Le elezioni del 2024 in Gran Bretagna hanno visto un significativo cambiamento di governo, con i Laburisti guidati da Keir Starmer che hanno conquistato la maggioranza dei seggi, ponendo fine a 14 anni di governo conservatore.


Il Regno Unito ha assistito a un cambio epocale nella politica nazionale con le recenti elezioni anticipate del 2024, le prime tenutesi dopo la Brexit. Convocate anticipatamente dal primo ministro conservatore uscente Rishi Sunak, queste elezioni hanno segnato la fine di 14 anni di governi conservatori e l’ascesa dei Laburisti al potere.

Elezioni Gran Bretagna 2024: vincono nettamente i laburisti

I Laburisti guidati da Keir Starmer hanno conquistato una netta maggioranza parlamentare, preparandosi così a formare il nuovo governo.

Secondo i dati pubblicati dall’agenzia di stampa ANSA, la maggioranza laburista raccoglie 405 seggi, mentre ai conservatori di Rishi Sunak vengono attribuiti ora 154 possibili deputati, minimo storico, peggio dei 156 del 1906. I liberaldemocratici conquistano 54 seggi, mentre alla destra populista di Reform UK vengono accreditati 4 seggi.

Il leader laburista, che diventerà il prossimo primo ministro, si è rivolto alla nazione con un messaggio di cambiamento e responsabilità, delineando una visione per il futuro del paese. Starmer ha sottolineato l’importanza di servire il paese e di ristabilire la fiducia pubblica nella politica, delineando la sua agenda per un governo laburista che ponga l’accento sul servizio ai lavoratori e alla nazione nel suo insieme.

Il primo ministro uscente Rishi Sunak, in seguito alla sconfitta storica dei Tories, ha annunciato il suo discorso d’addio da Downing Street alle 10:30, seguito dalla sua visita a Buckingham Palace per formalizzare le dimissioni con il re Carlo III.

Il passaggio di potere è stato pianificato con rapidità, con il discorso di insediamento del neo premier Keir Starmer previsto per le 12:20 di fronte al numero 10 di Downing Street.

L’identikit di Keir Starmer, il nuovo primo ministro UK

Keir Rodney Starmer è un avvocato e politico britannico, deputato alla Camera dei Comuni dal 2015; dal 4 aprile 2020 è capo del Partito Laburista e leader dell’opposizione parlamentare.

Starmer è stato descritto come esponente della “soft left“. Sostiene la proprietà sociale e gli investimenti nei servizi pubblici del Regno Unito, compreso il SSN, nonché l’abolizione delle tasse universitarie. Ha chiesto un aumento delle imposte sul reddito per il 5% superiore dei redditi e la lotta all’elusione fiscale da parte delle società. Sostiene infine anche l’inversione dei tagli del Partito Conservatore nell’imposta sulle società e ha sostenuto le proposte anti-austerità dei Labour sotto la guida di Jeremy Corbyn.

Come sottolineato dal vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani in un’intervista in diretta stamattina: “credo che il vincitore di queste elezioni sia una sorta di Tony Blair degli anni 2024/25. […] un moderato. […] Vince chi è più rassicurante, vince chi più tranquillo, vince chi è determinato ma non spaventa il proprio elettorato. Non spaventa l’opinione pubblica“.

Cosa accadrà adesso al Regno Unito e ai suoi rapporti con l’Europa?

Il 18 luglio, il Blenheim Palace, in Inghilterra, ospiterà la quarta assemblea della Comunità Politica Europea. La scelta di tenere il vertice nel cuore del Regno Unito, proprio dopo la vittoria di chi si era schierato con posizioni contrarie alla Brexit assume un valore simbolico, offrendo spunti su come cambieranno i rapporti con Bruxelles.

Secondo quanto riportato su Il Messaggero, in primo luogo i Laburisti ora puntano a ridurre le restrizioni commerciali e semplificare i controlli agroalimentari, mantenendo comunque una posizione cauta nei confronti di Bruxelles per evitare concessioni eccessive. Secondo The Guardian, «Fonti autorevoli di Bruxelles hanno dichiarato che, sebbene l’UE accolga con favore il cambio di governo nel Regno Unito, non rivedrà le sue linee rosse sulla Brexit, ma è aperta a migliorare gli accordi esistenti».

Quindi non sono previsti comunque passi indietro immediati sulla Brexit, anche per un fattore da tenere in considerazione: mentre l’Unione Europea attraversa un periodo di incertezza e gli Stati Uniti si preparano a elezioni presidenziali turbolente, il Regno Unito, dopo anni di crisi con i governi di Johnson, la breve esperienza di Truss e quella di Sunak, sembra avviarsi verso una stabilità potenzialmente invidiabile.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it