ritardi-pagamenti-assegno-unico-marzo-2024L’erogazione dei pagamenti dell’Assegno Unico sta subendo ritardi nel mese di marzo 2024, coinvolgendo alcune famiglie. Vediamo le cause e le possibili soluzioni.


L’Assegno Unico Universale (AUU) 2024, erogato dall’INPS per sostenere le famiglie con figli a carico, sta attualmente attraversando un periodo di ritardi nei pagamenti previsti per il mese corrente.

Infatti mentre l’INPS aveva inizialmente stabilito le date di accredito tra il 18 e il 20 marzo, alcune famiglie dovranno ora probabilmente aspettare ancora per ricevere il beneficio.

Ma quali sono le cause di questo slittamento? Come fare ad informarsi e sapere cosa occorre fare?

I ritardi nei pagamenti dell’assegno unico di marzo 2024

I ritardi riguardano principalmente le famiglie che, fino allo scorso anno, percepivano l’Assegno Unico insieme al Reddito di Cittadinanza. Questo cambiamento è stato introdotto dalla recente riforma che ha separato le due misure di sostegno economico.

Questo gruppo di beneficiari deve dunque ora fare i conti con una procedura di erogazione diversa e tempi di attesa leggermente più lunghi. In sintesi, se l’INPS aveva inizialmente stabilito le date di accredito dell’Assegno Unico tra il 18 e il 20 marzo, per le famiglie coinvolte in questa nuova procedura, i pagamenti arriveranno tra il 25 e il 30 marzo.

Va anche aggiunto che la nuova DSU (Dichirazione Sostitutiva Unica) per l’Assegno Unico doveva essere stata inviata entro la fine di febbraio. Al fine di continuare a percepire l’intero ammontare spettante anche nel corso di quest’anno, era infatti necessario presentare l’ISEE aggiornato al 2024 entro questa scadenza.

Si tratta di un passaggio obbligato volto a comunicare eventuali modifiche alle informazioni precedentemente fornite. In particolare, è importante tenere presente le seguenti regole riguardanti la composizione del nucleo familiare:

  • deve essere segnalata l’eventuale nascita di un nuovo figlio;
  • si ricorda che i coniugi rimangono nel medesimo nucleo anche in caso di separazione o divorzio, qualora autorizzati a risiedere nella stessa abitazione;
  • è fondamentale sapere che i membri già inclusi in un nucleo familiare ai fini dell’ISEE o nello stesso nucleo ai fini anagrafici, continuano a farne parte anche in seguito a variazioni anagrafiche, purché risiedano ancora nella stessa abitazione.

L’INPS ha ovviamente bisogno di tempo per esaminare e valutare le domande pervenute e pertanto, chi ha presentato la documentazione con leggero ritardo, potrebbe ricevere l’importo solo negli ultimi giorni del mese di marzo. Tuttavia, è importante sottolineare che non dovrebbe trattarsi di un ritardo significativo.

Le nuove soglie ISTAT

Rispetto allo scorso mese, in cui erano ancora valide le soglie previste per l’anno precedente, abbiamo delle importanti novità.

L’INPS procederà infatti con l’erogazione dell’assegno ricalcolato, con aumenti degli importi grazie alla rivalutazione annuale ISTAT. Nel messaggio dell’8 febbraio 2024, n. 572, l’INPS ha comunicato i nuovi importi e le relative soglie dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE). La rivalutazione del 2024 è del +5,4% a causa dell’incremento del costo della vita.

In sintesi le soglie previste per il 2024 sono le seguenti:

  • ISEE inferiore a 17.090,61 euro: l’importo può arrivare a 199,4 euro;
  • ISEE superiore a 45.574,96 euro: l’importo può arrivare a 57 euro.

Per il dettaglio completo sulle soglie, scaglione per scaglione, potete consultare l’allegato 1 al messaggio 572/2024 dell’INPS.

A partire da questo mese di marzo, l’importo dell’Assegno Unico sarà pertanto basato sull’ultimo ISEE valido, che doveva essere presentato tramite una DSU aggiornata, come abbiamo anticipato prima, entro il 29 febbraio. Chi non hai inviato l’ISEE, riceverà l’importo minimo di 57 euro. Tuttavia, c’è tempo fino a giugno per rimediare e ricevere anche gli eventuali arretrati.

Come restare informati sulle date di accredito e sui motivi dei ritardi?

Va però precisato che se dopo la conclusione del mese l’assegno unico non risulta ancora erogato, potrebbero essere emerse ulteriori criticità che hanno causato la sospensione delle erogazioni. E in quel caso occorre, giustamente, chiedere informazioni.

In primo luogo i contribuenti hanno la possibilità di monitorare l’AppIO o MyInps per verificare la data esatta dei pagamenti.

Se questi non appaiono tra le prossime erogazione previste dall’Istituto di Previdenza risulta possibile contattare direttamente l’ente attraverso i suoi canali:

  • il numero 803 164 per le chiamate da rete fissa (gratuito)
  • o il numero 06 164 164 per le chiamate da dispositivo mobile (a pagamento).

Questo servizio è operativo dal lunedì al venerdì, dalle 08:00 alle 20:00, e il sabato, dalle 08:00 alle 14:00.

Inoltre le caselle di Posta Elettronica Certificata (PEC) sono disponibili per le comunicazioni di stretta competenza del destinatario e li può utilizzare esclusivamente chi ha una casella PEC.

Infine esiste INPS Risponde, servizio che permette di inoltrare autonomamente dal proprio computer richieste di chiarimenti normativi e di informazioni sui servizi. Si possono monitorare lo stato di lavorazione delle richieste, verificando anche lo stato di quelle prese in carico dagli operatori del Contact center e smistate alle sedi territoriali competenti (Linea INPS). Il servizio è disponibile gratuitamente anche per smartphone e tablet con sistema operativo IOS e Android.

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it