A vincere in tutti i capoluoghi di Regione è il centrosinistra: ecco i risultati ormai ufficiali dei ballottaggi delle elezioni amministrative 2024.


Nella tornata elettorale conclusiva di ieri infatti il centrosinistra ha ottenuto una vittoria significativa, conquistando tutti i capoluoghi di regione coinvolti. In particolare, le città di Firenze, Bari, Perugia, Campobasso, Potenza e Cagliari hanno scelto candidati del centrosinistra, con Cagliari che aveva deciso già al primo turno.

Al centrodestra comunque sono andate diverse “poltrone” da sindaco nei capoluoghi di provincia. Inoltre, si è assistito a un incremento del numero di donne elette sindaco per la prima volta in molte città.

I risultati dei ballottaggi delle elezioni amministrative 2024

Scopriamo dunque nel dettaglio tutti i risultati, ponendo anche l’accento sul dato dell’affluenza, ancora in calo.

Le vittorie nei capoluoghi di Regione del centrosinistra

  • Firenze: Sara Funaro, sostenuta dal centrosinistra, ha ottenuto il 60,56% dei voti contro Eike Schmidt, che si è fermato al 39,44%. La segretaria del PD, Elly Schlein, ha definito questa vittoria “storica” per il Partito Democratico e il campo progressista.
  • Bari: Vito Leccese ha vinto con il 70,27% dei voti. Ha dichiarato di voler essere il sindaco anche di coloro che hanno perso fiducia nella politica, con l’intento di restituire fiducia nelle istituzioni.
  • Perugia: Vittoria Ferdinandi, candidata del campo largo, è la nuova sindaca con il 52,1% dei voti. Ha espresso la volontà di essere “la sindaca di tutti”.
  • Campobasso: Marialuisa Forte, proveniente dall’area progressista, ha battuto il candidato del centrodestra, Aldo De Benedittis, con il 50,97% dei voti, diventando la prima donna sindaco della città.

Il centrodestra vince in 5 capoluoghi di provincia

Il centrodestra ha comunque ottenuto alcune città, vincendo in cinque capoluoghi di provincia: Lecce, Rovigo, Caltanissetta, Vercelli e Urbino.

Adriana Poli Bortone del centrodestra è la nuova sindaca di Lecce. Ha battuto di misura il sindaco uscente del centrosinistra Carlo Salvemini. Il nuovo sindaco di Caltanissetta Walter Tesauro ha vinto contro la sua avversaria Annalisa Petitto. Roberto Scheda eletto a  Vercelli, Valeria Cittadin a Rovigo e Maurizio Gambini a Urbino.

Il resto dei risultati del secondo turno è disponibile sulla piattaforma Eligendo.

Affluenza in calo

Uno dei dati più preoccupanti emersi da queste elezioni è il calo dell’affluenza, scesa sotto il 50%. Questo fenomeno ha suscitato riflessioni da diverse parti politiche. Ignazio La Russa, presidente del Senato, ha sottolineato come il doppio turno elettorale sembri incrementare l’astensionismo, suggerendo la necessità di rivedere la legge elettorale per le amministrative. Anche il Movimento 5 Stelle ha commentato negativamente il dato dell’astensione, sebbene abbia espresso soddisfazione per la tendenza dei cittadini a premiare progetti di intesa tra le forze di opposizione.

Le reazioni politiche

Elly Schlein, segretaria del PD, ha interpretato i risultati come un chiaro rifiuto delle politiche del governo di destra, invocando la fine dei tagli alla sanità e dei bassi salari, opponendosi inoltre all’autonomia differenziata. “Una vittoria storica per il Pd ed il campo progressista. Abbiamo vinto in tutti e 6 capoluoghi di Regione, strappandone tre alla destra e con tre nuove sindache. Da Firenze a Bari, da Campobasso a Perugia, da Potenza a Cagliari. E’ irrevocabile: le città hanno bocciato la destra che governa e mandato un messaggio chiaro a Giorgia Meloni. Basta tagli alla sanità, basta ai salari bassi e no all’autonomia differenziata“.

Il riscontro emerso dai ballottaggi segna due dati inequivocabili. Da un lato si conferma l’allarmante dato dell’astensione, con poco più del 47% degli aventi voto che ha deciso di esprimersi, con uno scarto di oltre 15 punti rispetto all’affluenza del primo turno. D’altro canto, i cittadini premiano i progetti di intesa tra le forze di opposizione, frutto non di alchimie di palazzo ma di una convergenza che si va consolidando nelle aule parlamentari quanto nelle piazze. È questo un dato che conforta e incita a continuare“. E’ quanto si legge in una nota del M5s.

Al di là dei risultati del secondo turno, di chi ha vinto e di chi ha perso, emerge un dato che deve far riflettere: il doppio turno non è salvifico e anzi incrementa l’astensione. Dal 62,83% del primo turno, si è scesi molto sotto il 50% e cioè al 47,71%. In qualche caso, si viene eletti con solo il 20% dei voti degli aventi diritto. A volte, viene addirittura eletto chi ha meno voti assoluti di quanti ne ha avuti l’avversario al primo turno. Inaccettabile“. Lo scrive il presidente del Senato Ignazio La Russa, di Fratelli d’Italia.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it