blocco-assunzioni-progressioni-verticaliOvviamente non si tratta di un blocco generalizzato: l’Inps ha tuttavia annunciato che sta sospendendo l’assegno di inclusione in determinati casi. Scopriamone di più.


Per l’agevolazione sono infatti previsti e disciplinati specifici casi di sospensione, riferiti al singolo componente del nucleo familiare, che trovandosi in determinate situazioni, non viene più calcolato nella scala di equivalenza e viene inserito nelle ipotesi di revoca e decadenza.

Sospensione, decadenza e revoca

Cosa comportano questi provvedimenti nello specifico?

La sospensione comporta l’interruzione dell’erogazione della prestazione al verificarsi di un determinato evento e la ripresa dei pagamenti al venir meno dell’evento che ha prodotto la sospensione.

La decadenza dal beneficio comporta il venir meno dell’erogazione della prestazione dal momento del verificarsi dell’evento. Pertanto, se la decadenza è applicata contestualmente all’evento non vi saranno prestazioni indebite da recuperare; se, invece, la decadenza è applicata in un momento successivo al verificarsi dell’evento si dovrà procedere al recupero di quanto indebitamento percepito dal beneficiario dalla data dell’evento fino all’ultimo pagamento.

La revoca, invece, comporta il venir meno del diritto alla prestazione dalla data della domanda con conseguente obbligo di restituzione da parte del beneficiario di tutti gli importi indebitamente percepiti.

L’Inps sta sospendendo l’assegno di inclusione, ecco le motivazioni

A fare chiarezza, in modo particolare, è il recente messaggio 2132/2024.

L’Istituto di Previdenza ha ribadito che i nuclei familiari beneficiari dell’Assegno di inclusione (ADI) hanno l’obbligo di presentarsi al primo appuntamento presso i Servizi sociali entro 120 giorni dalla sottoscrizione del Patto di attivazione digitale.

Per le domande presentate fino al 29 febbraio 2024, il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, con la nota prot. n. 6062 del 28 marzo 2024, ha disposto che tale termine decorre dalla comunicazione dell’Istituto ai Servizi sociali dei nuclei familiari beneficiari con domanda accolta, al fine di dare il tempo agli stessi Servizi sociali di organizzare il nuovo servizio.

Mentre per le domande di ADI presentate tra il mese di dicembre 2023 e il mese di gennaio 2024 e messe in pagamento a partire dal mese di gennaio 2024, tale termine ha iniziato a decorrere dal 26 gennaio 2024 (data di avvio della trasmissione ai Comuni delle domande accolte), pertanto, dal 25 maggio 2024 sono iniziati progressivamente a scadere i 120 giorni previsti per presentarsi al primo appuntamento presso i Servizi sociali.

Nel mese successivo a quello di scadenza dei 120 giorni, quindi a partire dalla mensilità di giugno, sono applicate le prime sospensioni del beneficio economico in caso di mancata presentazione del nucleo familiare entro tale termine.

Cosa deve fare chi ha subito la sospensione?

Gli interessati, pertanto, affinché venga assicurata l’erogazione della misura ADI nel mese successivo a quello della sospensione, devono essere convocati o presentarsi per il primo appuntamento presso i Servizi sociali in tempo utile per le elaborazioni dei rinnovi mensili e le disposizioni dei relativi pagamenti.

Si ricorda che tutti i nuclei familiari beneficiari dell’ADI hanno l’obbligo di presentazione al primo incontro. Si ricorda inoltre che, successivamente al primo incontro, i beneficiari diversi dai soggetti attivabili al lavoro sono tenuti a presentarsi presso i Servizi sociali ogni 90 giorni per aggiornare la loro posizione. In caso di mancata presentazione il beneficio economico è sospeso.

Il testo del messaggio Inps

Qui il documento completo.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it