In un’azione congiunta mirata a preservare l’integrità del sistema fiscale nazionale, Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza hanno avviato un piano straordinario di controlli fiscali sulle imprese.


Intensificati i controlli per contrastare l’evasione fiscale nel settore imprenditoriale: questa iniziativa è stata integrata nel nuovo Concordato Preventivo Biennale al fine di scongiurare eventuali fenomeni di questo tipo.

Le verifiche sono state innescate da segnalazioni di irregolarità emerse da recenti accertamenti, che hanno rivelato significative discrepanze tra i proventi effettivamente accumulati dai contribuenti e quelli dichiarati.

Piano straordinario di controlli fiscali sulle imprese: come funzionerà?

Grazie all’adozione di tecnologie avanzate per la sicurezza, tra cui sistemi basati sull’intelligenza artificiale, l’Agenzia ha potenziato la propria capacità di individuare pratiche fraudolente con maggiore efficacia. In particolare, software sofisticati selezioneranno a campione le imprese soggette a verifica. Questi algoritmi avanzati consentiranno di analizzare ingenti volumi di dati finanziari e contabili, identificando modelli e comportamenti anomali che potrebbero segnalare possibili casi di evasione fiscale o di irregolarità contabili.

L’attività di controllo sull’adempimento corretto degli obblighi fiscali è una delle principali responsabilità istituzionali dell’Agenzia delle Entrate, mirata a contrastare fenomeni evasivi ed elusivi e a promuovere il rispetto spontaneo delle norme fiscali (tax compliance). Questo doppio obiettivo include non solo l’azione punitiva nei confronti di comportamenti non conformi, ma anche un effetto deterrente volto a incentivare la piena adesione alle regole.

Questo piano straordinario di controlli rappresenta un’imponente azione preventiva volta a garantire la correttezza e la trasparenza nel sistema fiscale, promuovendo un ambiente economico equo e conforme alle normative vigenti.

Il concordato preventivo biennale

Queste nuove verifiche a tappeto fanno parte del pacchetto messo in atto con il concordato preventivo biennale 2024-2025.

L’obiettivo di questo particolare accordo è quello di aiutare le imprese in difficoltà economiche a negoziare un accordo con il Fisco.

Si può aderire all’istituto di compliance e concordare il reddito di lavoro autonomo o di impresa e la base imponibile IRAP se:

  • si esercita attività d’impresa, arti o professioni
  • si applicano gli Indici Sintetici di Affidabilità (ISA)
  • e non si hanno debiti tributari (riferiti al periodo d’imposta precedente a quello cui si riferisce la proposta) o risultano estinti, prima della scadenza del termine per aderire al Concordato, quelli di importo pari o superiore a 5.000 euro (compresi interessi e sanzioni).

Qui trovate la brochure completa messa a disposizione dall’Agenzia.

Le attività di controllo delle Entrate

Per verificare il rispetto degli obblighi tributari, l’Agenzia delle Entrate adotta diversi strumenti di controllo, tra cui:

  • controlli automatizzati e formali delle dichiarazioni fiscali
  • inviti al contraddittorio
  • questionari
  • e attività di verifica mirata e di ispezione.

Questi metodi spesso conducono alla rettifica della dichiarazione dei redditi del contribuente attraverso l’emissione di avvisi di accertamento. Tali atti rappresentano il risultato delle indagini svolte e dei diversi metodi utilizzati per accertare il reddito (come l’accertamento sintetico per le persone fisiche o l’accertamento contabile per gli imprenditori).

Gli accertamenti possono derivare da informazioni acquisite direttamente dal contribuente o da dati in possesso dell’Agenzia delle Entrate, come dichiarazioni, atti registrati o altre comunicazioni ufficiali. Le conclusioni di queste indagini vengono sempre comunicate al contribuente tramite atti ufficiali che dettagliano la motivazione delle richieste, le imposte aggiuntive dovute e le eventuali sanzioni. Gli atti forniranno anche le istruzioni per correggere le irregolarità riscontrate e, se del caso, per contestare le decisioni dell’Agenzia attraverso il ricorso al giudice tributario.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it