È stato fissato per il 9 agosto 2024 il primo sciopero degli stabilimenti balneari, per richiedere al governo dei chiarimenti sulla direttiva Bolkenstein.


Sib-Fipe e Fiba-Confesercenti hanno invitato le imprese del settore balneare a partecipare alla prima azione “simbolica”, per poter chiedere al Governo d’intervenire sui punti ancora da chiarire sull’applicazione della direttiva Bolkenstein.

Uno dei punti chiave, da chiarire, è sicuramente l’equo indennizzo per coloro che vedranno andar via la concessione, con le gare previste nei prossimi mesi.

Lo sciopero è fissato per domani, 9 agosto 2024 e avrà una durata di due ore: ecco cosa sapere.

Sciopero stabilimenti balneari 9 agosto 2024: ecco i dettagli

A causa della mancata risposta del Governo sul tema delle concessioni balneari, le associazioni di categoria hanno dichiarato lo sciopero nazionale per il 9 agosto.
Gli stabilimenti aderenti “chiuderanno gli ombrelloni” per due ore.

Si tratta solo del primo sciopero previsto: se non ci saranno segnali da parte del Governo, ci saranno altri scioperi previsti per il 19 agosto (di quattro ore) e per il 29 agosto (per sei/otto ore).

Il punto, infatti, è l’applicazione della direttiva europea Bolkenstein: senza linee guida del Governo, infatti, c’è il rischio che saltino circa 30mila concessioni, senza alcun indennizzo.
La scadenza è per gennaio 2025, quando dovrebbero aprirsi le nuove aste, aperte agli operatori italiani ed europei.

Bisogna chiarire, innanzitutto, quali stabilimenti dovranno applicare la direttiva, perché la sentenza del Consiglio di Stato ha stabilito che sarà in vigore per i tratti di litorale con “risorse scarse”, ovvero circa il 19% del territorio costiero italiano, secondo i dati del 2023.

Ma si tratta di una formula ampia e i balneari richiedono un’interpretazione ufficiale dell’Avvocatura di Stato.

La questione principale, come anticipato, è l’indennizzo. Molti balneari dovranno dire addio alla concessione mantenuta, in alcuni casi per decenni e richiedono l’ottenimento di un sostegno economico, perché la misura conta centinaia di migliaia di addetti ai lavori nel settore.