disservizi-piattaforma-sue-calabriaLa controversia relativa ai disservizi sulla piattaforma SUE nella regione Calabria ha suscitato un acceso dibattito, con alcune figure istituzionali e politiche che ne hanno denunciato le problematiche: ecco la situazione attuale e le criticità evidenziate.


Nel contesto della digitalizzazione dei servizi pubblici, la piattaforma SUE, acronimo di Sportello Unico dell’Edilizia, svolge un ruolo cruciale nell’ambito delle pratiche amministrative relative al settore dell’edilizia. Questa piattaforma è progettata per offrire un punto unico di accesso per tutte le procedure burocratiche connesse alla realizzazione di opere edilizie, dalla presentazione delle domande di permesso di costruire alla gestione delle pratiche relative alla sicurezza e alla conformità degli edifici.

Tradizionalmente, il processo burocratico per ottenere le autorizzazioni edilizie poteva essere lungo e complesso, coinvolgendo molteplici enti e passaggi amministrativi. La piattaforma SUE mira a semplificare questo processo, consentendo agli utenti di presentare le proprie domande in modo digitale e di seguire lo stato di avanzamento delle pratiche in tempo reale.

In questo modo, la piattaforma SUE favorisce la trasparenza, l’efficienza e la riduzione dei tempi nell’erogazione dei servizi legati all’edilizia. Per i professionisti del settore e per i cittadini, ciò significa una maggiore facilità nel gestire le pratiche burocratiche, con un risparmio di tempo e risorse.

E se questo applicativo funziona, va tutto nel verso giusto. In caso contrario, emergono diverse criticità, come nel caso che sta facendo molto discutere nell’ambito politico e istituzionale della Regione Calabria.

I disservizi della piattaforma SUE in Calabria

Sta infatti crescendo il malumore attorno ai malfunzionamenti e ai problemi sempre più frequenti che attanagliano la piattaforma SUE in uso nella regione “punta” meridionale dello stivale italiano, CalabriaSUE/SismiCa.

La controversia relativa ai disservizi informatici sta infatti suscitando un acceso dibattito, con diverse figure istituzionali e politiche che ne hanno denunciato le problematiche evidenti e particolarmente limitanti per l’azione amministrativa.

L’allarme dell’Ordine degli Ingegneri

Il primo a segnalare le criticità è stato il presidente dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Catanzaro, Gerlando Cuffaro, sollevando la questione attraverso una lettera indirizzata al presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto, al presidente di Fincalabra, Alessandro Zanfino, e al direttore generale del Dipartimento Infrastrutture, Claudio Moroni, richiedendo interventi risolutivi.

Il sistema è stato infatti spesso oggetto di lavori di manutenzione che hanno comportato limitazioni nell’accesso da parte degli utenti. Cuffaro ha sottolineato la persistenza dei malfunzionamenti che hanno generato notevoli disagi sia per i professionisti sia per la comunità. I ritardi nell’accesso alla piattaforma sono stati descritti come incompatibili con la pratica delle professioni, causando gravi danni economici sia agli utenti sia alla collettività.

In particolare, sono stati evidenziati tempi di attesa estremamente prolungati, con operazioni indicate con tempistiche irrealistiche, caratterizzando così la situazione come grottesca. Cuffaro ha avanzato la proposta di acquistare una piattaforma già funzionante, già impiegata con successo in altre regioni, ipotizzando un risparmio economico rispetto ai costi sostenuti per la sistemazione della piattaforma attuale.

La denuncia del consigliere regionale Antonio Lo Schiavo: il caso dei software “di seconda mano”

Il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo, presidente del Gruppo misto Liberamente progressisti, ha adottato un approccio critico ancor più severo nei confronti dei disservizi della piattaforma Sue, evidenziati dagli ordini professionali calabresi. Le sue osservazioni hanno posto ulteriormente in luce la gravità della situazione.

Come scritto nella nota che ha diffuso alla stampa nazionale:

“La nuova presa di posizione degli ordini professionali tecnici calabresi sul malfunzionamento della piattaforma Sportello unico dell’edilizia (Sue) e la relativa diffida alla Regione Calabria, riporta d’attualità una problematica ormai annosa, fonte di gravi disservizi per gli operatori che hanno inevitabili conseguenze su tutta la collettività. Già nel novembre scorso, attraverso un’apposita interrogazione a risposta scritta avevo chiesto chiarimenti in ordine alle disfunzioni registrate sulla piattaforma Sue e agli interventi previsti.”

Lo Schiavo ha portato all’attenzione la risposta fornita dal Dipartimento regionale Infrastrutture e Lavori pubblici, che ha ammesso apertamente l’obsolescenza della piattaforma e ha avanzato una serie di proposte per affrontare il problema su più fronti, suddividendoli in interventi a breve, medio e lungo termine.

Tuttavia, Lo Schiavo ha evidenziato la mancanza di una soluzione definitiva nel breve periodo, sottolineando l’urgente necessità di considerare l’acquisto di un nuovo software più efficiente e in linea con le specifiche esigenze della regione Calabria.

Ha beffardamente sottolineato che “è soprattutto il software preso di “seconda mano” dalla Sardegna l’elemento che più fa riflettere. Sarebbe forse il caso di prevedere l’acquisto di un nuovo programma, aggiornato e più efficiente, e maggiormente consono alle esigenze del contesto calabrese”.

Una situazione che va risolta al più presto

Queste prese di posizioni pubbliche riflettono la preoccupazione per la persistente inefficacia della piattaforma e la necessità di interventi tempestivi per garantire un servizio adeguato agli utenti.

Le sue osservazioni mettono in evidenza il fatto che i problemi riscontrati non possono essere risolti con meri interventi di manutenzione o miglioramenti incrementali.

È necessaria una soluzione più radicale che possa rispondere in modo completo alle esigenze della comunità e dei professionisti del settore edilizio in Calabria. La questione infatti non riguarda solo la semplice ottimizzazione della piattaforma esistente, ma la valutazione di alternative più efficaci e innovative per garantire un servizio di qualità e all’altezza delle aspettative degli utenti.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it