Recentemente, durante le audizioni alla Camera dei Deputati, è emersa una proposta di riforma significativa nell’ambito della Legge 104: l’eliminazione del requisito di obbligo di convivenza per i caregiver familiari.
Il Parlamento italiano sta infatti valutando modifiche importanti alla Legge 104 per rafforzare il sostegno all’attività di assistenza e di cura svolta dal caregiver familiare.
Questa modifica potrebbe avere ampie ripercussioni, non solo per i diretti interessati, ma anche per il sistema di assistenza alle persone con disabilità in Italia.
Si ricorda infatti che la la Legge 104-92 è finalizzata ad aiutare chi è portatore di un handicap grave, ossia chi presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, sia stabile che progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa.
Oltre ad alcune novità già introdotte dal mese di luglio 2024 potrebbero arrivare ulteriori correttivi alla normativa, che riguardano da vicino chi assiste i familiari con disabilità.
Le regole attuali per i caregiver
Attualmente, la legge italiana (art. 1, commi da 254 a 256 della Legge n. 205 del 2017) definisce i caregiver come quei familiari che forniscono assistenza a persone con disabilità gravi. La normativa specifica che il caregiver può essere il coniuge, il partner di un’unione civile, il convivente di fatto, oppure un familiare entro il secondo grado. In caso di disabilità particolarmente grave, la legge estende questa definizione anche ai familiari entro il terzo grado.
La Legge 104 e il vincolo dell’obbligo di convivenza
Nel contesto della normativa vigente italiana, il requisito di convivenza rappresenta un criterio inderogabile per l’accesso a determinati diritti e sostegni destinati ai caregiver familiari. Questo requisito stabilisce che solo coloro che vivono insieme alla persona disabile possono usufruire di agevolazioni e benefici specifici, come indennità economiche, servizi di assistenza e altre forme di supporto.
Secondo i depositari della proposta la norma attuale crea una distinzione netta tra i caregiver conviventi e quelli non conviventi, limitando così l’accesso alle risorse e ai diritti solo a chi condivide lo stesso spazio abitativo con il familiare disabile.
Questo vincolo di convivenza, sebbene possa sembrare giustificato per ragioni organizzative e di controllo, avrebbe effetti esclusivi e discriminatori. Molti familiari che forniscono assistenza significativa, ma non vivono sotto lo stesso tetto per motivi di lavoro, studio, o altre circostanze personali, non possono accedere agli stessi benefici dei caregiver conviventi. Di conseguenza, questi familiari spesso si trovano in una situazione di svantaggio rispetto a chi condivide quotidianamente la vita con il disabile.
Quale potrebbe essere l’impatto di questa proposta?
L’eliminazione del vincolo di convivenza potrebbe avere conseguenze notevoli su diversi fronti:
- equità e inclusione: togliere il requisito di convivenza potrebbe garantire una maggiore equità per tutti coloro che si dedicano alla cura di familiari con disabilità. Attualmente, molti caregiver che non vivono con la persona assistita, magari per motivi di lavoro o altre circostanze, si trovano in una situazione svantaggiata. Questa modifica potrebbe assicurare che il loro impegno non venga meno riconosciuto o supportato;
- supporto economico e sociale: La riforma potrebbe ampliare l’accesso a sostegni economici e servizi sociali per una fascia più ampia di caregiver. Il riconoscimento ufficiale del loro ruolo potrebbe tradursi in benefici concreti, come indennità o servizi di supporto, che finora erano riservati solo a chi soddisfa il requisito della convivenza;
- prevenzione della discriminazione: rimuovere il vincolo di convivenza aiuta a prevenire la discriminazione di quei caregiver che, sebbene non vivano con il familiare disabile, svolgono un ruolo prioritario nella loro vita. Questa misura è volta a riconoscere e valorizzare l’impegno di tutti coloro che contribuiscono al benessere e alla cura delle persone con disabilità.
Quali sono i prossimi passi?
Il dibattito su questa proposta è ancora in corso e dovrà affrontare ulteriori discussioni e valutazioni. Sarà fondamentale monitorare come evolverà il processo legislativo e quali saranno le reazioni da parte degli stakeholder coinvolti, tra cui associazioni di disabili, gruppi di advocacy e le stesse famiglie.
Va detto comunque in conclusione che la proposta di legge volta a eliminare il requisito di convivenza per i caregiver familiari potrebbe rappresentare una significativa evoluzione nel sistema di assistenza alle persone con disabilità, mirando a garantire una distribuzione più equa dei diritti e dei benefici e a migliorare il riconoscimento e il sostegno per tutti i familiari coinvolti.