Il governo laburista appena insediato si trova costretto a fronteggiare la sua prima emergenza.


Un “punto di rottura operativo”

La situazione abitativa nelle carceri del Regno Unito è critica. Così si è espresso Tom Wheatley, presidente della Prison Governors’ Association (PGA), l’organizzazione che rappresenta gli istituti di tutto il Paese. Al 5 luglio scorso, sono stati contati 87.453 detenuti, su una capacità massima di circa 88.500. Si tratta di una problematica radicata nel tempo, e con potenziali implicazioni di grande impatto su tutto il sistema carcerario britannico. Secondo la PGA, infatti, i posti disponibili nelle prigioni del Paese sono destinati a esaurirsi nel giro di poche settimane. Questo costringerebbe le stazioni di polizia locali a ospitare i detenuti nelle proprie celle e i tribunali a rimandare le udienze di alcuni casi, provocando di fatto una completa paralisi del sistema. Il neoeletto premier laburista Keir Starmer ha parlato di “un fallimento colossale”.

Le radici della crisi

Buona parte delle responsabilità per questa situazione di crisi fa capo alle precedenti amministrazioni del Partito Conservatore, le quali hanno introdotto una serie di riforme del sistema carcerario che si sono rivelate inefficaci. Ne è un esempio il programma per la costruzione di nuovi spazi di detenzione, che puntava alla creazione di 20.000 nuovi posti per detenuti entro il 2025, e che al momento ne ha prodotti meno di 6.000. Anche la politica di effettuare sconti sulla pena in diversi casi non ha prodotto gli effetti sperati: il numero di detenuti rilasciati in anticipo non è noto, ma è stato stimato che fra il 30% e il 50% di questi sia stato nuovamente condannato al carcere entro un anno dall’uscita. La durata media delle reclusioni è inoltre aumentata da 14,5 mesi nel 2013 a 20,9 nel 2023. Infine, è stato stimato che il sistema carcerario, insieme al settore sanitario, sia stato uno degli organismi pubblici più colpiti dalle misure di austerity adottate negli anni recenti dal governo britannico.

Quali sfide attendono il nuovo governo?

La situazione ereditata dal nuovo esecutivo non è dunque semplice, e Starmer ha già dichiarato che sarà necessario del tempo per poter osservare dei miglioramenti. Il governo intende mettere in atto una serie di riforme di vario genere, che dovrebbero includere ad esempio un maggiore impiego di misure come la condizionale e gli arresti domiciliari in caso di reati minori. Ad oggi, il Regno Unito è il paese dell’Europa occidentale con il maggiore tasso di incarcerazioni, circa 144 prigionieri ogni 100.000 abitanti, ovvero un 25% in più rispetto a paesi come Francia, Italia e Spagna e oltre il doppio del dato di Germania e Paesi Bassi. Il Ministero della Giustizia prevede inoltre che il numero dei detenuti sia destinato ad aumentare nei prossimi anni, superando quota 105.000 entro il 2030.


Fonte: articolo di Giovanni Benedetti