Per il credito d’imposta 5.0, previsto per le aziende residenti in Italia, è previsto uno stop agli incentivi automatici: ecco nel dettaglio.


Il nuovo credito d’imposta 5.0, pur promettendo significativi incentivi alle imprese per investimenti in tecnologie innovative e sostenibili, introduce un cambio di rotta rispetto al passato, già evidente con il credito d’imposta per la Zes unica del Mezzogiorno.

Se con il credito 4.0 la procedura era relativamente semplice e automatica, il nuovo meccanismo si presenta come un percorso più articolato e soggetto a maggiori controlli.

Previsto, infatti, uno stop agli incentivi automatici: ecco cosa cambia.

Credito 5.0: niente incentivi automatici, ma più controlli

Una delle novità più significative, per il credito 5.0, è la fine dell’automaticità.

A differenza del passato, dove l’impresa calcolava autonomamente il credito d’imposta sulla base degli investimenti effettuati, il nuovo credito prevede una serie di passaggi obbligatori e comunicazioni preventive al Gse (Gestore dei Servizi Energetici).

Ciò ovviamente porterà ad una maggiore burocratizzazione del processo e richiederà alle aziende di dotarsi di competenze specifiche per affrontare le nuove procedure.

Le ragioni di quest’inversione di marcia sono diverse.

Innanzitutto, si vuole evitare il ripetersi di episodi di frode come quelli che si sono verificati col Superbonus 110%.

Inoltre, si punta a garantire una gestione più efficiente dei fondi pubblici, evitando sprechi e assicurando che gli incentivi siano destinati effettivamente alle imprese che realizzano investimenti innovativi e sostenibili.

Stop incentivi automatici col Credito 5.0: cosa comporterà per le aziende

Con lo stop all’automatizzazione degli incentivi, per le aziende cambieranno diverse cose.

Dovranno, infatti, presentare una documentazione dettagliata e attendere i calcoli del Gse, che introdurrà un elemento di incertezza sul reale ammontare del credito d’imposta che sarà riconosciuto.

La certificazione dovrà essere firmata da tecnici specializzati nel settore, che dovranno calcolare l’effettiva presenza e quantità del risparmio energetico ottenibile con l’investimento che si vuole realizzare.

Bisognerà anche presentare una comunicazione che possa dimostrare l’accettazione degli ordini, da parte del venditore e il pagamento di un acconto pari almeno al 20%.
Le imprese dovranno, perciò, pianificare investimenti senza avere la certezza del ritorno economico.

Un’altra criticità riguarda le percentuali di credito d’imposta previste.

Sebbene le percentuali massime siano piuttosto elevate, queste rappresentano un valore teorico. Nella pratica, bisognerà vedere quali saranno le percentuali realmente concedibili.

Il credito d’imposta effettivamente riconosciuto dipenderà da una serie di fattori, tra cui il numero delle richieste, la disponibilità di fondi (pari a 6,3 miliardi di euro) e la valutazione dei progetti da parte del Gse.

L’importanza del credito 5.0 per le imprese

Il credito d’imposta 5.0 rappresenta un’importante opportunità per le imprese che intendono investire in innovazione e sostenibilità.
Tuttavia, la maggiore complessità del meccanismo e l’incertezza sul ritorno economico degli investimenti potrebbero scoraggiare alcune aziende.

Il Governo e il Gse dovranno mettere a disposizione degli imprenditori tutti gli strumenti necessari per affrontare questo percorso, semplificando le procedure e garantendo trasparenza e tempestività nelle valutazioni.

Altrimenti, le imprese saranno costrette a fare investimenti alla cieca e senza sapere quanto potranno recuperare in termini di crediti d’imposta.