comuni-italiani-corruzione-anacSi continuano a registrare dati preoccupanti in termini di corruzione, soprattutto nei Comuni italiani, come evidenziato dal presidente Anac, Giuseppe Busia, durante la presentazione della Relazione annuale 2023 al Parlamento.


Il rapporto si fonda su un’analisi dettagliata delle schede relative agli eventi corruttivi, raccolte dai Responsabili per la Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (RPCT) dei comuni italiani. Questi dati coprono un periodo significativo, dal 2015 al 2019, e forniscono una panoramica estesa e accurata della situazione della corruzione nei comuni con più di 15.000 abitanti.

Le informazioni sono state reperite attraverso una procedura sistematica di raccolta e consultazione delle schede pubblicate nella sezione “Amministrazione Trasparente” dei siti web istituzionali dei comuni interessati. Questa sezione è obbligatoria per legge e rappresenta uno strumento fondamentale per garantire la trasparenza amministrativa e l’accesso alle informazioni da parte dei cittadini.

Si ricorda che i Responsabili per la Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (RPCT) sono figure chiave all’interno delle amministrazioni comunali. Essi hanno il compito di monitorare costantemente i processi interni per individuare e segnalare eventuali rischi di corruzione. La loro attività include la redazione di relazioni annuali che descrivono gli eventi corruttivi riscontrati e le misure adottate per prevenirli. Queste relazioni sono state fondamentali per l’Anac nella compilazione del rapporto 2023.

Nei Comuni italiani il rischio di corruzione è molto alto: i dati dell’Anac

Dallo studio emerge che oltre il 27% dei comuni con più di 15.000 abitanti (203 su 745) ha registrato almeno un episodio di corruzione nel periodo esaminato. La problematica risulta particolarmente acuta nel settore dei contratti pubblici, che rappresentano circa il 46% degli eventi corruttivi (93 su 203). Questa tendenza conferma quanto già noto nella letteratura e nella prassi manageriale: i processi di approvvigionamento pubblico sono particolarmente vulnerabili a fenomeni di corruzione.

L’analisi dei fattori di rischio negli appalti pubblici è fondamentale per sviluppare strategie efficaci di prevenzione della corruzione. I comuni rappresentano uno degli ambiti della pubblica amministrazione dove è più evidente la necessità di rafforzare l’analisi delle variabili contestuali che influenzano il rischio di corruzione. Questo rischio è destinato a crescere con l’impiego dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) destinati a finanziare numerosi progetti locali.

Le differenze istituzionali, organizzative e normative tra i vari enti pubblici rendono interessante estendere l’analisi degli indicatori di rischio corruttivo anche ad altri ambiti della pubblica amministrazione, come quello sanitario. L’obiettivo è duplice:

  • valutare se gli indicatori di rischio corruttivo applicabili ai comuni possano essere rilevanti anche in altri settori
  • e verificare se variabili non significative nei comuni possano invece risultare utili altrove.

Ad esempio, l’analisi potrebbe esplorare se il rischio di contagio tra amministrazioni geograficamente vicine sia valido anche per le aziende sanitarie, che presentano forme di collaborazione regionale che potrebbero facilitare la diffusione di pratiche corruttive.

Pensare anche alle vittime degli eventi corruttivi, non solo ai “corruttori”

Busia ha sottolineato l’importanza di considerare le vittime della corruzione, spesso dimenticate. La corruzione, intesa non solo in senso penale ma anche amministrativo, causa danni enormi: infrastrutture scadenti, condizioni di lavoro pericolose, attrezzature sanitarie di bassa qualità e malnutrizione nei paesi più fragili a causa di aiuti umanitari deviati.

Anche quando non uccide, la corruzione deteriora i servizi pubblici, rafforza le mafie, inquina la democrazia e ha un costo sociale, civile e umano inestimabile.

La necessità della prevenzione

Prevenire la corruzione è pertanto essenziale per evitare che essa danneggi la società, il settore pubblico e il tessuto produttivo, compromettendo le prospettive di lavoro e di vita. La prevenzione deve essere prioritaria rispetto alla repressione per contrastare efficacemente questo fenomeno che mina le basi della democrazia e del benessere collettivo.

In conclusione, il rapporto dell’ANAC mette in luce la necessità di una vigilanza costante e di strategie preventive ben strutturate per affrontare la corruzione in Italia, proteggendo così i cittadini e rafforzando la fiducia nelle istituzioni pubbliche.

I documenti curati dall’Anac


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it