Le elezioni europee  2024 hanno riservato sorprese significative, tra cui la riabilitazione di Mimmo Lucano a sindaco di Riace e l’ascesa di Ilaria Salis al Parlamento europeo: scopriamone di più su queste vicende.


Entrambi i casi hanno suscitato grande interesse e dibattito, soprattutto in un contesto di astensionismo record con solo il 49,6% degli italiani che ha partecipato al voto.

Si tratta di due casi emblematici e peculiari tra tutti i 76 membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia e appena eletti.

Mimmo Lucano e Ilaria Salis premiati dal voto alle Elezioni Europee 2024

Da un lato troviamo Mimmo Lucano, già noto per il suo discusso modello di accoglienza a Riace, ha segnato un importante ritorno sulla scena politica.

Dall’altro, Ilaria Salis, la cui storia personale ha intrecciato le vicissitudini giudiziarie con un successo elettorale inaspettato.

Entrambi i casi offrono uno spaccato unico delle dinamiche politiche e sociali contemporanee in Italia, riflettendo le speranze e le sfide di un’Europa in continuo mutamento.

Mimmo Lucano: dal tribunale alla rinascita politica

Mimmo Lucano, una figura nota per il suo innovativo approccio all’accoglienza dei migranti nel piccolo comune calabrese di Riace, ha segnato un trionfale ritorno alla scena politica con un risultato elettorale senza precedenti. Il suo modello di integrazione è stato oggetto di intense indagini e processi, culminati con l’accusa di aver istituito un sistema criminale sotto la facciata di politiche di accoglienza.

Tuttavia, nonostante le avversità legali (e una sentenza di condanna che, va detto, è stata ribaltata), Lucano ha riconquistato la fiducia dei suoi sostenitori e degli elettori, ottenendo oltre 188mila preferenze e diventando il candidato più votato dell’Alleanza Verdi e Sinistra alle elezioni europee. La sua vittoria è stata accolta con grande entusiasmo dai cittadini di Riace, che lo hanno accolto festosamente intonando l’inno partigiano “Bella ciao“.

In un’intervista dopo la sua elezione, Lucano ha citato le parole di Antonio Gramsci, sottolineando l’importanza di avere il coraggio di continuare e di ricominciare. Pur affrontando la sfida di bilanciare i suoi nuovi impegni come parlamentare europeo con quelli di sindaco, Lucano si mostra fiducioso nel mantenere un legame stretto con i cittadini di Riace e nel portare avanti la sua visione di inclusione e solidarietà. La sua storia rappresenta un esempio di resilienza e determinazione, e il suo ritorno alla guida del comune è stato accolto con speranza da coloro che credono nel potere trasformativo della politica locale.

Ilaria Salis: dall’arresto in Ungheria al Parlamento europeo

Un altro caso emblematico è quello di Ilaria Salis, arrestata l’anno scorso in Ungheria e sottoposta a detenzione domiciliare in attesa di giudizio. Grazie alle 176mila preferenze ricevute, Salis è riuscita a ottenere un seggio al Parlamento europeo, garantendosi l’immunità prevista dall‘articolo 9.2 del Protocollo sui privilegi e sulle immunità dell’Unione europea.

Il Parlamento Europeo, per bocca della vice portavoce capo Delphine Colard, ha precisato che “l’immunità dei deputati europei è principalmente definita dalle leggi elettorali nazionali. In base alle disposizioni vigenti, un candidato eletto eurodeputato beneficia delle immunità previste […] ma non commentiamo casi singoli.

L’elezione di Salis rappresenta non solo una vittoria personale, ma anche un importante risultato per il partito Avs, che ha ottenuto il 6,6% delle preferenze, superando il quorum del 4%. “Ora manca solo un pezzo di carta per andarsene da Budapest,” ha dichiarato suo padre Roberto, riferendosi al documento che attesta formalmente la sua elezione e quindi la sua immunità.

