L’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) ha pubblicato una nota sintetica con tutte le misure contenute nel decreto elezioni 2024 dedicate a Comuni e Città Metropolitane.
Queste disposizioni rappresentano un cambiamento significativo nel panorama politico e amministrativo locale, influenzando direttamente il futuro delle amministrazioni comunali e il processo elettorale in corso.
Inoltre le elezioni comunali e del Parlamento europeo 2024 sono imminenti, programmate per l’8 e il 9 giugno in un totale di 3.525 comuni distribuiti nelle regioni a statuto ordinario. Questo importante appuntamento elettorale è regolamentato da disposizioni recenti emanate dal governo italiano e pertanto l’associazione dei primi cittadini italiani ha voluto fornire una mini guida agli enti interessati.
Decreto elezioni 2024, le misure per Comuni e Città Metropolitane
La nota sintetica elaborata dall’Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci) riguarda il decreto legge datato 29 gennaio 2024, numero 7, che ha affrontato temi cruciali relativi alle consultazioni elettorali del 2024 e a questioni riguardanti le anagrafi della popolazione residente e la determinazione della popolazione legale. Questo decreto è stato poi convertito nella legge numero 38 il 25 marzo 2024, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 28 marzo 2024.
Organizzazione congiunta elezioni
La legge numero 38/2024 ha pertanto un impatto significativo sull’organizzazione delle elezioni e sul funzionamento degli enti locali. Tra le disposizioni più rilevanti, troviamo l’organizzazione congiunta delle elezioni europee, regionali e amministrative che si svolgeranno il sabato 8 e la domenica 9 giugno prossimi.
La norma prevede che, solo per la tornata elettorale primaverile del 2024, le operazioni di voto si svolgono:
- nella giornata di sabato 8 giugno, dalle ore 15 alle ore 23
- e nella giornata di domenica 9 giugno, dalle ore 7 alle ore 23.
Revisione anagrafe
La nuova normativa, con l’obiettivo di evitare i problemi legati alla mancata corrispondenza tra i dati censuari e il numero effettivo di residenti registrati nell’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR), reintroduce la possibilità di restituire ai Comuni i dati censuari in forma individuale. Questo significa che verranno fornite informazioni dettagliate sulla presenza o assenza dei residenti nella loro dimora abituale, consentendo così una revisione qualitativa accurata delle anagrafi in base ai risultati del censimento. Questa modalità è essenziale per adeguare le anagrafi alle disposizioni del Regolamento anagrafico attualmente in vigore.
Inoltre, la normativa interviene sulla determinazione della cosiddetta “popolazione legale”, ovvero la popolazione risultante dal censimento utilizzata come riferimento ufficiale per l’applicazione delle norme di legge o regolamento. Questo dato sarà ora indicato con un decreto presidenziale pubblicato ogni cinque anni anziché ogni dieci.
Infine, si prevede l’adozione di un apposito regolamento governativo per riformare le disposizioni del Regolamento anagrafico attuale (D.P.R. n. 223 del 1989) relative all’esecuzione del censimento della popolazione e alle funzioni svolte dall’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT). Questa riforma mira a integrare in modo efficiente il censimento della popolazione con l’anagrafe, tenendo conto dell’introduzione del censimento permanente della popolazione e dell’evoluzione delle tecniche e delle fonti informative disponibili. Si tiene inoltre conto delle funzionalità e delle caratteristiche tecniche dell’ANPR e dell’implementazione dei servizi anagrafici digitalizzati.
Terzo mandato
Un aspetto importante della legge è l’abolizione del vincolo del terzo mandato per i Sindaci di tutti i Comuni fino a 5 mila abitanti. Inoltre, viene concessa la possibilità del terzo mandato per i Sindaci dei Comuni con una popolazione compresa tra 5.001 e 15.000 abitanti.
Qui di seguito una tabella riepilogativa:
Il testo della nota Anci
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it