“Da domenica blocco la città. Le persone dovranno attrezzarsi, fortunati i politici del palazzo che hanno le auto blu, loro potranno continuare a girare, i romani invece no”. Esordisce così il sindaco della capitale Ignazio Marino, interpellato a ‘Mix24’, su cosa farà senza il decreto Salva Rpma, ritirato ieri dal governo.
Marino è poi intervenuto anche a Ragio24 dove ha proseguito con il suo sfogo: “Si è mai sentito a Washington o a Parigi qualcuno che dice ‘speriamo venga Nerone a bruciare la Capitale?’ Così direbbero i francesi o gli inglesi della loro Capitale? Qui non si tratta di un gioco, ma della capitale d’Italia”. “Il governo deve darci gli strumenti legislativi per poter risanare una volta per tutte la città, io non chiedo soldi – ha precisato il primo cittadino -. Quello che la stampa chiama ‘Salva Roma’ altro non è che il “tesoro” di soldi dei romani che a loro deve essere restituito”.
Poi, alla domanda sulle sue possibili dimissioni, il sindaco ha risposto: “Se il mese prossimo debbo non pagare gli stipendi, vendere l’Acea, fermare il trasporto…allora sì, io non faccio il commissario liquidatore”. “Diciamolo con chiarezza – ha spiegato – per marzo non ci saranno i soldi per i 25mila dipendenti del Comune, per il gasolio dei bus, per tenere aperti gli asili nido o raccogliere i rifiuti e neanche per organizzare la santificazione dei due Papi, un evento di portata planetaria”.
“Nelle prossime ore – ha poi aggiunto – mi sottoporranno i provvedimenti in forma scritta e su quello si giudicherà. Il governo sta lavorando con i nostri vertici amministrativi – ha concluso – dal segretario generale del Campidoglio a quello di Palazzo Chigi fino ai vertici del Mef”.