Il TAR Sicilia ha recentemente emesso una sentenza, la numero 2642/2024, che fornisce alcune interessanti indicazioni sulla valutazione delle offerte negli appalti correlata ai costi di manodopera.


Questo intervento giuridico ha lo scopo di esplicitare se e quando un aumento dei costi della manodopera possa indicare un’offerta anomala, e dunque se meriti un esame più approfondito.

Il concetto di offerta anomala

Prima di addentrarci nel contenuto della sentenza è giusto approfondire il concetto di offerta anomalache si riferisce a una proposta economica presentata in una gara d’appalto che desta preoccupazioni riguardo alla sua fattibilità, serietà o adeguatezza. In altre parole, un’offerta viene considerata anomala quando sembra significativamente diversa dalle altre, al punto da sollevare dubbi sulla sua conformità ai requisiti del bando di gara e sulla capacità dell’offerente di adempiere al contratto in modo soddisfacente.

Caratteristiche dell’offerta anomala

  1. Prezzo inferiore o superiore rispetto alla media
    • Prezzo inferiore: se l’offerta è notevolmente più bassa rispetto a quelle degli altri partecipanti o rispetto al costo stimato per l’appalto, potrebbe suggerire che l’offerente non ha considerato adeguatamente tutti i costi o che potrebbe non essere in grado di garantire la qualità richiesta. Ad esempio, il ribasso dei costi della manodopera potrebbe indicare che il prezzo offerto è troppo basso per coprire tutte le spese necessarie.
    • Prezzo superiore: sebbene meno comune, anche un’offerta significativamente più alta rispetto alla media può essere considerata anomala se non è giustificata da elementi concreti che dimostrano il valore aggiunto dell’offerta.
  2. Sospetto di non adeguata remunerazione: un’offerta potrebbe essere considerata anomala se il prezzo proposto non garantisce all’offerente un margine di profitto sufficiente o se il costo della manodopera e di altri elementi è sproporzionatamente alto rispetto a quanto previsto.
  3. Inadeguatezza nella pianificazione e organizzazione: se l’offerta non dimostra un piano dettagliato e credibile per l’esecuzione del contratto, può essere considerata anomala. Questo include mancanza di risorse, incompetenza apparente nella gestione del progetto o una stima irrealistica dei tempi e dei costi.

Procedure di controllo

Quando una stazione appaltante sospetta che un’offerta possa essere anomala, deve seguire delle procedure stabilite dalla normativa:

  1. Richiesta di chiarimenti: l’offerente deve essere invitato a fornire spiegazioni dettagliate riguardo alla composizione del prezzo o dei costi proposti. Questo include la giustificazione dei costi dichiarati e la dimostrazione che l’offerta è sostenibile.
  2. Esame delle giustificazioni: le spiegazioni fornite dall’offerente devono essere esaminate per accertarsi che l’offerta sia effettivamente in grado di soddisfare i requisiti del contratto senza compromettere la qualità e la sostenibilità economica.
  3. Valutazione della sostenibilità: la stazione appaltante deve determinare se l’offerta, anche se inizialmente sembrava anomala, è effettivamente in grado di garantire la realizzazione del contratto in modo conforme ai termini del bando e alle aspettative di qualità.

Costi della manodopera e valutazione delle offerte negli appalti

Secondo il TAR Sicilia, non è sufficiente unicamente basarsi sull’innalzamento dei costi della manodopera rispetto a quelli previsti nella base d’asta per considerare un’offerta come anomala. La legge di riferimento, l’articolo 110, comma 2 del d.lgs. n. 36/2023, stabilisce che, se un’offerta sembra anormalmente bassa, le stazioni appaltanti devono richiedere chiarimenti per iscritto all’offerente entro quindici giorni.

L’esempio dell’aumento dei costi della manodopera

Il TAR sottolinea che i costi della manodopera elevati non devono essere considerati automaticamente come indice di anomalia. Questo perché un aumento di tali costi potrebbe non incidere negativamente sulla redditività complessiva dell’offerta, a differenza di quanto accade quando i costi della manodopera sono ridotti rispetto a quelli stabiliti nella base d’asta.

In pratica, se un’offerta include una riduzione dei costi della manodopera rispetto alla base d’asta, questa può essere considerata anomala di default (iuris tantum), a meno che l’offerente non dimostri che il ribasso è frutto di una gestione aziendale più efficiente. Tuttavia, quando i costi della manodopera sono superiori, questo non implica automaticamente un’anomalia. In questi casi, è essenziale valutare se l’aumento dei costi possa effettivamente influire sull’equilibrio economico dell’offerta, compromettendo così la capacità dell’offerente di ottenere un utile adeguato.

Implicazioni della sentenza

Questa sentenza del TAR Sicilia chiarisce che l’aumento dei costi della manodopera deve essere esaminato in un contesto più ampio. Non basta osservare che tali costi sono superiori alla media; è necessario valutare come questo impatti sulla redditività complessiva dell’offerta. L’analisi deve considerare se l’aumento dei costi possa compromettere il giusto equilibrio economico e la sostenibilità dell’offerta stessa.

In sintesi, mentre un ribasso nei costi della manodopera può suggerire un’offerta problematica, un rialzo non implica necessariamente anomalie, richiedendo invece un’analisi più dettagliata per garantire che l’offerta rimanga sostenibile e vantaggiosa.

Il testo della sentenza

Qui il documento completo.