Il Kenya è precipitato nel caos dopo una giornata di violenze e disordini a Nairobi, culminata con l’assedio al Parlamento da parte di manifestanti infuriati per l’aumento delle tasse proposto dal governo.


La capitale è stata teatro di scontri violenti che hanno lasciato dietro di sé un tragico bilancio di morti e feriti.

La crisi è esplosa il 25 giugno, quando circa seimila manifestanti si sono radunati per protestare contro il progetto di legge di bilancio approvato dal Parlamento, che prevedeva significativi aumenti delle imposte.

Kenya, l’assedio al parlamento dei manifestanti infuriati

La rabbia dei dimostranti è culminata in un assalto all’edificio parlamentare, dove alcuni di loro sono riusciti a entrare, causando danni considerevoli. Le riprese televisive hanno mostrato uffici devastati, scrivanie ribaltate, finestre infrante e mobili distrutti.

Le organizzazioni non governative, tra cui la sezione keniana di Amnesty International, hanno accusato la polizia di aver risposto con un uso eccessivo della forza, incluso l’uso di proiettili veri contro i manifestanti. Questa accusa ha scatenato ulteriori polemiche e indignazione sia a livello nazionale che internazionale.

La situazione ha suscitato la preoccupazione della comunità internazionale, con gli Stati Uniti, l’Unione Europea, le Nazioni Unite e l’Unione Africana che hanno espresso la loro “profonda preoccupazione” e hanno esortato tutte le parti a mantenere la calma e a cercare soluzioni pacifiche. Secondo le forze dell’ordine, i manifestanti avevano anche pianificato un attacco alla stazione di polizia locale, un’ulteriore dimostrazione della gravità della situazione.

I residenti di Nairobi hanno raccontato di aver vissuto una notte di terrore, con l’aria riempita dai gas lacrimogeni e il rumore degli spari che echeggiava nelle strade. Molti sono stati costretti a lasciare le proprie case per cercare rifugio altrove. Roseline Odede, presidente della Commissione nazionale per i diritti umani del Kenya (KNCHR), ha dichiarato che gli scontri del 25 giugno hanno causato la morte di ventidue persone, di cui diciannove solo a Nairobi, oltre a trecento feriti e più di cinquanta arresti.

Di fronte a un bilancio così tragico e alla crescente pressione pubblica, il presidente del Kenya, William Ruto, ha deciso di ritirare la controversa legge di bilancio. In un discorso alla nazione, Ruto ha dichiarato: “Dopo aver ascoltato attentamente il popolo del Kenya, che ha detto forte e chiaro che non vuole avere nulla a che fare con questa legge finanziaria, chino la testa e non la firmerò, quindi sarà ritirata“.

La decisione di Ruto rappresenta un tentativo di placare la rabbia popolare e di ristabilire l’ordine nel paese, ma la situazione rimane tesa. La comunità internazionale e gli osservatori locali attendono con apprensione i prossimi sviluppi, nella speranza che il Kenya possa trovare una via d’uscita pacifica da questa grave crisi.

Il video dell’assalto e delle violenze

Qui di seguito il video dei momenti concitati dopo l’irruzione dei manifestanti nel Parlamento kenyota. [Fonte video: L’Indipendente]


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it