Il Consiglio dei Ministri, su suggerimento del Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha approvato il Documento di Economia e Finanza (DEF) per l’anno 2024.
In attesa dell’approvazione delle nuove regole di programmazione economica dell’Unione Europea, che introdurranno il Piano fiscale-strutturale di medio termine come strumento per delineare gli obiettivi di legislatura, il DEF non include il dettaglio delle politiche programmatiche.
È previsto che il Piano venga adottato entro il 20 settembre. Al momento, secondo le leggi attuali, le prospettive sono in gran parte allineate con quelle stabilite nella precedente NADEF 2023. Il DEF presenta anche i valori delle politiche che rimangono invariate.
Il Ministro dell’Economia e delle Finanze ha ora trasmesso il DEF approvato alle Camere. È importante notare, però, che questo DEF fornisce solo una panoramica generale e sarà soggetto a modifiche, poiché non include le previsioni programmatiche che indicano la direzione futura del governo.
Scopriamo dunque quali sono le previsioni economiche contenute all’interno del Documento.
Approvato il DEF 2024: cresce il debito pubblico
L’approvazione del DEF ha dunque svelato le nuove previsioni per l’economia italiana. Per quanto riguarda le prospettive economiche nel periodo compreso tra il 2024 e il 2027, si prevede che il tasso di crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL) oscillerà tra lo 0,9% e il 1,2%. Si tratta di una crescita leggermente inferiore rispetto al +1,2% previsto nella precedente NADEF. Questa previsione indica comunque un modesto incremento dell’attività economica nel corso di questi anni, sebbene il tasso di espansione possa variare leggermente in base a diversi fattori, tra cui l’andamento dei mercati globali, le politiche monetarie e fiscali adottate e la stabilità politica sia a livello nazionale che internazionale.
Per quanto riguarda il deficit, ci si aspetta che vari tra il 2,2% e il 4,3% del PIL nel medesimo periodo. Il deficit rappresenta la differenza tra le entrate e le uscite del bilancio pubblico, e un deficit più elevato indica che il governo sta spendendo più di quanto sta raccogliendo attraverso le tasse e altre entrate. Le fluttuazioni nel deficit possono essere influenzate da una serie di fattori, tra cui gli investimenti pubblici, la spesa per i servizi sociali e le politiche di stimolo economico.
Infine, per quanto riguarda il debito pubblico, si prevede una sua crescita e che si collochi tra il 137,8% e il 139,8% del PIL nel periodo indicato. Il debito pubblico rappresenta l’ammontare complessivo di denaro che un governo ha preso in prestito e deve ancora restituire. Un debito più elevato può influenzare negativamente la capacità del governo di finanziare i suoi programmi e può avere implicazioni sulla stabilità economica a lungo termine. Le variazioni nel debito pubblico possono essere influenzate da fattori come il livello di spesa pubblica, i tassi di interesse e la crescita economica complessiva.
Qui di seguito l’infografica completa fornita dal MEF.
Il commento del Ministro Giorgetti
Durante la conferenza stampa che ha seguito il CdM, il Ministro Giorgetti ha spiegato che il previsto aumento del debito pubblico è influenzato principalmente dagli effetti finanziari del superbonus nei prossimi anni, ma si prevede una diminuzione dopo il 2026. Ha inoltre sottolineato l’intenzione del governo di ridurre il cuneo fiscale anche nel 2025 e ha rassicurato sul fronte dell’occupazione, con un tasso di disoccupazione previsto in costante diminuzione.
Va notato che non è la prima volta che il DEF presenta solo stime tendenziali. Ci sono stati quattro casi precedenti e altri Paesi europei presenteranno DEF semplificati in linea con la transizione alle nuove regole europee.
Questo DEF è infine l’ultimo nel suo formato attuale, poiché la riforma della governance economica europea si baserà su un nuovo documento, il Piano fiscale strutturale di medio periodo, che indicherà gli obiettivi programmatici di legislatura. In attesa dell’approvazione di questo nuovo strumento entro il 20 settembre, il DEF attuale non fornisce dettagli sulle politiche programmatiche. Tuttavia, come già detto, ribadendo le previsioni attuali, si mantiene una sostanziale continuità con la NADEF 2023 e si conferma il valore delle politiche invariate.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it