In aula oggi ci sarà il voto di fiducia alla Camera sulla legge di conversione del decreto PNRR: in attesa della votazione riepiloghiamo quali potrebbero essere le novità che arriveranno sul fronte degli appalti e delle infrastrutture.
Questo decreto, oggetto di discussione parlamentare, ha subito significative modifiche rispetto alla versione originaria approvata dal governo a fine febbraio.
Si tratta di un disposto normativo che presenta, in sintesi, una serie di importanti provvedimenti finalizzati all’implementazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e introduce significative misure di finanziamento per nuovi progetti.
Nelle sue intenzioni il testo vuole sostenere la ripresa economica e promuovere lo sviluppo sostenibile, assicurando al contempo il rispetto dei vincoli di bilancio stabiliti nel programma di finanza pubblica.
Decreto PNRR al voto di fiducia alla Camera, cosa cambia per gli appalti?
Tra le novità introdotte durante l’esame in commissione alla Camera, spiccano tra le altre cose diverse semplificazioni nei settori degli appalti e delle infrastrutture, che qui di seguito esamineremo dettagliatamente.
Agevolazioni anche per gli interventi “fuori” dal PNRR
Il decreto prevede una significativa estensione delle agevolazioni anche per gli interventi non più finanziati dal PNRR. Questo significa che non solo i progetti direttamente finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza potranno beneficiare delle semplificazioni introdotte, ma anche altri interventi che potrebbero non rientrare più nei finanziamenti. Tra questi interventi rientrano anche gli appalti di servizi e forniture, che ora potranno godere di una corsia preferenziale e di semplificazioni procedurali simili a quelle previste per i lavori e gli appalti integrati.
Settori speciali
In aggiunta, il decreto introduce norme specifiche per garantire pari opportunità nei settori speciali. Questo significa che le disposizioni sulle pari opportunità, che sono state introdotte all’interno dei contratti PNRR dal decreto 77/2021, si applicheranno solo alle procedure avviate successivamente alla comunicazione del finanziamento. Ciò implica che le aziende coinvolte in processi di appalto che sono già in corso o che sono stati avviati prima della comunicazione del finanziamento non saranno soggette a queste nuove disposizioni sulle pari opportunità.
Certificazione delle piattaforme digitali semplificata
La semplificazione delle procedure per la certificazione delle piattaforme digitali rappresenta una delle novità più significative introdotte dal decreto. Grazie a un emendamento, l’Agenzia per l’Italia digitale (AgID) sarà autorizzata a rilasciare la certificazione basandosi esclusivamente sulla semplice autodichiarazione dei gestori delle piattaforme fino al 2025.
Questo significa che i gestori delle piattaforme digitali utilizzate nei processi di appalto potranno dichiarare autonomamente il rispetto dei requisiti previsti dal codice degli appalti, senza dover necessariamente sottoporsi a procedure di certificazione più complesse e lunghe.
L’obiettivo di questa misura è di facilitare l’utilizzo delle piattaforme digitali e accelerare i processi di appalto, riducendo al contempo il carico amministrativo e burocratico sia per gli enti pubblici che per i gestori delle piattaforme stesse.
Questa semplificazione temporanea delle procedure di certificazione fino al 2025 è pensata per far fronte alla penuria di piattaforme certificate che sta mettendo in difficoltà le stazioni appaltanti. Consentendo alle piattaforme di ottenere la certificazione sulla base di autodichiarazioni, si mira a garantire una maggiore agilità e flessibilità nel processo di digitalizzazione degli appalti pubblici, contribuendo così a rendere più efficiente l’utilizzo delle risorse destinate ai progetti finanziati dal PNRR.
Deroghe alla verifica preventiva dell’interesse archeologico
l decreto ha introdotto anche una significativa semplificazione per i lavori riguardanti le infrastrutture di rete di lieve entità. In particolare, è stata prevista la possibilità di escludere l’obbligo di svolgere la verifica preventiva dell’interesse archeologico per questo tipo di interventi.
Questa misura è finalizzata a semplificare ulteriormente le procedure relative a lavori di modesta entità su infrastrutture di rete, come ad esempio piccoli interventi di manutenzione o miglioramento. Prima di questa modifica, anche per interventi di modesta entità era richiesta una verifica preventiva dell’interesse archeologico, il che comportava ulteriori adempimenti burocratici e possibili ritardi nei tempi di realizzazione dei lavori.
Lavoratori negli appalti pubblici
Il decreto introduce disposizioni specifiche per assicurare un trattamento economico e normativo adeguato ai lavoratori impiegati negli appalti pubblici. Questa disposizione stabilisce che i lavoratori coinvolti in appalti pubblici devono ricevere un trattamento non inferiore a quello previsto nei contratti collettivi di riferimento.
In pratica, ciò significa che i lavoratori impiegati in appalti pubblici devono godere delle stesse condizioni di lavoro e degli stessi diritti previsti per i lavoratori del settore di riferimento, come stabilito nei contratti collettivi nazionali o territoriali. Questo include aspetti quali stipendio, orario di lavoro, ferie, tutele sindacali e tutti gli altri diritti e benefici garantiti ai lavoratori dal contratto collettivo applicabile.
Questa disposizione mira a garantire che i lavoratori impiegati negli appalti pubblici non siano svantaggiati rispetto ai loro colleghi che lavorano direttamente per l’amministrazione pubblica o per altre aziende del settore.
Patente a punti per i cantieri
Infine, il decreto apporta significativi cambiamenti riguardanti la patente a punti per i cantieri, introducendo nuove disposizioni che potrebbero avere un impatto rilevante sul settore. Tra queste novità vi è l’inclusione di requisiti autocertificati, che consentono ai lavoratori di dichiarare autonomamente il possesso dei requisiti necessari per ottenere la patente a punti.
Inoltre, viene introdotta la possibilità di ottenere crediti aggiuntivi oltre al punteggio iniziale della patente, il che potrebbe premiare i comportamenti virtuosi e promuovere la sicurezza sul lavoro. Questi crediti extra potrebbero essere assegnati in base a criteri definiti successivamente da un decreto ministeriale, sentito l’Ispettorato nazionale del lavoro, offrendo quindi un incentivo aggiuntivo per adottare pratiche lavorative sicure e responsabili.
Un’altra importante novità è l‘estensione della patente a punti ad altri settori oltre all’edilizia. Ciò significa che i principi e le disposizioni della patente a punti potrebbero essere applicati anche in contesti lavorativi al di fuori del settore edilizio, ampliando così il campo di applicazione di questa misura.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it