale sale al 20% per Comuni, Unioni di Comuni, Province e Città metropolitane.
Il reclutamento deve avvenire con contratto di apprendistato a tempo determinato della durata massima di 36 mesi. Alla scadenza è possibile essere assunti a tempo indeterminato nel caso in cui il servizio prestato sia stato giudicato positivo mediante relazione motivata.
Fonte: articolo di Martina Pietrograzia