C’è molta tensione commerciale tra Cina e UE sui dazi ai veicoli elettrici: si tratta solo l’ultimo episodio di una più ampia guerra commerciale legata alla transizione energetica globale.


La disputa sui veicoli elettrici rappresenta un nodo critico in una rete di sfide più ampie che riguardano il commercio internazionale, la sostenibilità ambientale e l’equilibrio delle potenze economiche globali.

Scopriamo dunque meglio qual è la controversia in atto e quali potrebbero essere gli scenari futuri.

Cina e UE ai ferri corti sui dazi alle auto elettriche

La Cina ha deciso di portare l’Unione Europea davanti all’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) a seguito dell’introduzione di dazi sulle importazioni di veicoli elettrici cinesi, accusando Bruxelles di favorire in modo iniquo i propri produttori. Il Ministero del Commercio cinese ha comunicato che, il 9 agosto, Pechino ha ufficialmente sottoposto la questione al meccanismo di risoluzione delle controversie del WTO.

La misura adottata dall’UE, entrata in vigore in forma provvisoria il 4 luglio, è stata presentata come una risposta alla presunta pratica cinese di sostenere con ingenti sussidi i propri produttori di veicoli elettrici, creando uno svantaggio competitivo per le aziende europee. Tuttavia, questa decisione è stata fortemente criticata dalla Cina, che ha denunciato un impatto negativo sui diritti e sugli interessi dell’industria automobilistica nazionale, col rischio di compromettere la cooperazione tra le due potenze economiche.

Secondo il portavoce del Ministero del Commercio cinese, He Yadong, la mossa dell’UE “danneggerà i diritti e gli interessi legittimi dell’industria cinese dei veicoli elettrici” e “interromperà la cooperazione reciprocamente vantaggiosa tra la Cina e l’Europa nel settore“. Pechino ha espresso preoccupazione per le potenziali ripercussioni economiche e diplomatiche di una tale misura.

I dazi temporanei variano dal 17,4% al 38,1% a seconda dell’azienda coinvolta. Con la possibilità che l’aliquota massima possa raggiungere il 48,1% per alcune importazioni, quando sommata agli attuali dazi sulle auto.

La misura sarà sottoposta all’approvazione definitiva da parte degli Stati membri dell’UE nell’autunno 2024, ma il percorso non appare privo di ostacoli. Infatti, si prevede uno scontro interno tra paesi come la Germania, contraria all’imposizione di tali dazi e la Francia, favorevole alla protezione del mercato europeo.

Quali saranno le conseguenze di questo scontro?

Secondo gli analisti, la mossa della Cina di portare la questione all’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) rappresenta un segnale chiaro della crescente tensione commerciale tra le due potenze economiche, ma anche del tentativo di Pechino di difendere la propria posizione nel mercato globale. La Cina sostiene che i dazi imposti dall’Unione Europea siano ingiusti e mirati a ostacolare l’industria cinese, che sta emergendo come leader nel settore dei veicoli elettrici.

In effetti, il successo della Cina nel mercato dei veicoli elettrici è in gran parte dovuto alla forte politica di sussidi e incentivi messa in atto dal governo cinese. Questi incentivi hanno permesso alle aziende cinesi di sviluppare tecnologie avanzate e di offrire veicoli elettrici a prezzi competitivi. In questo modo, si è creata una presenza significativa, non solo sul mercato interno, ma anche in Europa e in altre regioni del mondo.

D’altra parte, l’Unione Europea, che ha puntato molto sulla transizione verso un’economia verde e sulla riduzione delle emissioni di CO2, si trova ora di fronte a un dilemma. Da un lato, l’Europa è impegnata a promuovere l’adozione dei veicoli elettrici come parte della sua strategia di sostenibilità. Dall’altro, l’ingresso massiccio di veicoli elettrici cinesi a basso costo potrebbe mettere in difficoltà i produttori europei, che già devono affrontare costi più elevati legati alla produzione sostenibile e alle normative ambientali.

La questione dei dazi sui veicoli elettrici cinesi si inserisce in un contesto più ampio di dispute commerciali legate al clima.

In particolare, l’Unione Europea e gli Stati Uniti stanno considerando misure che penalizzano le importazioni da Paesi che non rispettano standard ambientali rigidi. Questo include l’introduzione di dazi sulle importazioni da nazioni ad alta emissione di CO2, una misura che potrebbe avere ripercussioni significative sulle relazioni commerciali globali.

Tuttavia, gli esperti avvertono che queste misure protezionistiche potrebbero avere effetti indesiderati. Se da un lato potrebbero proteggere le industrie locali, dall’altro potrebbero innescare una spirale di ritorsioni commerciali e portare a un aumento dei costi per i consumatori.

Inoltre, c’è il rischio che le tensioni commerciali possano minare la cooperazione internazionale necessaria per affrontare la crisi climatica globale.