Per quanto riguarda il tema degli affitti brevi, ci saranno diverse novità a partire da settembre 2024: ecco quali saranno.


A partire da settembre 2024, debutterà il Codice identificativo unico (Cin), dopo la prima fase sperimentale in alcune Regioni, che diventa obbligatorio per chi gestisce locazioni inferiori ai 30 giorni.

La prima fase, quella sperimentale, era stata avviata in circa metà delle Regioni e delle Province autonome, come Puglia, Veneto, Calabria, Abruzzo, Lombardia, Marche e Sicilia. A queste, si sono aggiunte negli ultimi giorni anche Sardegna, Liguria e Molise.

Inizia la cosiddetta “fase due”, che prevede l’operatività del Cin, ovvero la piattaforma nazionale che punta a contrastare il sommerso su questa tipologia di locazioni.

Ma ci sono anche altre novità. Ecco quali.

Novità affitti brevi da settembre 2024: ecco nel dettaglio

Come anticipato, dal mese di settembre 2024, ci saranno diverse novità per gli affitti brevi.
Per “affitti brevi”, intendiamo quelli che hanno contratti di locazione di durata inferiore ai 30 giorni e che non richiedono l’obbligo di registrazione.

Ricordiamo, inoltre che, se si gestiscono più di quattro immobili, c’è bisogno della partita iva e della Segnalazione certificata di inizio attività (Scia).
Vediamo le principali novità che saranno adottate da settembre.

Codice identificativo unico (Cin)

Per poter richiedere il Cin, occorrerà inoltrare la domanda alla banca dati delle strutture ricettive (Bdsr), accedendo con Spid.
Chi è già in possesso di un codice provinciale o regionale avrà 30 giorni di tempo, dall’avvio della piattaforma nazionale, per chiedere un nuovo codice.

Si potrà ottenere il Cin, se gli immobili sono muniti di dispositivi funzionanti per la rilevazione di gas combustibili, del monossido di carbonio e di estintori portatili.

Dopo aver associato il codice al proprio immobile, questo dovrà essere esposto, in maniera visibile, all’esterno della struttura. Si tratta, infatti, di una forma di trasparenza che punta a facilitare i controlli telematici.

Entro agosto il Cin dovrà entrare in vigore anche nelle restanti Regioni e Province autonome, rimaste fuori nella prima fase.

Tra alcuni giorni toccherà alla Basilicata e alla Provincia autonoma di Bolzano. In seguito, si aggiungeranno Emilia-Romagna, Lazio, Toscana, Piemonte, Umbria, Friuli-Venezia Giulia, Valle d’Aosta, Campania e la Provincia autonoma di Trento.

Secondo le indicazioni del Ministero del Turismo, entro il 1° settembre, un avviso pubblico segnalerà l’entrata in funzione della piattaforma nazionale. Occorreranno, però, due mesi per la piena operatività e altri due mesi per consentire alle strutture ricettive di ottenere il Cin.

Sanzioni

Col debutto della nuova piattaforma, viene introdotto anche un nuovo sistema di sanzioni.
La pubblicizzazione della struttura, priva del Cin, comporterà una sanzione fino a 5mila euro. Mentre, per chi affitta senza Codice, l’importo massimo sale fino a 8mila euro.

Oltre alle sanzioni pecuniarie, le attività non in regola rischiano di “sparire”, in via temporanea, dal web.
Le principali piattaforme di turismo online (come Airbnb e Booking) si sono impegnate a non pubblicizzare le strutture irregolari.

Controlli

Dopo l’entrata in vigore del database nazionale, l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza potranno intervenire sulle irregolarità emerse dai vari archivi regionali.

Ovviamente la mole dei dati da incrociare è molto vasta, poiché comprende tutte le strutture ricettive, come alberghi, ostelli, motel, agriturismi, campeggi, villaggi e rifugi alpini, per circa un ammontare di un milione di strutture.