Una recente nota dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) prova a fare chiarezza in merito a una recente pronuncia della Corte dei Conti dedicata agli incarichi apicali ai pensionati negli enti locali.


L’Anci, con la nota del 18 giugno 2024, fa pertanto chiarezza sulle modalità di conferimento di incarichi di vertice a soggetti in quiescenza in Comuni e Città metropolitane, alla luce della recente Deliberazione n. 80/2024 della Corte dei Conti, Sezione Regionale per il Lazio, del 2 maggio 2024.

Incarichi apicali a pensionati: la nota Anci con gli indirizzi operativi

La nota, che si prefigge di fornire un indirizzo tecnico-operativo agli enti locali, riassume il quadro normativo vigente e precisa i casi in cui è possibile derogare al divieto generale di conferire incarichi a soggetti pensionati.

Competenze rare e situazioni eccezionali: quando i pensionati possono tornare in servizio

La Corte dei Conti ha ribadito il principio di prevalente indisponibilità dei pensionati a ricoprire incarichi apicali in enti pubblici. Tuttavia, sono ammesse alcune eccezioni, ben delimitate, che rispondono all’esigenza di garantire la continuità del servizio e l’accesso a competenze specialistiche difficilmente reperibili all’interno del personale in servizio.

In particolare, è possibile assumere un pensionato quando:

  • Sussistono specifiche esigenze di elevata professionalità: quando l’ente necessita di competenze tecniche rare o di una comprovata esperienza in un determinato settore, che non possono essere soddisfatte con il personale interno. In questo caso, il pensionato può essere assunto per un periodo limitato e predeterminato, con un compenso proporzionato all’incarico svolto.
  • Si verificano situazioni emergenziali: in caso di eventi eccezionali e imprevedibili che richiedono un rafforzamento temporaneo del personale, è possibile assumere un pensionato per un periodo contingentato e strettamente necessario a fronteggiare l’emergenza.

Affiancamento e formazione: sì, ma con precise limitazioni

La nota Anci chiarisce che è possibile conferire incarichi di affiancamento e formazione del personale in servizio a soggetti in quiescenza, a patto che tali compiti non si traducano in:

  • Attività di studio e consulenza: il pensionato non può svolgere compiti di analisi, ricerca o elaborazione di studi e pareri, né può fornire consulenze strategiche o organizzative.
  • Funzioni direttive o dirigenziali: il pensionato non può assumere la direzione di un ufficio o di un servizio, né può prendere decisioni autonomhe con rilevanza strategica o organizzativa.

Come assumere un pensionato: un iter trasparente e rigoroso

Per conferire un incarico a un pensionato, il Comune o la Città metropolitana deve seguire una procedura rigorosa che garantisca trasparenza, equità e pubblicità:

  • Delibera del Consiglio comunale o metropolitano: la delibera deve specificare nel dettaglio le motivazioni dell’assunzione, la natura dell’incarico, la durata, il compenso e i criteri di scelta del pensionato.
  • Massima pubblicità: la delibera deve essere pubblicata sul sito web dell’ente e comunicata all’Anci.

Un’occasione per valorizzare le competenze, ma con attenzione a conflitti di interesse e privilegi

L’obiettivo delle nuove disposizioni è quello di valorizzare le competenze e l’esperienza dei pensionati, garantendo al contempo la professionalità, l’efficienza e l’imparzialità dell’amministrazione pubblica.

L’Anci sottolinea l’importanza di evitare situazioni di conflitto di interesse o di privilegio, assicurando che le nomine avvengano esclusivamente sulla base di comprovata professionalità e esclusivamente per rispondere a concrete esigenze dell’ente.

Rimane alta l’attenzione dell’Anci, che continuerà a monitorare l’evoluzione normativa e a fornire indicazioni aggiornate agli enti locali, per garantire un’applicazione equilibrata e trasparente delle nuove disposizioni.

Il testo della nota

Qui il documento completo.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it