La questione dell’immunità della Salis: l’Ungheria deve sottostare ai risultati di voto

L’ottenimento dell’immunità parlamentare da parte di Ilaria Salis, neoeletta al Parlamento europeo, ha implicazioni significative sul suo caso giudiziario in Ungheria. Questa immunità implica che le autorità ungheresi devono rispettare questa protezione legale, consentendo alla neoeletta di lasciare il paese senza ostacoli.

Tuttavia, se l’autorità giudiziaria ungherese decidesse di continuare il procedimento contro Salis nonostante la sua immunità parlamentare, il processo diventerebbe più complesso. In tal caso, le autorità ungheresi dovrebbero richiedere al Parlamento europeo di avviare la procedura di revoca dell’immunità dell’eurodeputato. Questa procedura è regolamentata e richiede una serie di passaggi formali, compreso il coinvolgimento di una commissione competente e la possibilità per il deputato interessato di essere ascoltato.

Quindi, è solo il Parlamento Ue che decide di togliere l’immunità a uno dei suoi membri, senza che gli Stati membri possano opporre regole interne.

Il precedente: il caso Toni Negri

Per quanto riguarda i casi di immunità si potrebbe citare il caso dell’intellettuale di Autonomia Operaia morto nel 2023, Toni Negri, che fu condannato a 30 anni di carcere per associazione sovversiva, banda armata e diversi altri reati. Nel 1983 Negri accettò la proposta del politico radicale Marco Pannella di candidarsi alla Camera: fu eletto e uscì dal carcere grazie all’immunità parlamentare.

L’immunità per i parlamentari è stabilita dall’art. 68 della Costituzione, che attualmente recita:

«I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni. Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, né può essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale, o mantenuto in detenzione, salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna, ovvero se sia colto nell’atto di commettere un delitto per il quale è previsto l’arresto obbligatorio in flagranza. Analoga autorizzazione è richiesta per sottoporre i membri del Parlamento ad intercettazioni, in qualsiasi forma, di conversazioni o comunicazioni e a sequestro di corrispondenza».

Ovviamente vanno fatti dei distinguo sulle vicende: quello della Salis e di Negri sono casi molto differenti e anche le accuse a carico sono molto “distanti” l’una dall’altra.

Mentre invece, per i detrattori della Salis, potrebbe essere utile ricordare il garantismo riservato a molti politici attuali sotto inchiesta, vedi i recenti casi della ministra del Turismo Daniela Santanchè, indagata per falso in bilancio e per truffa ai danni dell’Inps oppure del governatore della Regione Liguria Giovanni Toti, accusato di corruzione per l’esercizio della funzione e corruzione per atti contrari a doveri d’ufficio.

Il voto popolare come fattore determinante

Le vicende di Lucano e Salis sono testimonianze di come le elezioni possano cambiare radicalmente le sorti personali e politiche, in quanto il voto popolare come massima espressione del consenso di maggioranza sia determinante sotto questo punto di vista.

Mimmo Lucano arriva a Bruxelles con 188mila voti, è il primo degli eletti in Europa dell’Alleanza, più di Ilaria Salis, candidata però in due collegi in meno.

Ilaria Salis, candidata alle Europee da Avs, ha ottenuto infatti complessivamente 176.368 preferenze. Nell’Italia insulare ha preso 50.401 voti (26.210 in Sicilia), nell’Italia Nord-Occidentale ha ottenuto 125.967 voti (15.977sezioni su 15.999).

Appare evidente come il voto popolare sia stato risolutivo in questo frangente, in quanto espressione e fondamento della democrazia. Si tratta del diritto e il dovere dei cittadini di esprimere la propria voce e influenzare il destino della propria nazione, della Comunità Europea: attraverso il voto, le persone possono scegliere i propri rappresentanti e partecipare al processo decisionale delle proprie istituzioni.

E in questo caso la volontà popolare è parsa molto chiara e limpida, inequivocabile nel suo giudizio.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it