Avviata la riforma del numero chiuso nelle facoltà di Medicina, dopo le recenti polemiche relative ai test d’ingresso: ecco come cambia e quali saranno le nuove regole.
La decisione è stata presa dal Comitato ristretto della Commissione Istruzione al Senato, e se da un lato suscita convergenza dalle parti politiche, dall’altro è oggetto di contestazioni da parte degli addetti ai lavori.
Si tratta di un argomento che negli ultimi tempi è stato un vero e proprio campo di battaglia, dopo le decisioni relative alle graduatorie dei TOLC di Medicina, prima dichiarate illegittime dal TAR del Lazio e successivamente ripristinate dal Consiglio di Stato.
La proposta prevede che il Governo, entro dodici mesi dall’entrata in vigore della legge, sia incaricato di adottare uno o più decreti attuativi per rivisitare le modalità di accesso a tali corsi. Ma cosa comporta concretamente questa riforma? Scopriamolo.
Ecco come cambia il numero chiuso nelle facoltà di Medicina
Innanzitutto, il numero chiuso non scompare del tutto, ma si sposta in avanti di sei mesi. Ciò significa che il primo semestre sarà aperto a tutti gli interessati, mentre per accedere al secondo sarà necessario superare degli esami propedeutici e un quiz nazionale. Questa proposta è stata accolta con entusiasmo dalla Commissione Istruzione del Senato, che l’ha adottata quasi all’unanimità come testo base.
Tra i punti salienti della riforma vi è l’individuazione delle discipline in ambito biomedico, sanitario, farmaceutico e veterinario necessarie per l’ammissione al secondo semestre. Nel caso in cui uno studente non superi l’ammissione, i crediti formativi acquisiti saranno comunque riconosciuti per consentire un eventuale cambio di corso di studi.
Inoltre, il Governo è chiamato a garantire programmi uniformi e coordinati, nonché l’armonizzazione dei piani di studio dei corsi, stabilendo un numero complessivo di crediti formativi universitari (CFU) a livello nazionale. L’ammissione al secondo semestre sarà subordinata al conseguimento di tutti i CFU stabiliti per gli esami del primo semestre, oltre a una posizione vantaggiosa nella graduatoria di merito nazionale.
Riforma entra in vigore dal 2025-2026
La riforma non modifica i programmi relativi ai test di accesso previsti a maggio e luglio. Dal 2025-2026 si prevede l’entrata in vigore completa del nuovo sistema. Attualmente sono pianificate due sessioni di test, con la possibilità di partecipare ad entrambe. Le prove si svolgono in presenza e consistono in sessanta domande estratte da una vasta banca dati pubblica.
La procedura di iscrizione e l’inserimento in graduatoria nazionale avvengono esclusivamente online. Le prove di ammissione per i corsi di laurea magistrale in Medicina e Odontoiatria si terranno il 28 maggio e il 30 luglio, mentre per i corsi di laurea magistrale a ciclo unico in Medicina veterinaria il 29 maggio e il 31 luglio.
Soddisfazione dalla parte politica
La proposta di abolizione del numero chiuso per l’accesso ai corsi di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria ha ricevuto un forte sostegno da parte di diversi esponenti politici, i quali vedono in questa riforma una significativa evoluzione del sistema educativo italiano.
Il presidente della Commissione Istruzione del Senato, Roberto Marti, esprime grande soddisfazione per l’adozione del testo, sottolineando la massima convergenza di tutte le forze politiche su questa decisione. Marti, esponente della Lega, ritiene che l’eliminazione del numero chiuso rappresenti un passo fondamentale per offrire ai giovani la possibilità di iscriversi liberamente ai corsi di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria. Questo, a suo parere, consentirà agli studenti di esplorare meglio le proprie inclinazioni e di acquisire competenze essenziali nel campo medico senza le restrizioni imposte dal numero chiuso.
Le parole del presidente della Commissione Istruzione sono supportate anche dall’idea che questa riforma ponga fine alla “roulette russa” dell’ammissione universitaria, restituendo al Paese un sistema basato su criteri di buonsenso e meritocrazia.
Il dissenso dell’ordine dei medici
Chi invece espone un giudizio negativo è l’ordine dei medici, attraverso una dichiarazione all’ANSA delpresidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli.
“Siamo nettamente contrari, e questa non è assolutamente una norma di buon senso – ha detto – eliminare il numero chiuso a Medicina significa che fra 10 anni, il tempo necessario per formare un medico, avremo una pletora di laureati che non avranno possibilità di trovare un posto di lavoro come medici. Produrremo solo dei disoccupati“.
“Allo stesso modo valutiamo positivamente – conclude Anelli – il fatto che nel provvedimento sia in qualche modo normato il percorso, già messo in atto dalla FNOMCeO insieme al Ministero dell’Istruzione e del Merito, dei Licei a curvatura biomedica, e che sia riconosciuto il ruolo degli Ordini. Proponiamo inoltre di anticipare il semestre di orientamento, spostandolo al periodo precedente l’inizio dell’anno accademico, per dar modo agli studenti di sostenere gli esami per la graduatoria di accesso già a settembre. L’Università curerebbe la preparazione gratuita alle materie oggetto d’esame tramite l’organizzazione di corsi anche in modalità asincrona”.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it