Il Supporto Giuridico del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha recentemente pubblicato il parere n. 2624/2024, che si occupa di stabilire quando sono giustificabili i maggiori costi nell’applicazione del principio di rotazione negli appalti.
Il nuovo documento affronta infatti la corretta applicazione di questo principio giuridico e le conseguenze che può avere sui costi degli affidamenti diretti. La questione riguarda l’equilibrio tra l’obbligo di evitare favoritismi e il principio di economicità, elementi fondamentali nella gestione della cosa pubblica.
Il quesito
Il quesito sottoposto al Ministero verte su un caso specifico: una stazione appaltante, rispettando il principio di rotazione previsto dall’articolo 49 del Codice degli Appalti, intende procedere con un nuovo affidamento diretto. Tuttavia, l’importo di questo nuovo affidamento risulta essere superiore a quello del precedente contratto, che aveva caratteristiche e quantità analoghe. La domanda è se tale procedura sia corretta, anche a fronte di un aumento dei costi, o se l’incremento possa esporre l’ente a potenziali censure per danno erariale.
Il principio di rotazione negli appalti e l’applicazione di maggiori costi
L’articolo 49 del Codice degli Appalti stabilisce che, per evitare il consolidarsi di posizioni dominanti e favorire la concorrenza, non si possa affidare lo stesso tipo di appalto allo stesso contraente per due volte consecutive, a meno che non ricorrano particolari condizioni. Queste eccezioni includono, ad esempio, l‘assenza di alternative sul mercato o un’esecuzione impeccabile del contratto precedente. Tuttavia, anche in questi casi, la deroga deve essere motivata in modo dettagliato.
Un aspetto del parere ministeriale riguarda l’eventuale conflitto tra il rispetto del principio di rotazione e il principio di economicità. In un contesto in cui l’affidamento ad un nuovo contraente comporta un aumento dei costi, si pone la questione se sia prioritario rispettare la norma sulla rotazione o garantire il miglior utilizzo delle risorse pubbliche.
Secondo il parere n. 2624/2024, la norma sull’obbligo di rotazione ha un carattere vincolante e costituisce un contrappeso essenziale alla discrezionalità dell’affidamento diretto. Di conseguenza, il rispetto di questo principio è considerato prioritario rispetto a considerazioni di economicità, proteggendo così l’ente da possibili accuse di danno erariale, purché l’aumento dei costi sia giustificato e non sproporzionato.
Le conclusioni del Ministero
Il parere del Supporto Giuridico del Ministero chiarisce che il principio di rotazione deve essere applicato con rigore, anche a costo di incorrere in maggiori spese. Tuttavia, ciò non esclude la necessità di una gestione attenta e documentata delle procedure di affidamento, in modo da bilanciare correttamente gli obblighi normativi con l’obiettivo di garantire un uso efficiente delle risorse pubbliche. Questo parere rappresenta un importante punto di riferimento per le stazioni appaltanti, sottolineando l’importanza di conciliare i diversi principi alla base della normativa sugli appalti pubblici.